Il piano vaccinazioni di giugno e le riaperture dominano le prime pagine dei giornali di oggi, Il Corriere della sera apre con: “Regole per l'estate, si tratta”; la Repubblica sceglie: “Vaccini, la sfida dei giovani”; il Manifesto: “Bravi Figliuoli”. Il Sole24Ore punta invece sul fisco: “Multe e tasse non pagate per l'87%. In 21 anni arretrato a 930 miliardi”; mentre il Messaggero punta sui conti pubblici europei: “Stop al Patto di stabilità. Ma pesa il debito italiano”. La Stampa sceglie: “La Ue: no al blocco dei licenziamenti”, e il Fatto quotidiano apre con il dibattito sui vitalizi: “ Ora anche le regioni rivogliono il malloppo”.

Interviste
La Repubblica, a pagina 21, intervista con Andrea Greci il presidente delle fondazioni bancarie Francesco Profumo: “Serve una Cdp nuova, più congruente al Pnrr, e arricchita di competenze digitali, ecologiche, sociali, decisive per attuarlo – si legge -. Ma al cambiamento, che il nuovo ad Dario Scannapieco insediato martedì incarna, non servono rivoluzioni: anzi le due collaborazioni tra Cdp e Fondazioni su edilizia sociale e sedi territoriali sono due modelli su cui basare nuove forme di dialogo tra pubblico, privato e terzo settore per un'efficiente messa a terra del Pnrr, in effetto leva con gli altri finanziamenti e sostegni che istituzioni europee, enti pubblici, privati e banche affiancheranno al Piano. Come si 'mette a terra' un bestione da 222 miliardi in Italia? Connettendo pubblico, privato e terzo settore per consentire che centro, periferia, territori e persone collaborino nel modo migliore. È l'unica via possibile se si vuole che il Pnrr non crei cattedrali nel deserto Solo una sinergia tra Stato, mercato e terzo settore può evitare che il Pnrr finanzi cattedrali nel deserto che lasceranno il conto ai posteri, ma sia invece un perno degli aiuti e delle azioni che possono trasformare l'Italia”.

Sulla Stampa, a pagina 5, Federico Capurso intervista il leader Uil Pierpaolo Bombardieri, che sul blocco dei licenziamenti, sulle riforme del fisco e degli ammortizzatori sociali, sul tema della sicurezza sul lavoro dice: “È stata una primavera di mobilitazioni e sarà un estate complicata”, fatta di trattative con il governo. Trattative che potrebbero non finire sempre come chiedono i sindacati, ma Bombardieri non vuole parlare di un possibile autunno di scioperi: “Si fanno, non si annunciano”. E poi, questo “deve essere il momento del confronto e del dialogo sociale”. Il prossimo tema sul tavolo del governo riguarda il piano di assunzioni nella pubblica amministrazione. Siete soddisfatti dell'accordo? “C'è da verificare che i tempi e i numeri che il ministro Brunetta ha sottoscritto nel Il piano di assunzioni nella pubblica amministrazione è imprescindibile, fa parte di un patto sottoscritto da Draghi. Non capirei un passo indietro.”

Gabriele Rosana del Messaggero, a pagina 5, intervista Sophie in't Veld, europarlamentare olandese del gruppo liberal-democratico, che sul Recovery dice: “Penso che ci sia il rischio concreto che alcuni Stati membri cerchino di usare i fondi per ripagare vecchi problemi, anziché investire in nuove opportunità. Ma questo è il motivo per cui abbiamo stabilito criteri chiari e tutti i Piani nazionali saranno esaminati da vicino. Il Patto di stabilità si applicherà di nuovo dal 2023. Nel frattempo, però, in molti, tra cui il premier italiano Draghi, dicono che non si può tornare alle regole pre-pandemia. Come convincere l'asse del nord? 'Riformare il Patto di stabilità' è visto da molti come un messaggio in codice per dire 'lasciar perdere la disciplina di bilancio'. In un momento in cui abbiamo accumulato debiti e deficit massicci per far fronte alle conseguenze della pandemia, e quando inflazione e tassi d'interesse stanno salendo, sarebbe però molto poco saggio abbandonare la disciplina di bilancio e le riforme strutturali”.

Il Corriere della sera, con Massimo Gaggi, intervista infine l'economista Daron Acemoglu. A pagina 17 si legge: “Credo nel mercato ma non lo considero onnipotente. In primo luogo la scelta della direzione da prendere, delle tecnologie su cui investire di più, è una scelta politica che non può essere lasciata all'interesse privato di un pugno di imprenditori: ci sono implicazioni non solo economiche ma anche politiche, di tenuta della democrazia. Basti pensare all'uso distorto o oppressivo delle tecniche di riconoscimento facciale. Noi accettiamo che lo Stato regoli materie delicate come l'autorizzazione dei farmaci o la vendita del tabacco. Perché l'indirizzo e controllo democratico non dovrebbe operare in campi ancor più sensibili e vital' per l'umanità come l'uso indiscriminato dell'intelligenza artificiale per sorvegliare i cittadini o lo sconvolgimento del mercato del lavoro o, ancora, la pretesa di gestire tutto con gli algoritmi?. L'uso spregiudicato della tecnologia e dell'intelligenza artificiale per lei è piu un problema economico, di efficienza e di monopoli, o politico, di democrazia? La minaccia di un uso illiberale della tecnologia è enorme, ma anche gli aspetti economici — diseguaglianze e lavori che scompaiono — hanno un peso politico: impoveriscono, creano sfiducia, indeboliscono la democrazia. Qui il problema nasce ben prima dell'intelligenza artificiale: nei primi tre decenni del Dopoguerra la tecnologia è stata usata in modo costruttivo, poi il meccanismo si è inceppato”.

Editoriali e commenti
A pagina 37 del Corriere della Sera, Dario Di Vico scrive di mercato del lavoro: “Archiviato aprile - si legge -, la domanda-chiave diventa: ci stiamo avviando a una ripresa dell'economia caratterizzata da un secco predominio dei contratti a termine sui posti fissi, come era accaduto seppur in condizioni diverse nella ripresina del 2017-18? E' ancora presto per dare una risposta: gli ottimisti sostengono però che il mix tra determinato e fisso si potrà riequilibrare già entro il 2021 per i primi effetti degli investimenti legati al Pnrr. Se invece non andasse così avremmo sicuramente un riaccendersi del dibattito sul precariato, che è stata una costante degli anni Dieci e ha portato all'adozione da parte dei vari governi di provvedimentibandiera, come erano stati con opposte visioni sia il Jobs act di Matteo Renzi sia il decreto Dignità di Luigi Di Maio. Intanto il governo Draghi ha deciso di sospendere fino a dicembre 2021 l'obbligo della causale nella stipula dei contratti a termine — prevista dal Dignità — e questa scelta ne ha certamente favorito l'utilizzo da parte delle imprese. Vedremo cosa deciderà il governo per il 2022, se vorrà ritoccare la legge o magari si limiterà a rimandare il tema della causale alla contrattazione collettiva di primo livello. contratti a tempo determinato nell'ultimo mese secondo la rilevazione dell'Istat”.

Sulla Repubblica, a pagina 24, Luciano Violante si occupa invece di assetti istituzionali: “Negli ultimi venti anni i nostri comportamenti migliori sono stati determinati dall'emergenza e non dalla virtù. Parti politiche che sembrava avessero smarrito l'idea di un interesse comune della nazione hanno messo a tacere le divergenze per corrispondere a vincoli europei, a decisioni del presidente della Repubblica, a governi composti da personalità non selezionate dai partiti. Un sistema politico all'origine fortemente partitizzato, paradossalmente, si è salvato spoliticizzandosi. Quelle decisioni sono state considerate la prova della incapacità del sistema dei partiti. Tuttavia la consapevolezza dei propri limiti in una specifica contingenza politica potrebbe anche costituire prova di senso di responsabilità. Oggi i partiti sono chiamati a dimostrarlo perché approvare le misure del Recovery è necessario ma non basta. Uno sviluppo duraturo non dipende dai fondi europei ma dalla liberazione di società e istituzioni da vincoli irragionevoli che impediscono il dispiegamento pieno delle nostre capacità. Ne indico i due principali. Il primo vincolo irragionevole riguarda la giustizia penale”.

Il fondo del Messaggero è invece affidato a Mario Latella, che si occupa delle “Madri della patria”. “Tutti i discorsi che i presidenti della Repubblica pronunciano il 2 giugno segnano la temperatura del Paese - si legge -. Il discorso che Sergio Mattarella ha pronunciato ieri sera, nel settantacinquesimo anniversario della nascita della Repubblica, verrà ricordato come l'intervento di un capo dello Stato che il 2 giugno, rievocando le tante prove attraversate in settantacinque anni, sottolinea come ogni volta l'Italia si sia rialzata. Questa volta però c'è qualcosa in più. C'è il richiamo, forte e ripetuto, al ruolo che le italiane hanno svolto e svolgeranno in futuro. Ai giovani seduti in prima fila ad ascoltare il presidente nel cortile del Quirinale, Mattarella ha detto: 'Impegnatevi, ora tocca a voi'. Agli altri, ai presenti e agli italiani che lo ascoltavano da casa ha lanciato un messaggio altrettanto chiaro: 'L'Italia riparte ma ha bisogno delle donne'”.

Franco Bruni, a pagina 12 di Domani, spiega invece “cosa rende davvero buoni i debiti che dobbiamo fare”. “La crisi causata dal Covid-19 li ha aumentati ma erano già rigonfi prima – si legge - , alimentati da politiche espansive fin da prima della crisi finanziaria del 2008 che fu causata anche dall'eccesso di debiti. Servirà un misto di: contenimento dei fabbisogni futuri; ristrutturazioni e cancellazioni dei debiti passati; tassazione implicita del valore reale dei debiti con vincoli alla loro commerciabilità e inflazione superiore ai loro tassi di interesse aumento del risparmio in forma di capitale di rischio; crescita rapida dei Pil sui quali grava l'indebitamento. È sperabile che capitale di rischio e crescita abbiano il ruolo maggiore. Occorrerà comunque avere idee più chiare su come giudicare non solo la quantità ma anche la qualità dei debiti, essenziale per la loro sostenibilità”.

Lavoro, welfare, sindacato
Il Corriere della sera, a pagina 37, dà notizia della manifestazione degli addetti Air Italy: “Oggi in piazza Montecitorio a Roma la protesta degli addetti di Air Italy finita in liquidazione per il contrasto tra I due soci - l'Aga Khan e Qatar Airways — nelle prospettive di sviluppo. L'agitazione è stata indetta dai sindacati Filt CO, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo per «dire no a i.45o licenziamenti. Con la manifestazione chiediamo al ministero dello Sviluppo economico l'avvio di una sede di confronto per ricercare soluzioni alternative mirate alla salvaguardia dell'occupazione, a partire dal prolungamento del periodo di cassa integrazione, e per trovare soluzioni industriali che scongiurino la scomparsa di una compagnia storica nel panorama del trasporto aereo italiano”.

Sul Manifesto, in prima pagina si torna invece a parlare di Ilva, con Aldo Carra che scrive. “oi il tempo aveva fatto maturare le coscienze e, non ultima, la pandemia aveva accresciuto la consapevolezza della 'salute innanzitutto'. Anche per questo c'è sgomento oggi a sinistra. Un protagonista di quel travaglio e di quel cambiamento diventa vittima e complice, insieme ai padroni, del disastro ambientale che ha cercato di contrastare. Nel turbamento ci sono le ragioni dell'affetto e della stima per la persona. Ma c'è anche il rischio di altra disaffezione e delusione. Spero e ritengo molto probabile che in sede di appello le accuse a Vendola possano rientrare. Ma non ci possono e debbono essere dubbi: la sentenza che condanna per disastro ambientale ha un valore che non è esagerato definire storico. Semmai è arrivata con molto ritardo”.

Su Domani, a pagina 5, Daniela Preziosi si occupa di precari della scuola. “Si capirà oggi – si legge - se la stagione del conflitto permanente fra ministero dell'Istruzione e la comunità scolastica è davvero alle spalle. E se saranno definitivamente archiviati gli scontri stizziti ele continue prove di forza dell'era Azzolina oggi è in programma un tavolo coni sindacati della scuola. Per il ministero ci sarà il capo di gabinetto Luigi Fiorentino. Un incontro che arriva dopo la sottoscrizione, lo scorso 20 maggio, di un 'Patto per l'Istruzione" fra il ministro Patrizio Bianchi e i sindacati più rappresentativi. Un patto su molti punti, dalle aule all'edilizia scolastica alla sicurezza, che era stato salutato da tutte le parti al tavolo come l'attesa svolta. Eppure pochi giorni dopo, al varo del decreto Sostegni bis, quegli stessi sindacati parlano di misure «inadeguate» che già tradiscono il patto. E per il 9 giugno i maggiori cinque (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals e Anief) indicono un presidio a Montecitorio. È successo, spiegano, che 'il governo ha predisposto un decreto legge che interviene sulle stesse materie ma senza alcun confronto'. Ignorando i professori, spiegano, ma anche il ministro. In vista dell'autunno Il ministero invece assicura che il provvedimento, pur modificabile, è frutto di una sintesi fra ministro e palazzo Chigi”.

La Stampa infine entra a gamba tesa sul blocco dei licenziamenti, con Marco Bresolin a pagina 7, che scrive: “Secondo la Commissione europea, il blocco dei licenziamenti è 'superfluo'. La valutazione emerge dal documento, pubblicato ieri, che offre un'analisi approfondita della situazione economica italiana. La misura, scrivono i tecnici di Bruxelles, 'tende a influenzare la composizione, ma non la portata dell'aggiustamento del mercato del lavoro'. Ancor più esplicita la frase successiva: 'Un confronto con l'evoluzione del mercato del lavoro in altri Stati membri che non hanno introdotto tale misura suggerisce che il blocco dei licenziamenti non è stato particolarmente efficace e si è rivelato superfluo in considerazione dell'ampio ricorso a sistemi di mantenimento del posto di lavoro'. La Commissione boccia il provvedimento anche perché 'avvantaggia i lavoratori a tempo indeterminato a scapito di quelli a tempo indeterminato'. Per questo 'più a lungo è in vigore e più rischia di essere controproducente perché ostacola il necessario adeguamento della forza lavoro alle esigenze aziendali'”.

Su Collettiva oggi ci si occupa delle spese militari dello Stato italiano confrontate con quelle in Sanità, e del ruolo delle banche e il nodo degli investimenti responsabili in questo mercato.

Il calendario delle iniziative
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.