Passi avanti importanti, ma c’è ancora molto fare. Dopo l’incontro di ieri con il presidente del consiglio, Mario Draghi, i sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil incassano la cancellazione della logica del massimo ribasso per le assegnazioni dei lavori del Recovery Plan, l’apertura di un tavolo tecnico sui subappalti, la presenza dei sindacati nella cabina di regia per la governance, ma restano aperte le altre due grandi questioni: la proroga dei licenziamenti prevista solo fino al 30 giugno (i sindacati chiedono di prolungarla fino ad ottobre) e il grande tema della sicurezza sul lavoro. Per questo è confermato l’appuntamento di oggi a Roma, davanti a Montecitorio. I sindacati scendono in piazza davanti al Parlamento per mandare un messaggio chiaro alla politica e al Paese. Le loro ragioni e i nuovi obiettivi della mobilitazione saranno spiegati dai segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.
Su Collettiva.it (che trasmetterà l’evento in diretta a partire dalle 10) la cronaca dell’incontro di ieri a cura di Emanuele Di Nicola con i primi commenti a caldo del segretario generale Maurizio Landini: 

"Siamo stati convocati per discutere del decreto semplificazioni – ha detto Landini - dentro il decreto non c'è più alcun riferimento alle gare al massimo ribasso. Questo lo consideriamo un fatto positivo, è quello che chiedevamo: è sotto gli occhi di tutti ciò che il massimo ribasso ha determinato nel Paese, i danni che ha recato ai lavoratori, alla qualità delle opere e favorendo l'ingresso della malavita organizzata". Il segretario generale ha poi confermato l’avvio del confronto tecnico con il governo sulla questione del subappalto: "Bisogna fare in modo che l'applicazione dei contratti non sia un elemento che determina il bando di gara. Va poi affrontato il tema delle stazioni appaltanti: occorre ridurle e qualificarle. Bisogna fare assunzioni direttamente dentro le stazioni appaltanti con lo scopo di qualificarle, così come negli uffici comunali e regionali. Sulla seconda parte il nostro giudizio verrà espresso dopo il confronto tecnico. Ci è stato detto è che questo approfondimento servirà poi per portare la proposta in Consiglio dei ministri. Lo verificheremo". Il confronto dovrà proseguire anche sulla questione centrale della governance di tutta la partita del Recovery e del Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza), e delle riforme annesse e connesse. "Su tutte le riforme previste dal Pnrr – ha spiegato ieri Maurizio Landini - per il governo deve diventare una regola: fare prima un confronto e una trattativa con i sindacati, pur senza mettere veti. Il mondo del lavoro deve esprimere il suo parere. L'abbiamo detto nell'incontro, su questo non abbiamo avuto risposte". Completamente aperte le questioni del blocco dei licenziamenti e della sicurezza del lavoro. Si riparte da qui.

L'apertura di oggi di Collettiva.it  è dedicata quindi alla manifestazione di oggi con un articolo di Davide Orecchio che fa il punto sulla battaglia del sindacato per la sicurezza del lavoro contro la scia di sangue nelle fabbriche e nei cantieri. Nell'apertura anche i link a tutte le altre questioni all'ordine del giorno: Codice appalti, proroga del blocco dei licenziamenti, governance del Piano Nazionale di ripresa e resilienza.

Titoli, servizi e commenti sui giornali

La Repubblica
“Draghi apre ai sindacati, appalti in fretta, ma sicuri”, è il grande titolo di apertura di Repubblica che dedica all’argomento le prime pagine interne con i servizi di Valentina Conte, Roberto Petrini, Giovanna Vitale e Claudio Tito. Il commento è affidato a Carlo Cottarelli, “Una finestra di opportunità”. Nelle pagine interne del quotidiano diretto da Maurizio Molinari anche un commento dell’ex sindacalista Cisl Marco Bentivogli che parla dei “licenziamenti invisibili” (p.29). Valentina Conte propone poi un approfondimento importante sulle donne, che saranno le prime candidate ad essere licenziate dalle industria (a pagina 4 e su Repubblica online). Il resoconto dell’incontro di ieri a Palazzo Chigi a cura di Giovanna Vitale: “Draghi apre ai sindacati, appalti in fretta, ma sicuri, il premier tratta anche con il Pd, ma sugli appalti serve velocità. 

La Stampa
Il quotidiano torinese apre con la notizia delle ammissioni di colpa sulla tragedia della funivia del Mottarone, ma dedica il titolo forte a centro pagina al confronto tra governo e sindacati. “Appalti, tregua Draghi-sindacati”. Letta ricuce con il premier sulle tasse, mentre negli Usa Biden annuncia una manovra da 6 mila miliardi e l’intenzione di andare a “riprendere” i soldi dai ricchi. Su Alitalia è scontro. In ogni caso oggi Cgil, Cisl, Uil saranno in piazza: stralciato il massimo ribasso, resta il nodo dei subappalti. Nelle pagine interne (p.11) Paolo Baroni intervista il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra: “Rischiamo lo tsunami, ma non è il momento dello sciopero generale”. Sempre Baroni presenta la manifestazione unitaria di oggi in piazza Montecitorio, mentre Federico Capurso (a pagina 8) racconta il merito del confronto con il governo. “Appalti, Draghi accelera, sparisce il massimo ribasso dal decreto Semplificazioni.

Il manifesto 
Notizia in grande evidenza anche su il manifesto: “Minimo ribasso”. Sotto la pressione di Enrico Letta, il premier Draghi convoca i sindacati e comunica che le gare al massimo ribasso non saranno più nel decreto Semplificazioni. Sui subappalti però il governo vuole aumentare l’attuale quota del 40%. Un incontro tecnico in serata non risolve il problema. Nelle pagine interne i servizi di Massimi Franchi, Andrea Colombo e Riccardo Chiari (che parla di Alitalia). Nel pezzo di Franchi le dichiarazioni del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: “La mediazione sui licenziamenti per noi è insufficiente. Lo abbiamo fatto presente, al governo è stato preso atto di ciò ma non abbiamo avuto ancora una risposta”. Sul metodo il giudizio è ambivalente: “Abbiamo ribadito che per noi c'è bisogno che non solo come avvenuto oggi con ritardo, ma su tutte le riforme il confronto diventi una regola e un vincolo esterno, ci sia confronto e negoziazione senza diritti di veto”.  Più aperte nei confronti del governo le dichiarazioni del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri e del segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga.  

Il Corriere della sera
In prima pagina la notizia è sull’accordo sul maxi decreto per far partire il Recovery. Tra le altre novità, Enrico Marro scrive. “Draghi ha spiegato che le norme Ue impongono di superare il limite ai subappalti, che il codice degli appalti fissa al 30% del valore complessivo del contratto e che, durante la pandemia, è stato elevato al 40% fino al prossimo 30 giugno. Questi tetti dovrebbero saltare, perché appunto in contrasto con le direttive europee, ma in cambio, verrà data massima tutela ai lavoratori dal punto di vista contrattuale e della sicurezza. II ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha promesso ai sindacati anche l'introduzione della patente a punti per la sicurezza nei cantieri. “Aspettiamo il testo del decreto e poi decideremo se andare avanti con la mobilitazione”, dice Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil. Per quanto riguarda la gestione dei progetti e l’applicazione concreta del Pnrr, Marro scrive che la gestione del Piano di ripresa e resilienza avverrà su tre livelli: cabina di regia politica guidata dal premier alla quale parteciperanno di volta in voltai ministri e le Regioni interessate; task force del ministero dell'Economia; amministrazioni ed enti locali direttamente responsabili dei progetti, ma sotto la sorveglianza di Palazzo Chigi, che potrà intervenire con poteri sostitutivi e commissari ad hoc in caso di inadempienze.

Il Messaggero
La notizia è in taglio medio della prima pagina: Fondi Recovery, poteri speciali per il premier. Scrive Andrea Bassi: Oltre alla cabina di regia, nascerà anche una unità per la razionalizzazione e il miglioramento della regolazione. Lo scopo di questo nuovo organismo sarà quello di segnalare alla stessa cabina di regia se si presentano ostacoli normativi o regolamentari che devono essere superati per non frenare il piano. Il monitoraggio e la rendicontazione del piano, invece, spetteranno al Servizio centrale per il Pnrr, un nuovo dipartimento che sarà creato al Tesoro presso la Ragioneria generale dello Stato. Il piano prevede anche l'assunzione di 350 tecnici con contratti di 5 anni, da assumere e distribuire tra i ministeri proprio per fornire le professionalità necessarie all'attuazione del piano. Intanto ieri si è riunita un'altra cabina di regia, quella politica per sciogliere il nodo degli appalti nel decreto semplificazioni. L'accordo nella maggioranza ha retto. Dal testo è stato eliminato il riferimento alle gare al massimo ribasso. Una decisione apprezzata sia da Confindustria che dai sindacati, che sono stati ricevuti a Palazzo Chigi nel pomeriggio. Draghi ai sindacati ha ricordato che approvare il decreto semplificazione governance entro maggio, è uno dei impegni con Bruxelles per avere l'anticipo di 25 miliardi del Recovery. Per quanto riguarda invece il secondo nodo sul tavolo, quello delle soglie per i subappalti, il compromesso prevede che venga prorogato fino alla fine dell'anno, al massimo fino al 2023, il limite del 40 per cento ai lavori assegnabili a terzi. Una soluzione, tuttavia, solo a tempo, in attesa di approvare una riforma complessiva del codice.

Nazione, il Carlino, Il Giorno
“Appalti, tregua governo-sindacati. Sui licenziamenti Draghi tira dritto” è il titolo a pagina 11 del servizio di Claudia Marin. “Il tentativo dei partiti della sinistra – spiega Marin - alla vigilia di una manifestazione di Cgil, Cisl e Uil, è evitare di allargare ancora le distanze, dopo lo strappo sul tema dei licenziamenti. Il premier accoglie la richiesta di mediazione, ma è secco: “Bisogna far presto, chiudere il decreto in Cdm nelle prossime ore, o si rischia di perdere la prima tranche di 27 miliardi che potrebbe arrivare da Bruxelles a luglio”. Draghi lo spiega ai ministri di Pd e Leu e lo ripete ai vertici dei sindacati: “I fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) vanno spesi necessariamente entro il 2026 e per essere sicuri che questo avvenga in Italia c'è molto da cambiare”. Da qui l'esigenza di fare tutto e in fretta. È un approccio olistico, complessivo, sottolineano a palazzo Chigi, per dare gambe forti al piano. L'intesa però non è facile e dopo una lunga giornata di riunioni, a sera viene convocato un tavolo tecnico per sciogliere gli ultimi nodi. Ci sono da conciliare le pressioni opposte di Matteo Salvini, che vorrebbe superare il codice degli appalti, e del centrosinistra, che chiede di non smantellare del tutto le attuali regole. Il punto che mette d'accordo tutti è lo stop alle gare con massimo ribasso, che comparivano nelle prime bozze del decreto semplificazioni. Una novità dell'ultima ora è l'introduzione dell'appalto integrato. E' un passaggio che piace ai sindacati è l'intenzione di ridurre di molto le stazioni appaltanti (“Sono 39 mila, mentre in Germania 3 mila”, si indigna Maurizio Landini) “migliorando la qualità del processo di investimento”. Sul tema dei subappalti, però, Draghi insiste sull'esigenza di conciliare la normativa europea che li ha di fatto liberalizzati (nella prima bozza del decreto non comparivano soglie) e “con la massima tutela del lavoro e della legalità”. A tarda sera, in campo, due sono le ipotesi: la proroga almeno fino al 2023 della soglia del 40% per i subappalti o l'innalzamento del tetto fino al 60% o addirittura oltre, accompagnando la misura con tutele stringenti per i lavoratori di natura salariale, normativa e sulla sicurezza.

Su Collettiva.it

Nella rubrica Buona Memoria si parla della strage di Piazza della Loggia.  Il 28 maggio 1974 a Brescia, scrive Ilaria Romeo, durante una manifestazione unitaria del sindacato, scoppia una bomba a Piazza della Loggia. È una strage fascista; i morti sono otto, di cui cinque attivisti della Cgil: Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni, Livia Bottardi Milani, 32 anni, Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni, Euplo Natali, 69 anni, Luigi Pinto, 25 anni, Bartolomeo Talenti. 56 anni, Alberto Trebeschi, 37 anni, Vittorio Zambarda, 60 anni.


Iniziative

Nessun profitto sulla pandemia 
Domani, sabato 29 maggio, si terrà una nuova giornata di mobilitazione europea della campagna “Right2Cure #NoprofitOnPandemic”, di cui la Cgil è tra i promotori italiani. Ottenere la sospensione temporanea dei brevetti su vaccini e farmaci anti-covid: è questo l’obiettivo che si pone il vasto cartello di oltre cento associazioni con la raccolta di un milione di firme per l’Iniziativa dei Cittadini Europei “Tutti hanno diritto alla protezione da Covid: nessun profitto sulla pandemia” . La Cgil, insieme a Cisl e Uil, organizzerà presidi nelle città italiane con banchetti informativi e per la raccolta delle firme sulla petizione europea. Tutti i materiali informativi sul sito della Cgil nazionale: http://www.cgil.it/vaccini-right2cure-29-maggio-mobilitazione-europea-per-sospensione-dei-brevetti/
La Campagna, si legge nel comunicato del Comitato promotore, torna nelle piazze “di fronte a quella che sembrerebbe una sconcertante chiusura del Consiglio Europeo sulla sospensione dei brevetti anti Covid-19”, tanto più dopo il voto favorevole del Parlamento Europeo a questa sospensione, proposta in un emendamento ad una risoluzione approvata il 19 maggio scorso. La proposta delle licenze obbligatorie “di fatto abbandona i Paesi più poveri ad una trattativa estenuante e perdente con i colossi di BigPharma”, ed è “del tutto fuorviante, o semplicemente inutile, insistere sullo sblocco delle esportazioni da parte di USA e UK, che niente hanno a che vedere con la liberalizzazione delle licenze”.
Per la Cgil e per gli altri promotori di Right2cure, “la strada per soddisfare il bisogno drammatico di vaccini a livello mondiale è quella della sospensione temporanea dei brevetti, così come chiesto da mesi da India e Sudafrica, che – si ricorda nella nota – hanno rilanciato in questi giorni con una nuova proposta, allargata anche ai farmaci anti Covid-19 e ai kit diagnostici”.
In attesa della riunione del Consiglio Generale Trips del WTO dei prossimi 7 e 8 giugno, in cui “l’Italia potrà ancora giocare un ruolo importante”, sabato prossimo la Cgil e le altre 109 organizzazioni aderenti al Comitato italiano si mobilitano per la raccolta delle firme per l’ICE da Bergamo a Roma, da Torino a Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Bari, Avellino, Bari, Matera, Cosenza, per citare alcune città.

Il calendario delle iniziative
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale e l’agenda di Collettiva.it