La riforma fiscale che serve al Paese, ma che al momento non si può fare. Il blocco dei licenziamenti un po’ prorogato ma in modo insufficiente, un bis di sostegni che dovrebbe dare una scossa al Pil. E poi l’annuncio di un cessate il fuoco in Medio oriente. Oggi si apre il G20 della salute a Roma ma quale sarà la posizione del governo italiano?

Prime pagine

“Sostegni bis, ecco le nuove misure. Fondo perduto, aiuti per 15,4 miliardo” ecco l’apertura de Il Sole 24 Ore. Il Corriere della Sera  recita: “Draghi: 40 miliardi per il futuro”, e nel sommario : “Aiuti alle imprese e giovani. Fondi dalla tassa di successione, il premier a Letta: non è il momento”.
Anche per La Repubblica: “Tassa sull’eredità, il no di Draghi a Letta” e la spiegazione: “Il segretario del Pd propone l’imposta sui patrimoni superiori a un milione: serve una dote ai giovani. Il premier: è il momento di dare, non di togliere. Bocciata anche l’insistenza di Salvini sulla flat tax”.
Taglio diverso quello scelto da Il Messaggero: “Il patto G20 a Roma: I vaccini ai Paesi poveri” e in contro apertura: “Licenziamenti, alt fino ad agosto”, nel sommario: “Nell’ultimo decreto Sostegni il governo prolungalo stop per chi usa la cassa Covid. Draghi: balzo turismo, la crescita accelera. E blocca Letta sulla tassa di successione”.
Per La Stampa: “Crescita, la frusta di Draghi”. E il Fatto Quotidiano, per una volta in scia con gli altri quotidiani, recita: “Il governo dei ricchi, oggi si da e non si prende” e nel sommario illustra: “il premier respinge la tassa cara a Einaudi, proposta da Letta jr, e da Forum di Barca”.
Fuori da coro il Manifesto: “La tregua promessa” e in taglio basso: “Stop ai brevetti, avviso al Summit”.

Le Interviste

Patrizia De Rubertis a pag. 4 de Il fatto Quotidiano intervista il segretario della Fillea Alessandro Genovesi che dice: “Il Governo pensa di ridurre le tutele e i diritti conquistati dai lavoratori a colpi di decreto, generalizzando il massimo ribasso e liberalizzando totalmente il sub appalto. Così si torna alla giungla dei cantieri, alle interferenze in cantiere, al pagamento a cottimo. Insomma agli anni 50, quando la vita dei lavoratori non contava nulla. Il governo si assumerà la responsabilità di una rottura senza precedenti con le parti sociali”. Rispondendo ad una domanda dell’intervistatrici sulle richieste al Governo, Genovesi risponde: “Con gli altri sindacati di settore, Feneal Uil e Filca Cisl, siamo sempre stati impegnati a proporre semplificazioni e miglioramenti amministrativi e tecnici, perché siamo i primi interessati a creare buona e stabile occupazione. Ma se il governo non ci ascolterà e inserirà la liberalizzazione dei sub appalti in decreto sarà mobilitazione immediata e sciopero generale”.

Il Sole 24 Ore (pag. 29) intervista il presidente di Enel Michele Crisostomo che afferma: “L’idea di futuro dell’Europa contenuta nelle strategie del Recovery Plan coincide con quella del nostro piano industriale. Siamo interessati a partecipare alle gare per vari progetti. Il peso degli investitori istituzionali sta crescendo. Oggi l’attenzione è sulla competizione nelle rinnovabili che può comprimere i margini, ma il mercato ha ben compreso la nostra strategia e la condivide”. Sulla decarbonizzazione il presidente di Enel afferma: “Le centrali a carbone sono state fondamentali nel passato. La vera questione è se oggi abbiamo la possibilità di dare concretezza al processo di decarbonizzazione. Questo è possibile in termini di strategia industriale, è economicamente e socialmente sostenibile. C’è però un problema di tempi di attuazione e in particolare per quello che riguarda le autorizzazioni. Siamo riusciti ad essere un po’ più rapidi all’estero, ma in Italia siamo comunque ancora in linea con quanto programmato”.

Su 7 del Corriere della Sera lunga intervista ad Enrico Letta di Massimo Gramellini: “per la dote ai 18enni sarei disposto a venire a patti anche sulla legge elettorale. Il mio sogno è trattenere i ragazzi italiani in Italia, senza però farli restare in casa con mamma e papà fino a trent’anni. Il problema principale del nostro Paese è che non fa più figli. Ci vuole una dote per i giovani, finanziata con una parte dei proventi della tassa di successione, e un accesso ai mutui-abitazione anche per chi non ha genitori in grado di fornire garanzie”. Gramellini, poi, domanda se libererebbe i vaccini, Letta risponde: “Serve una moratoria poter vaccinare anche i Paesi più poveri, altrimenti non se ne esce. Le aziende farmaceutiche hanno diritto a fare profitti, ma mi pare che quest’anno abbiano guadagnato abbastanza”

Ettore Livini su La Repubblica intervista Riccardo Illy che sembra rispondere a Letta e a Draghi, contrario alla tassazione sulle successioni. L’imprenditore triestino afferma: “Le eredità troppo alte sono diseducative. E l’aumento dell’imposta sulla successione è una scelta intelligente perché è una delle poche strade che abbiamo per aumentare le entrate senza effetti recessivi per l’economia. Se esistono tasse buone e cattive, questa è una di quelle buone”. E Illy prosegue affermando: “I temi da affrontare sono due: come aumentare le entrate di un paese pieno di debiti e come redistribuire la ricchezza. La globalizzazione ha colpito i redditi più bassi. La concorrenza dei paesi in via di sviluppo impedisce di alzare gli stipendi dei lavoratori. La mondializzazione sociale ha fatto muovere un gran numero di migranti che spingono verso il basso le retribuzioni. E la pandemia non a caso ha fatto pagare alla parte più debole del Paese il conto”.

Editoriali e commenti

Per Francesco Guerrera, pag. 28 de La Repubblica, la vera Sfida di Draghi sarà riformare le tasse. Ma come? Ci domandiamo: “Il mago della politica monetaria "straordinaria" dovrà fare un miracolo simile con il fisco. Mario Draghi è giustamente famoso per aver infranto le rigide regole delle banche centrali, sbaragliato l'intransigente ortodossia teutonica e salvato la zona euro da varie crisi finanziarie. La prossima sfida, questa volta in campo nazionale, non sarà da meno: riformare le tasse italiane per permettere al Paese di riprendersi dalla pandemia e continuare a crescere senza le debolezze, le ingiustizie e le inefficienze del passato. È un terreno politicamente minato perché tocca gli interessi costituiti di sindacati, imprese e libere professioni, i desideri non sempre puri dei grandi investitori stranieri e l'hobby italiano dell'evasione fiscale. Ma il momento è propizio, grazie alla rinascita economica del dopo-Covid, i miliardi del Recovery Fund e la competenza (e onestà) del governo attuale. I tassi ultra-bassi imposti dalla Banca centrale europea forniscono un ulteriore assist, allentando la pressione dei mercati sull'enorme debito pubblico italiano. I tre principi-chiave delle riforme non dovrebbero essere in discussione: stimolare la domanda interna, attrarre capitali esteri e supportare le aziende nostrane.
La battaglia politica sarà sulle misure da adottare per raggiungere questi fini, come si è visto con il botta e risposta tra Enrico Letta e il premier sulla tassa di successione. Nel rispondere a Letta, Draghi ha già indicato la sua filosofia: no all'austerità. Stringere la cinghia, o non usare il fisco per spingere l'economia, fu uno degli errori più gravi del mondo occidentale dopo la crisi del 2008-2009 (e in Giappone da decenni). Draghi lo sa bene perché la latitanza dei governi costrinse la Bce a fare gli straordinari per tenere a galla la zona euro. Quando dice a Letta che "è il momento di dare i soldi ai cittadini, non di prenderli", il premier sposa l'idea che la domanda interna vada stimolata con spesa e fisco. Il Recovery Fund aiuterà con la prima, ma non sarà abbastanza senza la riforma delle imposte”.

Dario Di Vico, pag. 6 dell’Economia del Corriere della Sera, sembra essere ottimista sulle capacità dell’impresa italiana di cogliere l’occasione del Pnrr per ripartire alla grande ma ha di fronte tre sfide: “La prima riguarda la profondità della trasformazione digitale come leva per accrescere il valore dell’impresa. L’indice Ucimu segnala come gli investimenti privati siano ripartiti, come le imprese stiano ammodernando il loro parco macchine, come dunque ci siano i presupposti per chiudere il cerchio della digitalizzazione. La seconda sfida, strettamente legata alla prima, riguarda il capitale umano che dovrà gestire il new normal digitale. Si può fare molto, molto di più, innanzitutto all’ingresso, portando in azienda i talenti del territorio e successivamente investendo su di essi. Infine la terza sfida riguarda lo stesso skyline dell’offerta: la dimensione non è la condizione senza la quale non si può crescere sui mercati, ma è anche vero che ci sono tutte le condizioni esterne per cogliere al balzo l’occasione di allargare la taglia”.

Il Messaggero sembra sposare l’idea di una moratoria sui vaccini, oltre alla titolazione di apertura, ospita due editoriali, il primo a firma di Virginia Raggi: “La nostra città esempio di resilienza ha saputo aiutare gli altri” e il secondo di Nicola Zingaretti: “Il Lazio modello di assistenza. Ora esportiamo l’equità nelle cure”.

Economia, lavoro e sindacati

Massimo Franchi su il Manifesto racconta la giornata di mobilitazione per salute e sicurezza voluta da Cgil Cisl e Uil che ieri ha visto assemblee e iniziative in tutto il Paese. “Tutti i segretari confederali hanno tenuto comizi sui più diversi luoghi di lavoro, uniti dall’emergenza sull’insicurezza”

Su Collettiva.it la video dichiarazioni di Maurizio Landini che annuncia: “La mobilitazione continua, il 28 maggio saremo davanti a Montecitorio”.
Cgil Cisl e Uil davanti al Parlamento per chiedere sicurezza e difendere il lavoro

Due sono i temi, tra gli altri, che occupano le pagine dei giornali: il decreto sostegni bis varato ieri dal Consiglio dei Ministri, e il patto sulla scuola siglato a Palazzo Chigi.

Uno dei provvedimenti contenuti nel Decreto è lo spostamento del blocco dei licenziamenti. Su Collettiva.it la reazione del segretario generale della Cgil Maurizio Landini Licenziamenti, il blocco slitta al 28 agosto. Landini: non basta
Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci (pag. 2 de Il Sole 24 Ore) scrivono: “nel Dl sostegni bis spunta a sorpresa una nuova proroga del blocco dei licenziamenti di ulteriori 60 giorni (fino al 28 agosto) per le imprese che chiedono di utilizzare la cassa Covid fino al 30 giugno. La norma voluta dal ministro Orlando, non figura nella bozza in ingresso del decreto e, a quanto si apprende, sarebbe stata introdotta nel testo durante la riunione di Governo”. L’articolo prosegue: “Critiche da Confindustria. Le imprese hanno bisogno di certezza – sostiene il vice presidente dei Confindustria, Maurizio Stirpe -. Non si affrontano le riforme necessarie a dare sostanza alle transizioni del Pnrr e si cambiano continuamente regole e impegni presi. In questo modo non solo è impossibile pianificare interventi di riorganizzazione aziendale, ma diventa difficile anche accompagnare questa fase con iniziative concertate perché viene meno l’affidabilità degli interlocutori. Questo intervento normativo denuncia una incapacità a guardare avanti con una visione di medio lungo termine e questo ci preoccupa”.

Sempre su Collettiva.it la valutazione sulla firma del Patto sulla scuola

Su Il Sole 24 ore il contenuto del Patto: “Il decreto Sostegni bis porta in dote alla scuola un maxi piano di assunzioni per 70 mila docenti. Inclusi una mini sanatoria per 18.500 precari e un concorso sprint per 3mila docenti Stem. Ma il pacchetto include anche un fondo di 400 milioni per l’acquisto di beni e servizi per l’emergenza e uno stanziamento da 70 milioni per il noleggio di gazebo e l’affitto di locali aggiuntivi con cui tamponare il sovraffollamento delle classi

Per quanto riguarda la discussione sulla riforma Fiscale, Secondo Roberto Mania di La Repubblica, il premier ha stoppato Letta ma in testa come ridisegnare le tasse nel nostro Paese, ce l’ha: “La tesi di Draghi è che in questo momento non bisogna strozzare in alcun modo l’economia né con politiche fiscali punitive, né con politiche monetarie restrittive. Ci sarà un rimbalzo dell’economia già in questo trimestre, grazie alle prime riaperture, ma non è scontato che poi seguirà una ripresa solida e strutturale con tassi più alti rispetto al pre-Covid.
La cornice della sua riforma Draghi l’ha già disegnata. Intanto c’è forte il principio della progressività (chi più ha, più paga in maniera progressiva e non solo proporzionale) come stabilisce la Costituzione. Ieri l’ha ripetuto anche per riprendere la distanza dall’idea della tassa piatta proposta dal centro destra. Perché di fatto la flat tax favorisce i redditi alti e ormai — l’hanno capito anche negli Stati Uniti di Joe Biden — che il meccanismo del cosiddetto “sgocciolamento” (trickle-down), in base al quale il vantaggio si scaricherebbe anche sui ceti in basso, non funziona. Progressività, dunque, e organicità. Non ha riforma a pezzetti (la tassa di successione, poi le aliquote Irpef e così via) ma un nuovo sistema di tassazione organico che riguardi tutti i prelievi e tutti gli attori economici, famiglie e anche imprese. Questione di metodo, per appunto. E nel Pnrr consegnato alla Commissione europea c’è l’indicazione di una revisione delle aliquote dell’Irpef con l’obiettivo di semplificarle, razionalizzarle e ridurre il prelievo. Chi e come lo deciderà? Ci sarà prima una legge delega approvata dal Parlamento che per sua natura resterà piuttosto generica, poi sarà nominata una Commissione di esperti che - come ha detto Draghi nel suo discorso programmatico - "conoscono bene cosa può accadere se si cambia un’imposta". Fece così la Danimarca nel 2008, fece così l’Italia all’inizio degli anni Settanta. La riforma, allora, sarà scritta dai tecnici. Ancora Draghi: "Una riforma fiscale segna in ogni Paese un passaggio decisivo. Indica priorità, dà certezze, offre opportunità, è l’architrave della politica di bilancio". Così c’è poco spazio per i partiti se guardano alle prossime elezioni. Amministrative”.

È possibile leggere il contenuto del decreto Sostegni bis a pag, 2 del Corriere della Sera, illustrato in conferenza stampa dal premier Draghi, nel pezzo a cura di Enrico Marro: “Via la decreto, bonus assunzioni, mutui agevolati per i giovani. Pil, rimbalzo previsto in questo trimestre. Il governo invia il pacchetto sulle semplificazioni a Bruxelles. Provvedimenti per 40 miliardi. Il capo dell’esecutivo rivendica: stiamo rispettando gli impegni. Al Consiglio europeo il meccanismo di riallocazione dei migranti”.

Dal fronte pandemia e vaccini, aumenta l’ottimismo, la previsione/augurio è che a giugno tutta l’Italia sia colorata di bianco. Anima la discussione la richiesta delle Regioni di vaccinare i turisti, contrarietà del commissario Figliuolo per la difficoltà gestionale dell’operazione.

L’apertura di Collettiva.it è dedicata ad una nuova tappa del viaggio nelle città turistiche del Paese alle prese con una nuova stagione si spera turistica. Questa mattina Patrizia Pallara ci porta a Napoli
Aspettando la ripresa

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