Sulle prime pagine
Lo scontro politico sulle riaperture non si placa. Oggi i giornali titolano sulla prudenza del presidente del Consiglio, Mario Draghi e del ministro della Salute, Roberto Speranza a proposito dell’abolizione totale del coprifuoco e delle accelerazioni chieste da Salvini e dal centro destra. “”Riaperture, Draghi rallenta”, è il titolo del Messaggero. Corriere della Sera: “Draghi frena tutti”. Repubblica rigira la questione cercando di vedere i lati positivi: “A luglio vaccini ai ragazzi”. Il governo pronto ad allargare la campagna vaccinale alla classe d’età 12-15, si attende solo il via libera dell’Ema. Nel frattempo Pfizer gela l’Italia: il richiamo va fatto entro 21 giorni e il commissario Figliuolo preme per la somministrazione di AstraZeneca ai 50enni. E’ gara sulle riaperture e la fine del coprifuoco, ma Speranza frena. L’altro tema molto centrale oggi è quello relativo alle tragiche notizie che arrivano dal Medioriente. Repubblica: “Giorni di sangue tra Israele e Hamas. Una scena che per molti osservatori viene caratterizzata anche dall’ombra di Erdogan che vuole diventare il padrone del Mediterraneo. La situazione a Gaza e in Israele è incandescente. Altre notizie che trovano molto spazio sulle prime pagine di oggi riguardano le schermaglie tattiche intorno alla poltrona di sindaco di Roma con le “azioni” in salita dell’ex ministro dell’economia Roberto Gualtieri. Su quasi tutte le prime pagine una tragica notizia di cronaca: un ragazzo di 19 anni, Mirko, muore accoltellato in Sardegna per salvare la madre dall’aggressione dell’ex compagno.

Economia e lavoro
Sulla prima pagina del Sole 24 ore una notizia positiva per quanto riguarda l’economia del Paese: “L’industria recupera 100 miliardi”. Lo scorso anno l’industria italiana ha perso 88 miliardi di ricavi, a fine 2021 ne avrà recuperati oltre 100: in valori correnti il fatturato si avvia a chiudere il gap rispetto al periodo pre-Covid. La previsione è contenuta nell’analisi di Intesa Sanpaolo e Prometeia. Sempre sulla prima pagina del Sole 24 ore una notizia sulle pensioni. Si abbassa la soglia dimensionale delle imprese che possono usufruire dei contratti di espansione per lo scivolo dei dipendenti vicini alla pensione. La soglia si abbasserà permettendo i contratti di isopensione anche in aziende sotto i 100 dipendenti. La novità sarebbe contenuta nel Dl sostegni bis. Si distingue da  tutte le altre aperture quella de La Stampa che lancia una intervista al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini (vedi più avanti).

Sicurezza sul lavoro: l’annuncio di Orlando
Sulle prime pagine di oggi è invece scomparso il tema della sicurezza dopo qualche giorno di attenzione in più al tema suscitata dalla morte della giovane operaia tessile Luana D’Orazio. Il tema viene però rilanciato nelle pagine interne con i resoconti dell’incontro di ieri tra il governo (rappresentato dai ministri del Lavoro, Orlando e della Salute, Speranza) con i sindacati. Se ne parla in particolare nel pezzo di Giorgio Pogliotti sul Sole 24 ore (p. 15): “Orlando annuncia 2100 nuovi ispettori per la sicurezza”, in quello di Massimo Franchi sul manifesto (p.6): “Orlando: pronto nuovo capo dell’Ispettorato” e sull’Avvenire, a pagina 15: “Ancora due morti sul lavoro. In arrivo 2100 nuovi ispettori”. Sul sito di Collettiva il resoconto dell’incontro di ieri tra sindacati e governo a cura di Roberta Lisi . Oggi il sito di Collettiva apre con una intervista alla segretaria confederale della Cgil, Rossana Dettori (vedi più avanti)

Landini: vogliamo un accordo sulla sicurezza sul lavoro
Arrivare subito alla definizione di un “Accordo per la sicurezza” tra governo e parti sociali, fare assunzioni mirate nei servizi pubblici per garantire più prevenzione, ispezioni e controlli, condizionare le risorse del Pnrr destinate alle imprese e alle aziende al rispetto dei contratti e di tutte le norme su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, fino ad arrivare ad una vera e propria patente a punti. Sono queste le principali richieste che il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha avanzato al tavolo sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che si è tenuto con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, il ministro della Salute, Roberto Speranza, e i vertici di Cgil, Cisl e Uil.
“Quella degli incidenti e dei morti sul lavoro – ha sottolineato il leader della Cgil – è una vera e propria emergenza nazionale. È necessaria una strategia sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per dare finalmente risposte adeguate. Strategia che deve essere finanziata anche con il Pnrr e i fondi per la coesione europei e nazionali. Le risorse destinate alle imprese e alle aziende devono, però, essere condizionate al pieno rispetto delle garanzie di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, alla regolarità contrattuale e alla legalità”. Per il segretario generale della Cgil, “per superare l’emergenza è necessario fare rapidamente assunzioni mirate nei servizi pubblici per aumentare la prevenzione attraverso più formazione, ispezioni, controlli e una maggiore ricerca sulla sicurezza. E’ inoltre necessario rafforzare la rappresentanza sindacale dei lavoratori in tutti i luoghi di lavoro e valorizzare la contrattazione come misura di prevenzione”. Landini, infine, ha rilanciato la proposta di una patente a punti per le imprese, come strumento di controllo “sulla regolarità e il rispetto delle norme sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la legalità e l’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro”.
E di questi temi si discuterà oggi, dalle 10 alle 12,30, nell’assemblea nazionale organizzata da Cgil, Cisl, Uil. Parteciperanno i segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, con lo slogan: “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro”. All’assemblea parteciperanno i rappresentanti, Rsa/Rsu – Rls/Rlst. L’iniziativa si potrà seguire in diretta sui canali social della Cgil e su Collettiva.it. 

Tra le interviste di oggi
Porti e Ponte

Su La Stampa parla il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità, con l’aggettivo “sostenibili”, come ci tiene a sottolineare lui stesso, Enrico Giovannini. Nella intervista rilanciata come primo titolo del quotidiano di oggi Giovannini non si tira indietro su nessuno dei temi più caldi. Prima di tutto gli sbarchi e l’accoglienza. Possiamo dire che con il governo Draghi i porti sono e resteranno aperti?, chiede Niccolò Carratelli: “Ci sono chiare norme vigenti, ancora più importanti da rispettare in epoca di Covid: bisogna salvare le persone e metterle in sicurezza dal punto di vista sanitario. Ma ci sarà una sintesi politica complessiva, che spetta al presidente Draghi e al governo nella sua collegialità”. Dai porti ai ponti, quello famigerato sullo stretto di Messina è un progetto che torna in auge, nonostante non sia inserito nel Pnrr? “Oggi ci sono alcune condizioni diverse rispetto al progetto originario, dal punto di vista economico, normativo e trasportistico. Ad esempio, c'è la novità della linea ferroviaria ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria, quella sì inserita nel Piano di Ripresa e Resilienza. La relazione tecnica della commissione istituita al ministero è stata inviata al Parlamento: vengono scartate le ipotesi dei tunnel, mentre si suggerisce di fare uno studio di fattibilità tecnico-economica sulle soluzioni del ponte a una o a più campate. In quest'ultimo casa servono anche analisi sismiche, perché la posizione del ponte sarebbe diversa, più vicina a Reggio Calabria e a Messina Sulla base di questa relazione ci sarà un dibattito pubblico». Quindi da parte sua non c'è un pregiudizio negativo di partenza... “Io invito sempre a discutere sui fatti e a prendere decisioni informate, abbandonando il dibattito ideologico a cui abbiamo assistito in passato. Ci sarà una discussione tra le forze politiche, in Parlamento e nell'opinione pubblica, poi si deciderà se fare o meno questo studio di fattibilità”. Da un'opera tutta sulla carta a un'altra da tempo in esecuzione: sulla linea ad alta velocità Torino-Lione nessun ripensamento, giusto? «L'opera è in esecuzione, sulla tratta europea c'è un accordo definito e approvato dal Parlamento. Sulla tratta nazionale serve la progettazione e il dibattito pubblico, così da ragionare sul tracciato e sulle opere compensative, coinvolgendo i cittadini. Più ingenerale, l'alta velocità ha cambiato la vita dei territori in cui è arrivata: per questo è fondamentale che anche al Sud ci sia questa opportunità, con il completamento della linea Salerno-Reggio e con la Napoli-Bari”. Non bisogna però dimenticarsi delle linee locali, dei treni dei pendolari, quanti sono i soldi previsti dal Piano? “Abbiamo stanziato 25 miliardi sulle ferrovie, di cui 10 sull'alta velocità Salerno-Reggio e Brescia-Padova. Ma parallelamente, anche grazie al fondo complementare collegato al Pnrr, è previsto un investimento senza precedenti sulle linee regionali, con un potenziamento della flotta dei treni, aumentando le linee elettrificate e, in alcuni casi, sperimentando nuove tecnologie come l'idrogeno prodotto da fonti rinnovabili. Ma dove non puoi portare l'alta velocità, devi intervenire per collegare le aree interne: ci sono 300 milioni per strade provinciali in tali aree….

Regole per gli ingressi e appello all'Europa
Di immigrazione, flussi e sbarchi parla sull’Avvenire (p.13) la ministra dell’Interno, Lamorgese: “Flussi regolari e più corridoi, regole giuste per chi arriva”. Da tempo, in previsione degli incrementi degli sbarchi in estate – dice Lamorgese - stiamo insistendo con tutti gli interlocutori europei, coinvolti come noi nella complessa trattativa sul nuovo Patto Immigrazione e Asilo proposto dalla Commissione. E cosa avete chiesto? Una tempestiva attivazione di un meccanismo d'emergenza finali77ato al ricollocamento nei Paesi dell'Unione disponibili dei migranti salvati in mare durante eventi di soccorso e ricerca. Nel frattempo i barconi partono. Lei ha incontrato le autorità politiche di Libia e Tunisia. Quali impegni concreti stanno assumendo quei governi? In Libia sono stata il 19 aprile, poco dopo la visita del presidente Draghi. E il 20 maggio tornerò a Tunisi insieme alla commissaria europea Ylva Johansson. La presenza dell'Europa è fondamentale per stabilizzare quei Paesi e per governare i flussi migratori in una logica di partenariato che sappia comprendere, nello stesso pacchetto, progetti di sviluppo, azioni contro il traffico d'esseri umani e garanzie per il rispetto dei diritti umani dei migranti. In particolare la Tunisia, dove la crisi economica innescata dal Covid 19 ha colpito duramente, la classe media deve essere aiutata a rafforzare il suo sistema economico e sociale, anche grazie a finanziamenti europei. E nel caso della Libia? Stime locali riferiscono di 50-70mila migranti in attesa sulla costa, oltre a quelli trattenuti nei centri. Per la Libia, come ho ribadito all'Alto commissario dell'Acnur Filippo Grandi, il governo vuole proseguire con convinzione sulla linea delle evacuazioni umanitarie, che ha già portato alla realizzazione di 8 corridoi per i migranti più vulnerabili. E che sta portando alla definizione di un nuovo protocollo per l'accoglienza di altre persone bisognose di protezione.. 

La battaglia di Roma
Un’altra intervista da segnalare è quella al segretario del Pd, Enrico Letta, che fa il punto sulla battaglia per la poltrona di sindaco della capitale: “Gualtieri in Campidoglio, tutto il Pd unito per Roma” (Messaggero, p. 7). Nella intervista Letta porge un ringraziamento politico a Zingaretti e sottolinea l’importanza di una scelta inedita come quella di candidare un ex ministro dell’Economia alla carica di sindaco. “Io credo – spiega Letta - che il fatto che su Roma si sia ragionato su due pesi massimi come Gualtieri e Zingaretti denoti l'attenzione massima del Pd perla Capitale. Che io ricordi, mai prima d'ora un ex ministro dell'Economia che aveva ricoperto incarichi di prestigio anche in Europa, si era candidato a sindaco di Roma. Quindi nessuna paura: ci sarà una sfida di carattere nazionale, di grande importanza e molto più impegnativa di quella del 2016. E questa è una buona notizia per la città”. Roberto Gualtieri è un candidato di grande peso, ma Zingaretti è quello che ha portato la Regione Lazio in cima alla classifica di efficienza nella risposta sanitaria alla pandemia e nella campagna di vaccinazione. Non è che poteva avere una marcia in più? “Con questa intervista voglio ringraziare Nicola Zingaretti, perché in qualche modo siamo fratelli gemelli, ho avuto il piacere di raccogliere il suo testimone e di completare il suo lavoro nella segreteria nazionale. E anche per aver guardato e condiviso con me all'opzione legata a una scelta che non terremotasse la giunta regionale del Lazio, una giunta che ha portato avanti una politica sulla pandemia che ha reso orgogliosi tutti i romani e i residenti nel Lazio e che ha tenuto la Regione in zona gialla per più giorni rispetto al tutto resto d'Italia.. Ma sul Pd si registra anche una visione molto critica che arriva da Antonio Bassolino, per tanti anni sindaco di Napoli: “Povero Pd, ormai è senza popolo”, dice Bassolino a Giorno, Il Carlino e la Nazione (p.8)

Alleati del Pd ?
Un’altra intervista politica è quella all’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte sul Fatto Quotidiano (p. 2) che ha organizzato un forum con la partecipazione di Paola Zanca, Gad Lerner e Antonio Padellaro. “Ho già scritto il programma, alleati al Pd, non subalterni”. L’ex premier conferma il sostegno dei Cinque Stelle al governo, ma senza cedimenti agli uomini della provvidenza e sulla giustizia. “Sarà un movimento intriso di cultura ecologica, saremo all'avanguardia in questo. Saremo dalla parte dell'inclusione e della giustizia sociale. Siamo di sinistra? Classificateci come volete, ma la realtà è che guarderemo anche alle esigenze dell'elettorato moderato. Ame interessa abbassare le tasse: sono di destra? Va benissimo. (Lerner) Forse vanno fatte pagare di più a chi evade o a chi ha grandi patrimoni... La soglia dell'imposizione fiscale è già elevata. I pagamenti digitalizzati consentono l'emersione del sommerso. E poi dobbiamo riformare il fisco per renderlo più equo. Basterebbe evitare i condoni...

Su Collettiva.it
L'apertura di oggi è dedicata alla mobilitazione del sindacato sulla sicurezza sul lavoro. Parla la segretaria confederale della Cgil, Rossana Dettori.  L'iniziativa di oggi di Cgil, Cisl, Uil è solo il primo momento della mobilitazione, spiega Dettori. "Siamo consapevoli della gravità della situazione: per questo in pochissimi giorni abbiamo convocato questo appuntamento, abbiamo bisogno di confrontarci con quanti nei luoghi di lavoro sono impegnati a fronteggiare questa emergenza. Ma è appunto la prima, il 20 maggio ci saranno iniziative unitarie nei luoghi di lavoro, dove sarà possibile in presenza, con la partecipazione del gruppo dirigente nazionale delle tre organizzazioni. Vogliamo essere con i lavoratori e con le lavoratrici, ciascuno di loro deve sapere di non essere solo. Ma deve anche acquisire la consapevolezza dell’importanza della prevenzione e della sicurezza. E poi a fine mese un’altra catena di presidi territoriali, davanti alle prefetture e non solo. E se non avremo le risposte urgenti che ci aspettiamo, per quanto ci riguarda, non escludiamo nemmeno il ricorso allo sciopero. Nella rubrica Buona Memoria Ilaria Romeo  parla dell'omicidio di Giorgiana Masi Il 12 maggio del 1977, durante la manifestazione organizzata dai radicali per l’anniversario del referendum sul divorzio, scoppiano tafferugli con le forze dell’ordine durante i quali viene colpita mortalmente alle spalle Giorgiana Masi, 19 anni, una ragazza come tante altre che pagherà l’incolpevole colpa di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato.

Iniziative e mobilitazioni
Morti sul lavoro, oggi l’assemblea di Cgil, Cisl, Uil

E’ bastato che la morsa della pandemia allentasse lievemente la sua presa e consentisse di riprendere in modo più regolare tutte le attività lavorative, con i ritmi e i carichi di lavoro di sempre, che il dramma delle morti sul lavoro, per cause altre dal Covid 19, si riproponesse nella drammatica “ordinaria” frequenza. Ancor più in questo tempo dove è prioritaria per il nostro Paese la ripresa e la ripartenza, va alzata l’attenzione sulle misure di prevenzione e protezione e sul rispetto della normativa perché un lavoratore, una lavoratrice che esce di casa per andare a lavorare ha il diritto di tornarci, la vita delle persone deve essere un valore collettivo superiore al profitto. Per questo, per dire ancora una volta basta, delineando precisi interventi d’azione, individuando soggetti e ambiti che concretizzino quanto urgente e necessario, per oggi, mercoledì 12 maggio, dalle 10 alle 12,30, Cgil, Cisl, Uil hanno organizzato un’assemblea nazionale che vedrà la partecipazione dei segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, con lo slogan: “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro”. All’assemblea parteciperanno i rappresentanti, Rsa/Rsu – Rls/Rlst. L’iniziativa si potrà seguire in diretta sui canali social della Cgil e su Collettiva.it. 

In piazza i dimenticati del gioco
Sul Corriere della Sera (p.6) Claudia Voltattorni parla della protesta dei lavoratori delle sale gioco e dei casinò. In 150 mila fermi da trecento giorni (e 6 miliardi persi), rischio illegalità. Trecento giorni chiusi. L'ultimo al lavoro è stato 1126 ottobre 202o. Da allora nessuna data, neanche presunta, di riapertura. «Ormai siamo un settore dimenticato». Ecco perché stamattina nelle principali città d'Italia protesteranno i lavoratori delle sale giochi, delle sale Bingo e dei casinò in una giornata di mobilitazione nazionale organizzata dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltuc con l'ashtag #illavorovince. Centocinquantamila lavoratori fermi da quasi un anno con 1,5 mila attività chiuse. E nessuna certezza di ripartenza. Tra i lavoratori si parla dei primi giorni di giugno ma niente in realtà è stato ancora definito ufficialmente. «Noi siamo ancora in zona rossa», dice Danilo Lelli della Filcams Cgll. “Perfino quando la Sardegna è diventata zona bianca e tutte le attività hanno potuto ricominciare a lavorare — racconta —, le sale giochi sono rimaste chiuse, eppure noi abbiamo tutti i protocolli di sicurezza, come accade negli altri settori”. Macchine da gioco accese una sì e una no, per mantenere il distanziamento e igienizzate alla fine di ogni utilizzo; zone food e beverage chiuse; sale fumo chiuse. “I protocolli ci sono e vengono rispettati, ma sembra che la scelta di tenerci chiusi sia dettata più da motivi ideologici che di sicurezza”, dicono gli operatori del settore che ogni anno porta introiti da n miliardi di euro alle casse dello Stato e che invece in questi mesi di stop ha dovuto segnare un meno sei miliardi. Una ricerca della Luiss Business School di Roma ha calcolato un calo del 41% del gioco in presenza con una spesa ridotta, nel 2020, del 33%. Ma allo stesso tempo, sottolinea la ricerca, aumenta la fruizione online e soprattutto del gioco illegale. “Questo è il secondo problema dovuto alla chiusura — avverte Lelli —, così si favorisce la criminalità organizzata: noi siamo un settore regolato da concessioni statali, continuare a tenere chiuso significa favorire l'illegalità, e così si rischiano ulteriori danni…

Tutte le notizie in agenda
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale  e l’agenda di Collettiva.it