Sulle prime pagine

Mentre in Italia lo scontro politico si concentra sulla riforma della giustizia con le proposte e le "minacce" della ministra Cartabia (se non ci sarà la riforma a rischio il Recovery Plan) e la relativa polemica tra Pd e Lega (mossa propagandistica di Salvini che lancia l’idea del referendum), in Medioriente riesplode la tensione a Gerusalemme e sulle coste italiane ricominciano gli sbarchi con le drammatiche notizie sulle morti in mare. “Migranti, Draghi all’Eu: un patto con la Libia”, è il titolo di apertura di Repubblica. Alla luce della nuova emergenza, il governo italiano chiede aiuti a Bruxelles per fermare le partenze e l’ingerenza di Erdogan. Il problema è la ricollocazione dei profughi partiti dalla Libia ma provenienti da vari Paesi. La disperazione dei 2128 sbarcati a Lampedusa. Il Corriere della Sera parla di una previsione di almeno 70 mila profughi in arrivo: la ministra Lamorgese chiama l’Europa. Il secondo titolo di Repubblica, ma anche del Corriere della Sera e di altri quotidiani riguarda invece gli scontri e il lancio di razzi a Gerusalemme. Su La Stampa: “Israele brucia: morti e centinaia di feriti nella battaglia delle case. Le altre due tematiche che vengono riprese sulle prime pagine riguardano la battaglia dei vaccini con le nuove previsioni del commissario Figliuolo e lo scontro politico tra Pd e Cinque Stelle dopo la rottura sulle candidature per la poltrona di sindaco di Roma. Sulla vera e propria strage del lavoro della scorsa settimana riparte la mobilitazione dei sindacati in vari territori. Oggi la teleconferenza con il ministro del lavoro, Andrea Orlando e domani l’assemblea nazionale di Cgil,. Cisl, Uil.

Morti sul lavoro, la mobilitazione dei sindacati
Il manifesto (p. 4) rilancia la notizia dei tre giorni di presidi e scioperi contro le morti sul lavoro. Ieri a Perugia, oggi e domani sciopero e presidio a Varese, Bergamo e Gubbio, giovedì sit-in a Padova in ricordo dei due operai morti alle Acciaierie Venete nel 2018. Su Collettiva.it Giorgio Sbordoni fa il punto  su  tutte le iniziative che sono state organizzate in questi giorni nei vari territori contro la strage del lavoro. Da ieri fino a giovedì proteste in molti territori contro la mancata sicurezza, resa ancora più evidenti dalle ultime vittime. Ieri il presidio a  Perugia, oggi e domani sciopero e presidio a Varese, Bergamo e Gubbio, giovedì sit-in a Padova in ricordo dei due operai morti alle Acciaierie Venete nel 2018. 
Intanto per domani è prevista un'iniziativa nazionale, una grande assemblea nazionale cui parteciperanno i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, i delegati e i rappresentanti perla sicurezza da tutta Italia. Sull’Avvenire troviamo la notizia dell’incontro tra il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, e i sindacati. Bassetti chiede a tutti “una riflessione comune per affrontare insieme questa emergenza”. I dati sugli infortuni sul lavoro - nell'ultima settimana sono morte 14 persone - sono «drammatici» e «devono farci riflettere». Così si è espresso Bassetti, nell'incontro, presso la sede della Cei, con i segretari generali della Cgil e della Cisl, Maurizio Landini e Luigi Sbarra, e il segretario organizzativo della Uil, Emanuele Ronzoni. “In modo particolare, gli organismi preposti in materia, soprattutto i datori di lavoro, sono tenuti a far operare in sicurezza i lavoratori, e questi ultimi a rivendicare il diritto al lavoro in condizioni sicure”, ha sottolineato Bassetti che ha precisato come servano «una strategia e una for 13.583 Denunce di malattia professionale protocollate dall'Inail nel primo trimestre del 2021 (-3,7%) te iniziativa nazionale che coinvolga tutti, governo, istituzioni e cittadini». L'appello è stato rilanciato anche dai rappresentati dei sindacati. 
Su Conquiste del lavoro, giornale della Cisl, la notizia della convocazione del ministro Orlando per la teleconferenza con i sindacati. La tragica scia di incidenti sul lavoro, troppo spesso mortali, sembra non fermarsi mai. Un'emergenza continua che ha indotto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in seguito alle morti bianche susseguitesi nei giorni scorsi, a convocare oggi, in teleconferenza, Cgil, Cisl e Uil sulla sicurezza sul lavoro. Ci sarà anche il ministro della Salute, Roberto Speranza. Inoltre i sindacati hanno organizzato per domani un'Assemblea nazionale per chiedere di "Fermare la strage nei luoghi di lavoro". Vi prenderanno parte i segretari generali Cgil Cisl Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, delegati e rappresentanti per la sicurezza. "È bastato che la morsa della pandemia allentasse lievemente la presa e consentisse di riprendere in modo più regolare le attività lavorative che il dramma delle morti sul lavoro, per cause diverse dal Covid, si riproponesse nella drammatica "ordinaria" frequenza" - si legge nella nota di Cgil, Cisl e Uil firmata dai segretari confederali Rossana Dettori, Angelo Colombini e Ivana Veronese. "Ancor più in questo tempo dove è prioritaria per il nostro Paese la ripresa e la ripartenza - sottolineano - va alzata l'attenzione sulle misure di prevenzione e protezione e sul rispetto della normativa perché un lavoratore, una lavoratrice che esce di casa per andare a lavorare ha il diritto di tornarci". (vedi più avanti i dettagli dell’iniziativa di domani).

I temi del momento

E’ di nuovo emergenza sbarchi
Su quasi tutti i quotidiani e i siti web le notizie sulla nuova ondata di sbarchi di immigrati. Dal Corriere della Sera (p. 10). “Un paio di giornate di bel tempo sono state sufficienti per far rivivere a Lampedusa un copione già visto. Una ventina di sbarchi, più di duemila migranti arrivati sull'isola frontiera d'Europa, con tutte le difficoltà consuete nel garantire accoglienza in un quadro aggravato dall'emergenza sanitaria. Tra pescherecci, barconi e barchini, il flusso di migranti soccorsi e fatti sbarcare, tra cui donne e bambini, è stato continuo. Nella notte tra domenica e lunedì più di seicento persone hanno dormito all'addiaccio sul molo Favarolo mentre l'hotspot di contrada Imbriacola si riempiva oltremisura. “La situazione non è sotto controllo, non può esserlo. Se dovesse esserci un caso di Covid sarebbe complicatissimo in queste condizioni gestirlo e mantenerlo in isolamento”. Così Francesco Cascio, ex presidente dell'Assemblea regionale siciliana e da tre anni responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa. Per alleggerire l'isola, che ha contato più di 2.100 persone sbarcate in poco più di 24 ore, circa 300 persone sono state trasferite sulla nave quarantena (in serata se ne attendeva una seconda), altri duecento sono stati imbarcati sul traghetto di linea per Porto Empedocle e andranno negli hotspot in Sicilia, ma se gli sbarchi continueranno a questi ritmi nei prossimi giorni la situazione si farà sempre più complessa…” Ovviamente in questa situazione è Salvini che gongola accusando la debolezza del governo di cui egli stesso fa parte. Basta con gli sbarchi, dice, non possiamo sostenerli.

La spallata della ministra Cartabia
La sintesi delle proposte sulla giustizia del governo la prendiamo dal pezzo di Conchita Sannino su Repubblica (p.15). “Riforma della giustizia o salta tutto il Recovery. La ministra Marta Cartabia ribadisce l'indispensabile pre-condizione ieri, in riunione con i capigruppo della maggioranza in commissione alla Camera, per il ddl sul processo penale. Si parte soprattutto dalle modifiche su appello e prescrizione. Invitando tutti i partiti «a non considerarsi avversari, ma compagni di strada», e richiamando il lavoro della commissione che ha lavorato in via Arenula in questi mesi, Cartabia punta tutto su un netto snellimento. Ma la strada non è in discesa: “Ci sono criticità”, hanno fatto sapere subito i 5Stelle. Sul fronte dell'appello: il pm non potrà appellare né le sentenze di assoluzione né quelle di condanna, ma pub ovviamente ricorrere in Cassazione (se la suprema Corte annulla, si torna poi in appello). E la stretta non esclude la difesa: visto che l'imputato potrà ricorrere solo per una lunga serie di motivi previsti dalla legge. Ma da via Arenula si tiene a sottolineare che in questo modo «non si vuole limitare la difesa, ma introdurre principi di maggior rigore per contestare la condanna di primo grado». Sul fronte della prescrizione, sono due le proposte. La prima indica la sospensione della prescrizione dopo la condanna in primo grado, con ripresa se l'appello non si conclude in 2 anni; l'altra, la prescrizione processuale che si interrompe con l'esercizio dell'azione penale. Se il processo dura più di 4 anni in primo grado, 3 in appello e 2 in Cassazione, interviene l'improcedibilità. Si tratta dei termini di ragionevole durata del processo previsti, per quelle fasi, dalla legge Pinto.

Visco: sulle tasse è più bravo Biden
Ex ministro delle finanze per i governi Prodi, D’Alema e Amato, Vincenzo Visco ha dedicato la sua carriera alla battaglia per la giustizia fiscale. “Da noi – dice oggi in una intervista al Fatto Quotidiano (p. 9) – Joe Biden passerebbe per un radicale, ma alzare le tasse ai ricchi e rendere la fiscalità più progressiva serve" Sono molti anni che il dibattito a sinistra negli Stati Uniti è molto più avanzato che in Italia e in Europa; negli Stati Uniti, infatti, non vi sono a sinistra complessi legati a passate militanze socialiste o comuniste. Biden non fa che interpretare lo spirito del tempo, ma in Europa già si dice che la sua radicalità gli farà perdere voti. Staremo a vedere, quel che è certo è che Biden non è un radicale: la sua storia politica potrebbe farlo accostare a personaggi come Letta o Veltroni che sono oggi su posizioni molto più moderate delle sue. Sul fisco si può fare molto anche se non è la panacea di tutti i mali e da sola la politica fiscale non può risolvere il problema dell’aumento della diseguaglianza. “A livello globale le perdite di gettito attribuibili alle multinazionali vengono stimate in 240 miliardi di dollari l'anno. I Paesi più danneggiati sono quelli in cui risiede un maggior numero di grandi imprese, Stati Uniti in testa. Per l'Italia può valere 8-10 miliardi di euro. ma intanto i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. “Una riforma fiscale (che oggi è matura a venti anni dall’ultima dovrebbe aumentare la progressività delle imposte sul reddito, introdurre forme ordinarie di tassazione patrimoniale, riformare le imposte di successione, impedire che spese personali dell'imprenditore e della famiglia diventino costi deducibili per l'azienda... Si potrebbe anche pensare a una tassa sui sovraprofitti o sui guadagni extra realizzati nei due anni di pandemia. “Quello che va fatto è semplice: un buon sistema fiscale dovrebbe rispettare due principi di fondo, quello dell'equità verticale, cioè la progressività, e quello dell'equità orizzontale, l'eguaglianza. Il sistema attuale non rispetta né l'uno né l'altro”.

Si riparla anche di pensioni
Sulle pensioni da segnalare il pezzo di oggi di Massimo Franchi sul manifesto (p.4), che cita Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil, a proposito della necessità di introdurre più flessibilità nelle uscite dal lavoro: “I paletti inseriti nella normativa sono stati troppo stretti - spiega Cigna - si tratta di lavoratori realmente bisognosi di andare in pensione che si rivolgono a noi ma si vedono in gran parte respinte le domande”. Ecco perché invece serve inserire un principio di flessibilità universale che poi può essere allargato per le categorie più bisognose. La proposta della piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil, ricorda Massimo Franchi, è l'uscita dai 62 anni di età senza penalizzazioni. E a chi obietta un costo alto per le casse dello stato - sebbene stime precise ancora non ce ne siano - i sindacati confederali rispondono che si possono utilizzare i 4,6 miliardi risparmiati da Quota 100: in realtà erano 7 ma 3,4 sono già stati rimessi per limitare il deficit con una variazione di bilancio per minor costi da parte dell'Inps. Dall'altra parte sta la proposta del presidente dell'Inps Pasquale ridico: uscita a 62 anni ma con solo la parte contributiva dell'assegno fino ai 67 anni e semplice anticipo di spesa senza impatti sui conti statali. Una pro- posta «inaccettabile» per i sindacati che stimano una pensione più dimezzata per chi decidesse di uscire a 62 anni. Una soluzione intermedia potrebbe essere ripescare la proposta Damiano-Baretta-Gnecchi del 2013. L'ex ministro del lavo- ro del Pd, l'ex sottosegretario al Mef e la attuale vicepresidente dell'Inps proposero l'uscita anticipata con penalizzazione del 2% anno sulla parte retributiva dell'assegno: a 62 anni si tratterebbe dell'8% visto che a quel tempo si andava in pensione a 66 anni. Un compromesso che potrebbe mettere tutti d'accordo. O almeno far partire una trattativa.

Figliuolo: seconda dose del vaccino anche in vacanza
Il commissario Figliuolo fa il punto della campagna vaccinale in una intervista a La Stampa (p.4). Com'è possibile che le dosi aumentino oltre le 500 mila unità al giorno?, gli chiede Grazia Longo. “In Italia ci sono circa 43 mila medici di famiglia e 20 mila farmacie. Se ogni medico inoculasse dieci vaccini al giorno, otterremmo 430.000 dosi in più alle quali se ne potrebbero aggiungere altre 100.000 per il ruolo delle farmacie. Le previsioni sono approssimative, ma se aggiungiamo a queste proiezioni quello che già facciamo possiamo riuscirci. Teniamo presente che i medici di base sono in grado di somministrare ogni anno 8-11 milioni di vaccini antinfluenzali in pochi mesi. I pazienti si fidano di loro, si rivolgono a loro con maggiore disponibilità rispetto a un anonimo seppur efficiente hub vaccinale. Per questa ragione auspico una sorta di emulazione virtuosa in modo che siano gli stessi pazienti a sollecitare il proprio dottore in base a quello che fanno altri suoi colleghi”. Ovviamente ci sono i problemi della fornitura e della conservazione delle fiale. “La consegna dei vaccini potrebbe usufruire del sistema già radicato della distribuzione dei farmaci. Mentre per la catena del freddo non c'è problema, perché una volta spacchettate le fiale possono essere tenute in un normale frigorifero. Ribadisco che dobbiamo accelerare e giugno è il mese clou, quello giusto per dare la spallata. Sarebbe dunque opportuno che da ciascuna Regione venissero smistati i vaccini per medici di medicina generale e farmacie. Anche perché dopo ci sono due mesi in cui molti italiani andranno in ferie e la campagna vaccinale deve finire entro settembre”. A proposito di ferie, è possibile effettuare la seconda dose di vaccino in un luogo di villeggiatura, in una regione diversa da quella di residenza? “Sì, attualmente è già possibile vaccinarsi fuori Regione, ma solo per esigenze particolari. Non può costituire la prassi, e per le ferie stiamo riflettendo insieme alle Regioni per trovare possibili ulteriori modalità organizzative”. 

Dopo la rottura Pd/Cinque Stelle parlano Di Maio e Raggi
Con due interviste si torna a parlare oggi dei rapporti (che appaiano lacerati) tra Pd e movimento a Cinque Stelle dopo la rottura sulla candidatura di Zingaretti alla poltrona di sindaco di Roma. In una intervista di Fabio Martini su La Stampa (p.8) la sindaca Virginia Raggi fa autocritica per la campagna contro l’ex sindaco Marino e si rivolge al suo elettorato. C’è una grande area di cittadini – dice – stanchi di essere etichettati politicamente. Tra loro tanti votanti dell’ex sindaco. A proposito di una possibile richiesta di appoggio al Pd, nel caso l’ex ministro dell’economia Roberto Gualtieri arrivasse al ballottaggio, è una questione che si porrà al secondo turno. In ogni caso la sindaca, come dice l’intervistatore de La Stampa, ha mostrato “tigna” sia come rappresentante dei Cinque stelle sia come amministratrice. “In periferia io ci abito e ci vado quotidianamente. Due dati: quando abbiamo abbattuto le villette dei Casamonica al Quadraro, le persone sono venute con le lacrime agli occhi a ringraziarci perché li avevamo liberati da una oppressione costante. Idem a San Basilio. E abbiamo portato i servizi: strade, parchi. La gente è contenta perché fai capire che le persone sono importanti, indipendentemente da dove abitano”. Luigi Di Maio, sul Fatto Quotidiano (p. 2) si dice stupito dello stupore che ha suscitato la scelta dei Cinque Stelle di ricandidare la Raggi. Rivolgendosi al Pd, il ministro degli  Esteri, chiede che si chiuda la fase della guerra di accuse. Rispetto alle tante polemiche sul mancato accordo su Zingaretti, Di Maio la fa semplice: il problema non sono i nomi dei candidati, ma i programmi. E per Roma la cosa più importante deve essere la transizione ecologica e digitale.

Su Collettiva.it
L'apertura di oggi è dedicata ad un approfondimento di Tommaso Di Felice sull'allarme licenziamenti con un articolo su tutte le crisi aperte. Dalla metalmeccanica alla moda, dal tessile alla grande distribuzione, sono centinaia i tavoli di crisi aperti al Mise e nelle diverse Regioni. Interi rami produttivi rischiano di scomparire se non si interviene in fretta. Miceli, Cgil: “Queste difficoltà sono il frutto di processi di riorganizzazione delle filiere globali, operazioni speculative e delocalizzazioni. Servono risposte immediate”. Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza interviene il segretario generale della  Slc Cgil, Fabrizio Solari intervistato da Roberta Lisi. Nella rubrica Buona Memoria oggi si parla di una tragedia avvenuta nel 1920 in una miniera di Iglesias, dove i minatori vennero uccisi per un tozzo di pane. 

Le iniziative

Morti sul lavoro, domani l’assemblea di Cgil, Cisl, Uil
E’ bastato che la morsa della pandemia allentasse lievemente la sua presa e consentisse di riprendere in modo più regolare tutte le attività lavorative, con i ritmi e i carichi di lavoro di sempre, che il dramma delle morti sul lavoro, per cause altre dal Covid 19, si riproponesse nella drammatica “ordinaria” frequenza. Ancor più in questo tempo dove è prioritaria per il nostro Paese la ripresa e la ripartenza, va alzata l’attenzione sulle misure di prevenzione e protezione e sul rispetto della normativa perché un lavoratore, una lavoratrice che esce di casa per andare a lavorare ha il diritto di tornarci, la vita delle persone deve essere un valore collettivo superiore al profitto. Per questo, per dire ancora una volta basta, delineando precisi interventi d’azione, individuando soggetti e ambiti che concretizzino quanto urgente e necessario, domani, mercoledì 12 maggio, dalle 10 alle 12,30, Cgil, Cisl, Uil svolgeranno una assemblea nazionale alla presenza dei segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, con lo slogan: “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro”. All’assemblea parteciperanno i rappresentanti, Rsa/Rsu – Rls/Rlst. L’iniziativa si potrà seguire in diretta sui canali social della Cgil e su Collettiva.it. 

Tutte le notizie in agenda
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale e l’agenda di Collettiva.it