Sulle prime pagine
Sono tre gli argomenti principali trattati oggi sulle prime pagine: il tema eterno delle riaperture, lo scontro politico tra Pd e Cinque Stelle con lo strappo di Conte sulle candidature alla poltrona di sindaco di Roma e gli ultimi sbarchi dei migranti che la destra (Salvini in testa) cerca di sfruttare a fini elettorali. Su tutti i giornali la notizia della decisione della Ue di non rinnovare il contratto con AstraZeneca e quindi con i relativi risvolti in tema di vaccinazioni e di richiami (le Regioni già rilanciano l'allarme sulla scarsità di vaccini a disposizione). I quotidiani si dividono tra questi temi e relative notizie, anche se su quasi tutte le prime pagine viene rilanciato il dibattito sul terrorismo rosso e gli anni di piombo (la presa di posizione più forte è quella di Walter Veltroni come vedremo più avanti). Corriere della Sera e Messaggero puntano sull’uscita dalla pandemia. “Riaperture, ora si anticipa”, è il titolo del Corriere della Sera, che annuncia il coprifuoco a mezzanotte dal 17 maggio, con la Lega che insiste invece per la cancellazione totale del provvedimento, prendendo esempio dalla Spagna. Intanto arrivano nuove regole per bar, piscine e banchetti. Anche il Messaggero apre con la pandemia: “Italia tutta bianca da giugno”, con una intervista al sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri che rilancia con enfasi le intenzioni del governo: “Riapriremo anche se i contagi dei giovani aumenteranno. E’ ancora tensione sul coprifuoco da allungare alle 24. La Lega insiste: “Va abolito completamente”. La Stampa mette in secondo piano la pandemia e lancia due temi politici del momento: “Migranti, ecco il piano Draghi”, è il titolo principale a centro pagine. In apertura: “Conte, strappo con il Pd: Raggi candidata a Roma”. L’ex premier spiega che il Movimento pentastellato sosterrà unito la sindaca in carica, mentre l’ex ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri scioglie la riserva e decide di candidarsi alle primarie (Zingaretti sempre più in ombra). Scelta diversa quella di Repubblica, che pur dando molto importanza alla nuova ondata di sbarchi con Salvini all’attacco, dedica l’apertura alla “Giustizia, via alla riforma”. Questa settimana Cartabia presenterà il piano per rivedere quella civile. Poi toccherà a quella penale e al Csm. Si tratta di una delle condizioni per ottenere i fondi del Recovery, ma la maggioranza appare ancora molto divisa sulle scelte da fare. I giornali della destra si divino i compiti nella rappresentazione delle posizioni dei loro leader. Il Giornale apre con il titolo “Sbarchi, i risiamo”. Libero: “Spagna, abolito il coprifuoco, mentre noi discutiamo ancora”. Il Fatto Quotidiano anticipa invece la trasmissione di Report di questa sera che parlerà del leader di Italia Viva: “Renzi e lo spione all’autogrill: le prove delle bugie su Report”. I renziani danno la caccia alle fonti dei cronisti Rai. Ma tra i rivoli delle notizie e dei commenti, ci preme segnalare la scelta de La Stampa di rilanciare il tema del lavoro con un editoriale e una importante intervista all’arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi (vedi più avanti).

Le interviste
Pandemia e riaperture
Sulla pandemia l’intervista più interessante è quella al sottosegretario Pierpaolo Sileri, a cura di Claudia Voltattorni sul Corriere della Sera (p. 5): “A giugno saremo come la Gran Bretagna, ma bisogna resistere due o tre settimane”. È pessimista per prossimi mesi, chiede l’intervistatrice? “No, tutt'altro. Ma capisco le persone e il bisogno di ricominciare a fare una vita normale, serve ancora pazienza per 2-3 settimane, aspettare che si concludano le vaccinazioni di tutti gli over 80 e che si arrivi a 30 milioni di italiani coperti con almeno la prima dose di vaccino”. Cosa dobbiamo fare nel frattempo? “Continuare a rispettare le regole: mantenere la mascherina; rispettare il distanziamento; pulire sempre le mani; non assembrarsi soprattutto: questa sarà davvero la cosa più importante. Se sono al bar a prendere un caffè e intorno ho molte persone, finito il caffè devo rimettere la mascherina per proteggermi”. Intanto stanno ripartendo tutte le attività, dai ristoranti a palestre, spiagge, piscine, cosa dobbiamo aspettarci? “I contagi saliranno di nuovo. Ma con 500 mila vaccinazioni al giorno, aumenterà anche il numero delle persone vaccinate e l'aumento dei contagi non dovrebbe avere effetti sui ricoveri”….Il sottosegretario si esprime anche sulla questione politica della liberalizzazione dei vaccini:  Cosa pensa dello stop ai brevetti proposto dal presidente Usa Joe Biden? “Penso vada esplorata una forma di sospensione, ma è importante pensare al lavoro fatto finora dalle aziende farmaceutiche, togliere il brevetto non dà un grosso vantaggio nell'immediato e rischia di fermare la ricerca. Piuttosto ora è meglio percorrere altre strade, come la produzione del vaccino per conto terzi, o accordi per produrre vaccini "no profit": va trovata una via di mezzo…”.Sileri parla anche sul Messaggero (p.3)

Sempre dal Corriere della Sera segnaliamo l’intervista al governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: “Lo stop notturno ora si può spostare, al turismo servono certezze” (Alessandro Trocino a pagina 3). Nella intervista non si parla solo di coprifuoco e di regole, ma anche di Pas europeo e di liberalizzazione dei vaccini. Non è troppo tardi per il pass europeo?, chiede Trocino: “Sì, non a caso il presidente Draghi ha anticipato di un mese quello italiano per chi scelga il nostro Paese. In Emilia-Romagna lo stiamo facendo: qui siamo pronti”. Come sta andando la campagna di vaccinazione da voi in Emilia-Romagna? “Stiamo usando il 90% delle dosi disponibili, domani apriamo le prenotazioni per i 55-59enni e giovedì quelle per i 50-54enni. A fine mese apriremo alle aziende. Se le forniture previste saranno confermate, entro l'estate avremo vaccinato tutti coloro che lo vorranno”. Giusto vaccinare prima il personale turistico? “Rispettando le priorità del piano nazionale, in Emilia Romagna vogliamo organizzarci per vaccinare gli operatori balneari e chi lavora negli alberghi e nelle strutture ricettive in ogni luogo della regione, per garantire condizioni di sicurezza ai turisti”. Lei è per liberalizzare i brevetti dei vaccini? “Sì. Da subito ho definito vergognosi i tagli alle forniture dei mesi scorsi, attuati unilateralmente da aziende farmaceutiche che hanno ricevuto consistenti fondi dagli Stati per arrivare a produrre i vaccini, da considerare un bene pubblico. Un bene pubblico da garantire anche ai Paesi più in difficoltà. L'egoismo non paga”.

Il lavoro al centro
Cgil, Cisl, Uil hanno rilanciato lo slogan il Primo Maggio: L’Italia si salverà solo con il lavoro, che è l’unica cura possibile. Se ne parla oggi su La Stampa con una intervista all’arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi e con un intervento di Veronica De Romanis sulla formazione di un mercato del lavoro europeo. “La riforma del lavoro diventi la priorità, senza sicurezza non può esserci futuro. “Se facciamo tesoro di questi giorni, spiega l’arcivescovo, possiamo impedire altre situazioni che portano a piangere a causa delle scelte non compiute. Oggi è un momento in cui si guarda agli anni a venire, ci sarà possibilità di investire, che significa una potenzialità in più e una responsabilità in più, perché la ripartenza deve garantire un lavoro stabile e sicuro. Tutte e due le cose insieme. E quindi serve un sistema rinnovato affinché non sia una solo una premessa che diventa poi propaganda e basta. Deve essere chiaro un concetto: senza lavoro sicuro e stabile non abbiamo futuro. L'umanità ha bisogno vitale di protezione della persona, e stabilità attraverso occupazioni con cui si possa guardare all'avvenire senza essere vittime del presente, indifesi ed esposti alla speculazione, al precariato”. Quale posto dovrebbe avere l'impiego nella vita della gente? “Credo debba essere ripensato anche il tempo del lavoro. Non dobbiamo mai dimenticare che è fatto per l'uomo, quindi quando il guadagno viene prima della persona, qualcuno paga un caro prezzo. C'è sempre anche l'imponderabilità, ma se al centro ci sono le persone e non la produttività e il profitto, si crea un circolo virtuoso che porta alla sicurezza, perché i rischi vengono ridotti al minimo. E questo rientra nel grande e decisivo tema della solidarietà”. In che senso? “Anche nel mondo di mestieri e professioni è necessaria la solidarietà, a cominciare dalla difesa della vita. E poi, non può più esserci una percentuale così alta di gente che è senza lavoro, oppure se ce l'ha non sa se la sera torna a casa vivo e in salute. Troppe volte sentiamo di persone che a un certo punto pur di lavorare sono disposte a tutto. Ecco che dobbiamo riflettere sui nuovi schiavi. E agire per debellare questa piaga vergognosa…”
Della centralità del lavoro per ogni azione di ripresa parla sempre su La Stampa Veronica De Romanis: “Riformare il lavoro con i fondi europei”. Si tratta di rilanciare e valorizzare uno degli strumenti messi a disposizione dall’Europa per rispondere alla crisi, il Sure, (Support to Mitigate Unemployemnt Risks in an Emergency) per far fronte all'emergenza sul mercato del lavoro. L’altro strumento era il Mes per la sanità, che come sappiamo non è stato attivato. “Si è scelto, invece, di far ricorso al Sure. Il nostro paese ha ottenuto la quota maggiore: circa 27 miliardi di cui una buona metà è già stata incassata. Gli altri Stati che ne hanno beneficiato sono quelli dell'Est (come la Romania, la Slovenia, la Slovacchia, la Lituania e l'Ungheria) e quelli che nella passata crisi finanziaria venivano raggruppati nell'acronimo PIGS (Portogallo, Irlanda, Spagna e Grecia). I grandi, come Germania e Francia, non ne hanno fatto richiesta, così come non lo hanno fatta i cosiddetti frugali (Austria, Olanda, Finlandia, Danimarca e Svezia). L'Italia si è, così, ritrovata a chiedere aiuti insieme ai più deboli. Una proposta, fortemente caldeggiata dal governo di Roma (ma non solo) è quella di rendere il Sure permanente. Ciò rappresenterebbe un passo importante verso la creazione di un mercato del lavoro europeo. La strada, tuttavia, si presenta in salita. Ad oggi, ben undici paesi si oppongono. Non si fidano…”

Gli anni di piombo
In occasione dei 40 anni dall’uccisione di Aldo Moro e alla luce degli arresti si ex terroristi in Francia, si riaccende il dibattito sul terrorismo e gli anni di piombo. Su Repubblica l’intervista a Walter Veltroni che si è schierato con il presidente Mattarella: “La verità va ancora cercata, gli anni di piombo non sono una fase che può essere relegata al passato”. Tra le altre cose Veltroni prende posizione sulla carcerazione degli ex terroristi, ma soprattutto sulla “natura” segreta di quegli anni. Il presidente Mattarella chiede che tutti i latitanti siano assicurati alla giustizia. Ha senso mandare in prigione persone che 40 anni dopo sono molto diverse da quelle che militarono nella lotta armata? “Ho molto apprezzato le parole di Mario Calabresi, figlio del commissario ucciso a Milano nel 1972. Le parole in cui non invoca la galera per i colpevoli ma chiede verità mi fanno pensare all'esperienza sudafricana dopo l'apartheid: verità in cambio di clemenza”. Il terrorismo fu anche quello delle stragi di marca neofascista, coperte o addirittura peggio, da pezzi dei nostri Servizi. “C'era la guerra fredda. C'era l'interesse che l'Italia restasse un Paese instabile osi avviasse verso una svolta autoritaria. Ecco perché Moro e Berlinguer facevano paura. Quando Moro incontra Kissinger, il consigliere della Casa Bianca lo spaventa al punto che Moro medita di lasciare la politica. Ma è un fatto che anche Berlinguer abbia subìto un tentativo di attentato in Bulgaria”. Siamo stati un Paese a sovranità limitata? “Fino al 1989 senza dubbio. Dopo, cambia tutto. E infatti, miracolo, dal covo di via Montenevoso a Milano spuntano le carte del sequestro Moro nascoste nell'appartamento. Ma la metabolizzazione dell'instabilità è arrivata fino ai nostri giorni. Guardi questa legislatura, le pare normale la serie di governi che si è succeduta?...”.Sempre su Repubblica e sempre sugli anni di piombo da segnalare il commento dello storico Miguel Gotor: “Chi copre la zona grigia”. (p.24)

La scelta ecologica non è scontata
Sul Corriere della Sera, a proposito di svolta ecologica, Federico Fubini cerca di andare oltre la superficie del dibattito mediatico. Secondo il giornalista ci sono troppi silenzi e troppi non detti nel dibattito in Italia, con il rischio che il nostro Paese rimanga un’altra volta indietro. “Sviluppare entro nove anni tutta quell'energia dal solare per esempio – scrive Fubini - significa tappezzare di pannelli oltre zoo mila ettari, quasi il 2% della superficie coltivata in Italia. Significa piantare pale eoliche letteralmente ovunque, compromettendo un paesaggio secolare e la risorsa del turismo. Eppure quel che colpisce è la distrazione. Fuori dalla cerchie degli specialisti, nel Paese non solo non se ne parla. Non c'è nessuna consapevolezza che queste scelte sono di fronte a noi. Dopo Maastricht molti Paesi, quasi tutti, hanno fortemente aumentato la loro capacità produttiva e solidità economica complessiva perché hanno capito l'euro molto presto. Dunque hanno fatto leva sul suoi molti vantaggi e si sono organizzati per ridurre al minimo gli svantaggi che avevano intuito. Noi no, continuavamo a discutere e azzuffarci sulle lettere di Togliatti e l'abbiamo pagata cara nei trent'anni seguenti. La trasformazione ambientale pone una sfida simile, trent'anni dopo. Facciamone un'opportunità, perché è possibile. Evitiamo di risvegliarci tra qualche anno pieni di rancore verso il resto d'Europa, solo perché non avevamo capito dove avevamo scelto di andare”.

Su Collettiva.it
L’apertura di oggi è dedicata alla scuola con una intervista all’insegnante veneziana, Giuliana Leorato, che racconta “anno vissuto pericolosamente”. Sempre sulla scuola da segnalare un approfondimento sulle valutazioni della Cgil sulla parte del Pnrr che riguarda l’istruzione e la ricerca  e un articolo di Emiliano Sbaraglia sugli invalsi.  A proposito di vaccini e del dibattito suscitato dalla proposta del presidente americano Biden sui brevetti da segnalare su Collettiva.it un approfondimento di Carlo Gnetti: I nemici sono due: il virus e l’aumento delle diseguaglianze, la battaglia per l’accesso ai vaccini e sui brevetti si combatte su entrambi i fronti:. Nela rubirca Buona Memoria oggi si parla di Nelson Mandela.  Il 10 maggio 1994, dopo 27 anni di ingiusta prigionia, Nelson Mandela diventa presidente del Sud Africa.  

 

 

Le notizie in agenda
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