Lo stop alla fornitura dei vaccini, ma non solo, sulle prima pagine dei quotidiani di oggi. Il Corriere della sera apre con: “Vaccini, la nuova frenata”; la Repubblica sceglie invece: “Vaccini Usa, sospeso J&J "L'Italia non si fermerà". Il Messaggero punta sulle riaperture nel calcio: “A giugno si torna allo stadio”; mentre la Stampa opta per: “Dal 2022 stop a AstraZeneca e J&J “. Il Manifesto apre con la scelta del governo giapponese di gettare in mare le acque radioattive di Fukushima: “Fukushock”; mentre il Fatto quotidiano con la decisione del Senato di restituire i vitalizi a Frmigoni e Del Turco: “Derubano la sanità e vincono il vitalizio”. Il Sole24Ore, infine, punta sui mercati internazionali: “Criptovalute all'esame di Wall Street: maxi quotazione da 100 miliardi”.

Interviste
Sul Corriere della sera, a pagina 31, Fabio Savelli intervista Gabriele Buia, presidente dell'Ance, che torna a chiedere maggiore libertà negli appalti. “Sono tante le imprese grandi, medie e piccole che in questi anni hanno resistito con le proprie forze e senza aiuti dello Stato. Siamo contrari a creare un monopolio che si occupi di grandi opere così come di manutenzioni relegando al ruolo di subappaltatori tutte le altre imprese – si legge - . Io non ho ancora visto un'impresa crescere lavorando per i general contractor: nei contratti di subappalto sono imposte condizioni capestro. Ci aggiunga che lo Stato non ha più le competenze necessarie: l'Anas ha bloccato 2 miliardi dell'accordo di programma, perché dice che ha necessità di 500 ingegneri”.

A pagina 16 del Messaggero Roberta Amoruso intervista Paola Severino, vicepresidente Luiss, sull'intelligenza artificiale. “I limiti sono necessari - dice -, e devono essere soprattutto regolamentari e normativi, per evitare che lo sviluppo del machine learning, insieme alla concorrenza spietata tra Paesi e a una prospettiva di uso geopolitico del potere tecnologico, scatenino una competizione mondiale tra sistemi dominati dall'intelligenza artificiale e non più dall'etica e dalla legge. E quali sono i rischi che corriamo? Gran parte dei pericoli deriverebbero proprio dalla deregulation, penso a tutti i rischi connessi al riconoscimento di poteri decisori, anziché solo di supporto alle decisioni; oppure alla accentuazione del divario sociale tra chi possiede le tecnologie e chi ne è privo. Insomma, una nuova corsa all'oro, ma con conseguenze molto più ampie e deflagranti, nel campo dell'economia come in quello dei modelli di vita”.

Sulla Stampa, a pagina 5, appare invece un'intervista al presidente Confcommercio Carlo Sangalli a firma di Flavia Amabile, “Siamo in attesa di un cambiamento sempre più necessario. Serve, infatti, il pieno decollo della campagna di vaccinazione, del passaporto vaccinale. Ma occorre anche avere la consapevolezza dell'insostenibilità economica e sociale del modello del 'più chiusure'. Chiediamo di riaprire, in sicurezza, certo. Ma con tutta l'urgenza che deriva dal sapere che quando si spegne un'insegna viene meno un pezzo del futuro del Paese. In altre piazze ci sono stati scontri. Se la sente di escludere che ci fossero suoi iscritti tra i violenti? Noi siamo per il rispetto sempre e comunque della legalità. E lo abbiamo dimostrato in tutti questi mesi, in ogni angolo del Paese. Anche perché crediamo nel dialogo e nella proposta per sostenere concretamente gli imprenditori che sono allo stremo”.

Giorgio Pogliotti del Sole24Ore, a pagina 20, intervista poi Ilaria Dalla Riva, direttore risorse umane Vodafone: “ L'accordo con il sindacato sul lavoro da remoto è accompagnato da interventi sul welfare per favorire la conciliazione tra vita lavorativa e familiare – si legge -: in aggiunta alle misure già esistenti, come la copertura al l00% dello stipendio dei 4 mesi di congedo di maternità facoltativo che si sommano ai 5 mesi di legge - aggiunge la manager -, abbiamo lanciato e valorizzato il parental leave, un congedo genitoriale inclusivo per i dipendenti che non possono accedere al trattamento di maternità previsto dalla legge e che prevede la possibilità di richiedere un congedo fino a sedici settimane retribuite al 100% dello stipendio. Se vogliamo ridurre il gap di genere, il tema della genitorialità deve essere condiviso.”

Su Avvenire, infine, a pagina 9, Antonella Mariani intervista Paola Concia sulla Legge Zan: “Sono convinta che i diritti civili non siano né di destra né di sinistra e questo con Mara Carfagna lo avevamo ben presente. Una legge di civiltà come questa dovrebbe necessariamente godere di un vasto consenso, e invece osservo che la legge Zan è divisiva e me ne dispiaccio. Mi aspetto che i promotori si adoperino per trovare mediazioni al rialzo che coagulino il consenso più ampio possibile”.

Editoriali e commenti
Sergio Fontana, a pagina 14 del Sole24Ore si occupa di Meridione: “Il Sud deve diventare per il Nord quello che la Germania dell'Est ha rappresentato per la Germania dell'Ovest - si legge -. La politica keynesiana tedesca è stata determinante per trasformare il Paese nella locomotiva economica d'Europa. Al Sud Il ritardo infrastrutturale è sempre più un freno non solo alla sua crescita, ma a quella dell'intero Paese. Bisognerà procedere a passo spedito nella scelta delle reti portuali, ferroviarie aeroportuali e logistiche da realizzare, completare o migliorare. Le infrastrutture possono incidere sullo sviluppo solo se programmate, realizzate e gestite in un'ottica di integrazione territoriale all'interno di una "visione" che premi lo sviluppo ordinato del territorio”.

Sul Messaggero, a pagina 18, scrive invece Eugenio Filograna, presidente autonomi e partite Iva: “La protesta è lecita, la violenza no – si legge - . Possiamo capire le loro difficoltà e la loro rabbia per quanto stanno soffrendo. Loro però dovrebbero capire che i provvedimenti e le chiusure non sono un capriccio ma una esigenza legata a questo terribile virus che mina seriamente la salute degli italiani. Onestà intellettuale vuole che al ministro Speranza vadano riconosciutele responsabilità e le responsabilità delle decisioni, decisioni che sono vincolate al Cts. Non è facile aprire quando gli scienziati dicono di non aprire. Anche noi "Autonomi e partite Iva" abbiamo manifestato a Roma in piazza del Popolo l'8 aprile scorso, ma lo abbiamo fatto pacificamente e ci siamo comportati secondo le regole della civiltà e nel rispetto delle norme previste dal lookdown. Ma le violenza no, mai fatte, mai pensate”.

Sulla Stampa, a pagina 21. Francesco Profumo si occupa di Recovery plan: “La Commissione europea, nel processo di approvazione, dovrà valutare, anche per il Pnrr dell'Italia, come per tutti i Pnrr degli altri Stati membri, non solo la pertinenza del Piano, ma anche la sua efficacia, efficienza e coerenza, declinate attraverso una serie di criteri specifici. Affinché il Piano sia approvato, è necessario che per ben 6 criteri su undici, ciascun Paese ottenga la massima valutazione. Per quanto riguarda la pertinenza, tra i 6 criteri di valutazione, è molto rilevante, quello declinato in cambiamenti e riforme (piattaforma di iniziative e riforme necessarie per migliorare le debolezze del Paese). Il calendario è stretto. Se il Pnrr sarà approvato nei tempi previsti, i primi finanziamenti della Commissione arriveranno già nel corso del 2021, con un anticipo pari al 13% del valore complessivo e le rate successive a stato di avanzamento (Sal)”.

Su Avvenire, a pagina 3, Franco Monaco scrive infine di patrimoniale: “Sarebbe sbagliato accantonare il dossier, ma è irrealistico sperare che visi possa provvedere a breve. Intanto la casa brucia. Si moltiplicano i segnali di una rabbia sociale che sta per esplodere. La povertà dilaga. Si vedano le code chilometriche alle mense dei poveri. La chiusura delle imprese e la disoccupazione assumono dimensioni di massa. Tra l'estate e l'autunno finirà il blocco dei licenziamenti. 11 mix di emergenza sanitaria ed emergenza economica si porta appresso una drammatica emergenza sociale. Di qui la proposta, che - oso dire - ne sortisce quasi come misura obbligata: una tassa di scopo, di solidarietà, della durata di un paio d'anni, giusto il tempo per fronteggiare la fase più acuta della crisi, aiutando milioni di persone e di famiglie che non ce la fanno”.

Lavoro, welfare, sindacato
Sulla Repubblica, a pagina 23, Marco Patucchi e Giovanni Pons tornano a scrivere di Ilva: “Tra i lavoratori c'è un clima di terrore, denunciano Fim, Fiom e Uilm - si legge -. La dirigenza dell'azienda è sotto tiro anche dal fronte politico: oltre all'intervento del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sulla vicenda del licenziamento, ieri la deputata di Forza Italia, Vincenza Labriola, ha invitato il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, a porre il veto sulla riconferma dei responsabili di ArcelorMittal: «Non si può accettare che al fianco dello Stato ci sia chi ha depauperato il siderurgico, chi ha smantellato gli impianti, chi ha ritardato i pagamenti, chi ha licenziato per un post, chi, con il suo fare, ha creato tensioni sociali di non poco conto». Il ministro dello Sviluppo economico non nasconde ai suoi collaboratori l'insoddisfazione sull'attuale gestione dell'Ilva, anche se dal Mise non arrivano conferme sulle voci di pressing dello stesso Giorgetti nei confronti dei Mittal per un cambio della guardia”.

Su Avvenire, a pagina 21, Paolo Pittaluga si occupa invece di Alitalia: “La compagnia ha finito le risorse -ha detto Fabrizio Cuscito, segretario nazionale di Filt Cgil - e sono a rischio sia l'operatività dell'azienda che il pagamento degli stipendi di maggio. Non abbiamo certezza di quale sia il progetto del Governo - ha rimarcato la segretaria nazionale di Fit Cisl, Monica Mascia - ma non possiamo accettare che la Ue, che ha approvato prestiti consistenti ad altre compagnie europee, operi con una doppia morale nell'interesse di altri vettori a cui serve che Ita sia una compagnia bonsai in vista della ripartenza del mercato dopo la pandemia. La compagnia bonsai è quella con solo 45 aeromobili e circa 2.500 lavoratori il che si tradurrebbe, secondo Mascia, in 8mila inoccupati”.

Sul Secolo XIX, a pagina 13, si parla poi del tavolo sul Porto di Genova. “Nel concreto, per volere soprattutto di Giovanni Toti e di Cgil, Cisl e Uil, verrà istituito un osservatorio permanente. Una sorta di cabina di regia a cadenza mensile - scrive Simone Gallotti -, per controllare la temperatura nel porto di Genova, quasi una camera di compensazione, che potrebbe già essere convocatala settimana prossima. A Paolo Signorini, presidente dei porti di Genova e Savona, è toccato aprire il summit virtuale: un intervento non casuale, incentrato sui progressi del piano di efficientamento della Culmv. E proprio su questo si è ragionato. Perché, come confermano fonti sindacali, il Comune di Genova ha ribadito la disponibilità ad accogliere un numero di camalli”.

Il Sole24ore a pagina 6 si occupa infine del tavolo tra Mise e Cdp sulle crisi aziendali. Carmine Fotina e Laura Serafini scrivono: “Ministero dello Sviluppo e Cassa depositi e prestiti avvieranno un tavolo di lavoro su questo doppio fronte, come emerge da un documento della Cdp elaborato su input del ministro Giancarlo Giorgetti che ne aveva anticipato i contorni e poi trasmesso il testo alle commissioni parlamentari competenti in seguito all'audizione dell'8 aprile. Per quanto riguardale crisi, in particolare, si potrà impiegare una quota dei 40 miliardi del Patrimonio rilancio gestito dalla Cassa. Nella sezione del fondo riservata agli interventi a condizioni di mercato è prevista la possibilità di ingresso nel capitale di grandi aziende in situazione di difficoltà temporanea”.

Collettiva oggi apre con un focus sul mondo dello sport: la riforma del settore approvata il 26 febbraio finalmente regolamenta un mondo sommerso, dominato da nero, precariato e bassi compensi. Di spalla la testimonianza del portiere del Cesena calcio femminile, alla quale la società ha rinnovato il contratto al settimo mese di gravidanza.

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