L'ipotesi di un nuovo lockdown e la mancata riapertura delle piste da sci campeggiano sulle prime pagine dei giornali di oggi. Il Corriere della sera apre con: “Il primo scontro è sullo sci. Le piste restano chiuse fino al 5 marzo”, la Repubblica sceglie: “Virus, allarme varianti. II governo non riapre lo sci”, mentre il Messaggero titola: “Lockdown per un mese questo governo ci ascolti. L'intervista a Ricciardi: Il virus corre. Da aprile vaccinazioni di massa”. La Stampa apre invece con: “Virus e lavoro, primi nodi per Draghi”, mentre il Fatto quotidiano opta per: “Covid, i migliori già litigano. Crescono i no 5 stelle e Leu”. Il Sole24Ore infine titola: “Il nuovo fisco dell'era Draghi: Le 10 sfide per cambiare”.

Interviste
Sul Sole24Ore, a pagina 8, appare un'intervista al presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi a firma di Antonello Cherchi. “Sul banco degli imputati c'è anche il codice appalti – si legge -. È quello che sento dire dappertutto: che bisogna sospendere il codice perché ci blocca. Allora togliamo quello che non è previsto dalle direttive europee, il cosiddetto gold plating, e vediamo se funziona meglio. Se celo chiedono, siamo disposti a farlo. Cioè? Se il Governo affida il compito al Consiglio di Stato, noi ci siamo. In 2-3 mesi si può fare, soprattutto se potremo contare su 4-5 esperti della materia. Ci sono poi gli snellimenti di procedure previsti dal DI semplificazioni. Possono funzionare? Non sono fatti male, ma bisogna vedere come si comporteranno all'atto pratico”.

Sulla Repubblica, a pagina 6, appare poi un'intervista di Giovanni Pons ad Alberto Bombassei. “A mio parere il tema centrale è il lavoro - dice - , l'occupazione, ovviamente dopo la sanità che oggi è prioritaria. Occorre fare di tutto per mantenere i posti di lavoro e ne vanno creati di nuovi. I nuovi lavori che stanno emergendo superano, peraltro, le distinzioni per aree geografiche. Si lavorerà spesso da rasa masi dovrà essere nelle condizioni di farlo a Milano e a Catania e anche fuori dalle grandi città. II primo passaggio delicato per Draghi sul tema del lavoro sarà il prolungamento o meno del divieto di licenziamento. Secondo lei cosa dovrebbe fare? Secondo me non è utile per il paese rimandare il problema, va affrontato, bisogna agire subito. La Cassa integrazione e il reddito di cittadinanza sono dei cerotti, non una cura di lungo periodo. Credo che il governo troverà la soluzione per produrre il minor impatto sociale possibile”.

A pagina 3 del Messaggero,  Mauro Evangelisti intervista Walter Ricciardi, consigliere di Speranza, che propone un un nuovo lockdown: “Al ministro ho sottoposto la necessità di proporre al governo tre cose, anche alla luce del problema delle varianti: lockdown breve e mirato; tornare a testare e tracciare; vaccinare a tutto spiano. Tenga conto che la variante inglese si trasmette più velocemente ed è lievemente più letale. Quella brasiliana può dare origine a reinfezioni, come è stato visto a Perugia. Per la sudafricana sembra limitata l'efficacia del vaccino AstraZeneca. Quando parla di lockdown pensa che vada applicato su tutto il territorio nazionale come a marzo 2020? Sì, perché dobbiamo limitare la circolazione del virus al di sotto dei 50 casi ogni 100mila abitanti. Deve durare il tempo necessario a tornare a questo dato di incidenza. Possono essere due, tre, quattro settimane, dipende quando si raggiunge l'obiettivo”.

In prima pagina sulla Stampa Francesca Paci intervista poi Marek Halter: “Avevo appena chiuso gli occhi dopo aver scritto a lungo quando ho sentito una presenza nella stanza e poi, nel buio, ho scorto la sagoma di due persone, due uomini con il volto coperto, vestiti di nero: dagli occhi visibili oltre il cappuccio direi che fossero bianchi. C'è stato un po' di attrito, mi hanno spinto, ma non sono stato colpito seriamente. Mi hanno detto però che se avessi urlato mi avrebbero ucciso. Lui non ha urlato e loro sono andati via, lasciando sulla scrivania soldi, carte di credito, qualsiasi cosa di valore: Non hanno portato via nulla ad eccezione delle chiavi di casa, sono entrati dalla finestra e sono usciti dalla porta. Volevano solo che su di me calasse il buio, che respirassi la paura”.

Editoriali e commenti 
Sul Sole24Ore a pagina 3 Salvatore Padula scrive di fisco: “Durante gli ultimi decenni, il sistema fiscale italiano, con poche eccezioni, è passato attraverso una lunghissima serie di interventi e riforme poco coerenti, quando non totalmente estemporanei. Interventi fatti per raccattare gettito e talvolta per inseguire il consenso elettorale. Oppure pensati solo per modificare e azzerare ciò che era stato fatto dal governo precedente. Tra i (molti) pre-requisiti di una "vera" riforma fiscale c'è sicuramente la necessità di condivisone del progetto tra le forze politiche. Una riforma impone ai contribuenti sforzi operativi e procedurali (quindi maggiori costi). Per imprese e professionisti, nulla è peggio dell'incertezza, nulla è peggio che affrontare le difficoltà di un cambiamento sapendo che un paio d'anni dopo tutto verrà superato. Il momento attuale offre forse un'opportunità che difficilmente si potrà presentare in futuro”.

Il fondo del Corriere è invece affidato a a Paolo Mieli.Per avere una prospettiva di successo alle elezioni politiche, ai partiti che fanno parte dell'area governativa converrebbe tenere la loro competizione fuori dal recinto in cui operano i loro ministri – scrive - . Dovrebbero comprendere la convenienza di considerare «tecnico» il loro essere in maggioranza e rinunciare - quantomeno fino al momento in cui la campagna vaccinale non sarà coronata da successo - ai litigi identitari. Ora che sono quasi tutti sulla stessa barca, farebbero bene ad evitare le polemiche interministeriali e a dedicarsi a un rapporto in positivo con il loro potenziale elettorato. Elettorato che altrimenti scivolerà ancora una volta nell'antipolitica. C'è di più. È la prima volta nella storia della seconda (e terza) Repubblica che si crea un'area governativa neutra nella quale destra e sinistra sono rappresentate in proporzioni adeguatamente calibrate. E il governo ha un leader, Draghi, che ad ogni evidenza non subirà, al termine del percorso, la tentazione di entrare nell'agone politico.”

Sulla Repubblica, Andrea Gavosto a pagina 24 si occupa di scuola: “La seconda strada - afferma - è congelare in via straordinaria l'attuale situazione, confermando in cattedra per il prossimo anno i docenti di oggi, salvo chi vuole andare in pensione. Così si guadagna un anno per avviare una riforma della formazione e del reclutamento, con l'obiettivo di lunga lena di migliorare la qualità dell'insegnamento e rinnovare la didattica. Oltre ai sindacati, questa soluzione non piacerà a molti docenti. In effetti, sospende temporaneamente la possibilità di quelli di ruolo di trasferirsi in un'altra scuola, mentre diminuisce le chance di lavoro dei precari ora senza incarico. Inoltre, se garantisce che a inizio anno quasi tutte le cattedre siano occupate e ci sia continuità didattica, non dà certezze sulla qualità dell'insegnamento, non potendo escludere la permanenza di chi non ha dato buona prova di se. Realisticamente, però, è il minore dei mali. Con due pregi: dà priorità ai bisogni degli studenti, che oggi devono venire prima di tutto; dà respiro per gettare le basi di una nuova stagione della scuola italiana, con insegnanti meno precari, meglio formati e con adeguate prospettive di carriera”.

Sulla Stampa, invece, il fondo è a firma di Massimo Cacciari, ed è politico. “Draghi, come Monti, altro non potrà che ripetere il ritornello del piano di riforme di cui il Paese ha bisogno, senza le quali neanche un Recovery fund dieci volte maggiore servirebbe a rimetterci in sesto - scrive -. Monti lo sapeva, Draghi ancora di più, e già lo sapevano benissimo i Ciampi e i Dini. Le riforme, come tutti gli atti decisivi, in tempo di pace come di guerra, che siano crisi economiche o pandemie, possono essere intraprese soltanto da forti maggioranze politiche che si sentano partecipi di una comune visione e di un comune destino. Vale la pena ripeterlo: politica è anche competenza o non è. Una politica incompetente è chiacchiera demagogica per definizione”.

Lavoro, welfare, sindacato
Sul Corriere della Sera, a pagina 6 Claudia Voltattorni scrive dell'incontro tra i sindacati e il neoministro del Lavoro Andrea Orlando. “Scelta insolita, ma apprezzata e letta 'come un segnale importante di attenzione nei confronti delle parti sociali, in particolare del sindacato' (Furlan, Cisl). Un incontro 'per cominciare a lavorare', dice il ministro Orlando che dà subito appuntamento a fine mese (cioè tra appena due settimane) per presentare una bozza di riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro. Sul tavolo le questioni più urgenti: blocco dei licenziamenti e cassa Covid. Le due emergenze più gravi, secondo i sindacati, non rinviabili”.

Sullo stesso tema Roberto Petrini scrive a pagina 6 di Repubblica: “È necessaria una proroga del blocco dei licenziamenti, hanno chiesto all'unisono i rappresentanti dei lavoratori che nel pacchetto mettono naturalmente anche la proroga della cassa integrazione, i contratti di espansione, il varo immediato del decreto Ristori con interventi anche per precari e non tutelati. I due messaggi che intendo dare sono: risolvere le urgenze come la crisi occupazionale di donne e giovani e varare una riforma degli ammortizzatori sociali di cui mi impegno a portare una bozza entro fine mese, ha detto il ministro Andrea Orlando durante la riunione e ha fatto cenno anche ad un progetto per le politiche attive del lavoro. Un pacchetto di questioni che dovranno passare naturalmente sul tavolo di Palazzo Chigi e del Tesoro. Ma l'impegno dello stesso Mario Draghi sull'emergenza lavoro è emerso già ieri con una telefonata del premier giunta durante l'incontro domenicale”.

L'incontro è 'coperto' da tutti gli altri quotidiani. Sul Messaggero a pagina 7 (“Tutele sul lavoro per tutti i settori la mossa di Orlando”), sulla Stampa a pagina 6 ("La battaglia del lavoro. Orlando: A fine mese la riforma della cassa. Le priorità saranno i giovani e le donne"), sul Fatto a pagina 4 (“Orlando ai sindacati: riforma cig").

Ampio spazio all'incontro anche sul Sole24Ore. A pagina 7, Valentina Melis scrive: “Nel frattempo, anche le nuove assunzioni e gli eventuali passaggi da un'azienda all'altra, sono stati influenzati dall'irrigidimento del mercato. Per evitare una ripercussione improvvisa sull'occupazione, il nuovo Governo potrebbe anche valutare un superamento graduale del divieto di licenziare, continuando a mantenerlo solo nei settori più in crisi, o differenziandolo in base al fatturato delle aziende. Peraltro, come certificano i dati del ministero del Lavoro, il saldo fra attivazioni e cessazioni del 2020, considerando i contratti a tempo indeterminato, quelli a termine e in apprendistato, è già negativo per 42mila posizioni”. Sulla stessa pagina Davide Boffi scrive: “Ormai da quasi un anno il dibattito è incentrato sul nodo del blocco dei licenziamenti: una previsione legislativa inedita nella nostra storia repubblicana e che vede contrapposte la necessità di assicurare un'esistenza dignitosa ai lavoratori e la libertà di iniziativa economica degli imprenditori, diritti entrambi di rango costituzionale. Il tema ha acceso la discussione tra i giuristi, alcuni dei quali sollevano dubbi sulla tenuta costituzionale della norma non solo perla sua possibile contrarietà all'articolo 41della Costituzione sulla libertà di impresa, ma anche per la sua difficile compatibilità con il concetto di emergenza che dovrebbe giustificare una norma di tale portata”.

C'è molto spazio sui giornali di oggi anche per la situazione alla ex Ilva di Taranto. Sulla Repubblica, a pagina 7, Giuliano Foschini scrive: “Il governo Draghi ha un primo, delicatissimo, problema: l'ex Ilva. Il Tar di Lecce, sabato, ha ordinato lo spegnimento entro 60 giorni dell'area a caldo del siderurgico con una sentenza che l'azienda ha già annunciato di voler impugnare. Ma già nei prossimi giorni, se non ore, potrebbe accadere altro: l'impianto è sotto sequestro, con una facoltà d'uso dettata proprio dal cronoprogramma di interventi di ambientalizzazione che erano stati programmati. Quel programma, hanno scritto i giudici del Tar, è nei fatti saltato. E di questo non ha potuto che prenderne atto anche la Procura di Taranto. Nelle prossime ore il pool di pm coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Carbone prenderanno contatti con il custode, Barbara Valenzano, per capire il da farsi: la facoltà d'uso decisa dal tribunale potrebbe essere messa in discussione e così i tempi sullo spegnimento potrebbero accorciarsi, creando ulteriore confusione in una situazione già molto complessa”.

Oggi anche Collettiva apre con un approfondimento sulla “Stagione in bianco dello sci e cuna cronaca dell'incontro tra sindacati e ministro Orlando.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.