L’approvazione della base dei Cinque stelle al Governo Draghi, l’abbandono del Movimento da parte di Di Battista, le indiscrezioni sulla lista dei ministri: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (venerdì 12 febbraio).

  “Draghi alla stretta finale. Il premier incaricato salirà forse già oggi al Quirinale con la lista dei ministri. Su Rousseau il 59,3% per il governo, Di Battista lascia: mi faccio da parte” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Il sì a Draghi spacca i 5S. La base grillina su Rousseau dà luce verde: 59,3% contro 40,7%. Di Battista guida la scissione: vado via. Il premier incaricato lavora alla lista dei ministri, da ogni partito una rosa di nomi. Al Mef in pole Franco”.

“Rousseau vota Draghi, Dibba se ne va. Cade anche l’ultimo ostacolo verso la formazione del governo: i militanti Cinque stelle dicono sì con il 60%. Il ribelle grillino: ‘Lascio senza rancori, vivrò senza politica’. Premier incaricato atteso al Colle” recita la Stampa, sul Fatto Quotidiano si legge: “Insalata Rousseau. Sì a Draghi, vincono i governisti e Di Battista saluta. 5Stelle spaccati: 60 a 40. Resa incondizionata: Mister Bce supera l’ultimo ostacolo e prepara la lista. Ministri-chiave da Bankitalia e 9 politici (con ruoli secondari)”.

Il Messaggero apre con “Nasce il governo Draghi. Il presidente incaricato oggi potrebbe salire al Colle: entro lunedì ministri e giuramento. Nessuna indicazione ai partiti sulle scelte. Su Rousseau il 59,3% vota per il sì a SuperMario”, mentre il Giornale lancia “5Stelle esplosi e contenti, Di Battista scappa. Il voto su Rousseau spacca il M5S: 59% a favore del governo Draghi (che oggi sale al Colle). Base furiosa, il ribelle strappa: inaccettabile”. Il Manifesto titola su una foto di Beppe Grillo: “Abbiamo un banchiere. Con il 59,3 per cento di sì Grillo vince la sfida sulla piattaforma Rousseau, ma il sostegno a Draghi spacca il Movimento. Di Battista lascia i 5 Stelle. Sollievo nel Pd: ‘Salvata l’alleanza’. Anche Leu verso l’ok. Forse già oggi il premier incaricato al Colle con la lista dei ministri”.

Diversa l’apertura di Libero, dedicata al Veneto: “Vogliono impedire di curarci. Ue e Pd attaccano Zaia perché compra vaccini. I dem: ‘No ad azioni solitarie’. L’Europa: ‘Vietato acquistare antidoti’. Ma il governatore va dritto: Ho contatti per centinaia di migliaia di dosi”. Diversa anche quella del quotidiano economico Il Sole 24 Ore: “La Ue vede la ripresa ma l’Italia arranca. Le stime di Bruxelles: l’Europa ai livelli pre-crisi nel 2022, il nostro Paese fermo 2,4 punti sotto. Nel triennio 2020-2022 l’Italia avrà la performance peggiore dell’eurozona”.

Le interviste
“Con Mario al timone i fondi del Recovery sono al sicuro”. Questo il titolo della lunga conversazione con il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis, apparsa sulle colonne della Stampa. Il Recovery Fund rappresenta “un’opportunità unica per l’Italia, per invertire la rotta della sua economia, rendendola più forte e adatta per il futuro”, e Mario Draghi è “un ottimo capitano, che può portare a termine questo lavoro”: questo il pensiero del politico lettone. Dombrovskis rileva che “l’Italia è uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia e dalle sue ricadute economiche, questo è in parte dovuto all’importanza del settore turistico. Le nostre previsioni invernali dicono che un ritorno dell’economia ai livelli del 2019 entro la fine del 2022 è improbabile”, ma ammette di avere forti speranze per il nostro Paese dato che “le nostre previsioni non tengono conto dell’impatto della Recovery and resilience facility”. In generale, per il vicepresidente Ue “affinché l’Italia intraprenda un percorso di crescita più forte, è importante eliminare le strozzature esistenti nella pubblica amministrazione e nel mondo delle imprese”. In conclusione, il Recovery plan: “Abbiamo già avuto discussioni intense e costruttive con le autorità italiane sulla bozza del piano. Ma, come per altri Paesi, è necessario ulteriore lavoro per far sì che il piano rifletta tutte le riforme e gli investimenti pertinenti. E che contenga tutte le informazioni necessarie che ci servono per arrivare a una valutazione positiva”.

Gli editoriali
L’idea di costituire un ministero della transizione ecologica, che metta insieme anche le competenze dei dicasteri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture “al fine di partorire soltanto le opere che sono veramente ecosostenibili, è valida. Ma il risultato dipenderà dalla priorità che sarà attribuita all’ambiente”. Questo l’assunto di partenza del climatologo Luca Mercalli, nella sua riflessione apparsa oggi sul Fatto Quotidiano. “Se ministro e sottosegretari – spiega – saranno della vecchia guardia sviluppista e cementificatrice, temo che sarà ancor peggio di ora, l’ecologia sarà solo una spolverata di verde come decorazione di una torta di calcestruzzo. Se il ministro sarà un competente ambientalista, circondato di scienziati esperti della crisi ambientale. in gran parte già presenti in enti di governo come Ispra, allora potrà guidare tutto il processo decisionale in chiave sostenibile”. Mercalli evidenzia che “ormai anche l’Agenzia europea per l’ambiente ha detto che la crescita economica è una minaccia per il clima e la biodiversità, e occorre cambiare il paradigma economico-sociale”. Un ministero della transizione ecologica, conclude lo studioso, è quello che ci vuole “per ottenere questo risultato, ma ci vorrà pure una volontà di ferro per evitare che i predatori lo svuotino dall’interno dei suoi buoni propositi”.

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata ai temi della disoccupazione agricola, con spiegazioni e interviste a dirigenti nazionali e locali della Flai Cgil, e dei contratti provinciali di lavoro in agricoltura.

Da segnalare, sempre in Collettiva, le precisazioni della segretaria confederale Cgil Tania Scacchetti sulla sentenza del Tribunale di Firenze riguardante i rider di Deliveroo; il commento del segretario confederale Cgil Giuseppe Massafra e del segretario generale Fillea Cgil Alessandro Genovesi sul ventilato superamento delle tutele contenute nel Codice degli appalti; il resoconto (scritto e fotografico) della manifestazione di protesta dei sindacati contro il golpe militare in Birmania; la presentazione della piattaforma per il rinnovo del contratto dei vigili del fuoco elaborata da Fp Cgil Vvf, Fns Cisl e Confsal Vvf; il webinar “Contro i populismi: la sinistra del XXI secolo. Contro le nuove povertà: lavoro e diritti” organizzato da Flc Cgil Forlì-Cesena e Proteo Fare Sapere; il rinnovo del contratto nazionale del tabacco, siglato da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil.  Infine, la rubrica Buona Memoria, oggi dedicata alla nascita del quotidiano L'Unità.

L’ultima indicazione è il longform “Nel labirinto del vaccino”, dove si approfondiscono i tanti temi legati all’antidoto: i ritardi nella consegna da parte delle big pharma (e i relativi profitti), la complessità della filiera produttiva farmaceutica, il nodo dei brevetti e la necessità di una moratoria internazionale su di essi. Il longform comprende anche un reportage tra le aziende del settore nel territorio di Pomezia (Roma), dove si stanno sviluppando tre sieri e un anticorpo contro il Covid.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.