L’attesa per il voto dei 5Stelle sulla partecipazione (o meno) al Governo Draghi, la nascita di un dicastero della Transizione ecologica, le indiscrezioni sui possibili nomi dei ministri: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (mercoledì 10 febbraio).

“Grillo spinge per il sì a Draghi. Concluso il secondo giro di consultazioni: Pd favorevole, Berlusconi e Salvini: dal centrodestra nessun veto. Meloni non gradisce. Il via libera al ministero della Transizione ecologica sblocca la situazione. Oggi il voto su Rousseau” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Draghi-Grillo, il patto verde. La nascita di un dicastero per la transizione ecologica convince il vertice dei 5Stelle, oggi il voto su Rousseau. Il Quirinale vuole il governo operativo entro una settimana. L’ipotesi: Giorgetti e Bongiorno ministri per la Lega. Bonaccini: conta la spinta europeista, non il ruolo di Salvini”.

“Draghi, fiducia da 6 italiani su 10. Euromedia research: il premier incaricato, che scioglierà la riserva domani, piace anche agli elettori della Meloni. Sì al ministero green chiesto da Grillo, oggi il voto degli attivisti. Pd: con la Lega solo governo a tempo” recita la Stampa, sul Fatto Quotidiano si legge: “Ma un ministero vale un sì all’ammucchiata? Il vero quesito: oggi gli iscritti M5S votano su Rousseau. Transizione green: Draghi dà a Grillo un superdicastero, ma niente garanzie su prescrizione & c. Esclusa l’astensione”.

Il Giornale apre con “In mano ai Toninelli. Draghi (infastidito) cede al M5s: ok al ministero super-ecologista. Oggi il quesito-truffa su Rousseau, ma la base è furiosa con Grillo. Respinti i partiti: nessun leader nel governo”, mentre Libero lancia “I grillini mandano un vaffa a Grillo. Il fondatore ha creato un partito basato sull’insulto e adesso riceve offese dai suoi perché ha rinviato il referendum su Draghi. Alla fine Beppe è costretto a fare marcia indietro: su Rousseau oggi si voterà una pagliacciata”.

Questa l’apertura del Messaggero: “Un ministero green per il sì M5S. Draghi sente Grillo: l’ok a un dicastero della transizione ecologica per chiudere entro sabato. Tra i cinquestelle è ancora rivolta. Asse Berlusconi-Salvini: Non accettiamo veti da nessuno”. Il Manifesto titola su una foto del premier incaricato: “Il drago verde. Al termine dell’incontro di Draghi con gli ambientalisti, il Wwf conferma: nel nuovo esecutivo anche un ministero per la transizione ecologica. È la richiesta di Grillo e del M5s che oggi voterà su Rousseau se appoggiare o no il nuovo governo, con un quesito blindato”. Apertura diversa, infine, per il Sole 24 Ore: “Btp: il rendimento al minimo storico, sotto quota 0,50%. Collocati 7 miliardi di Bot a un anno, oggi le aste dei Buoni a 3, 7 e 20 anni. Lo spread sui Bund è sceso a soli 6 punti dai minimi post crisi”.

Le interviste
“Investimenti, meno sussidi. È giusta la strada di Draghi”. Questo il titolo della lunga intervista alla segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, sulle colonne del Mattino. “C'è una straordinaria possibilità, attraverso le risorse del Recovery plan, di dare un futuro migliore al nostro Paese, rafforzando alcuni elementi che oggi sono deboli”, spiega la leader sindacale: “Innanzitutto, il tema delle riforme: pubblica amministrazione, dove abbiamo 350 mila precari, fisco, pensioni, politiche industriali, nuovi ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro. Per fare questo abbiamo bisogno di riscoprire il valore della politica di concertazione e di un patto tra le istituzioni, a tutti i livelli e le parti sociali. Questo abbiamo ribadito a Draghi”. Riguardo le scelte da operare nei prossimi mesi, Furlan ha sottolineato che “i sussidi e l'assistenza sono stati importanti in questi mesi per sostenere i più deboli, ma ora bisogna pensare alla crescita e all'occupazione (…) attivare subito gli investimenti pubblici in innovazione, ricerca, formazione delle nuove competenze, sbloccare i cantieri fermi da decenni”. Ultimo tema trattato è lo stop ai licenziamenti: “Non possiamo aggiungere il rischio del contagio a quello di restare senza un’occupazione. Lo abbiamo detto con chiarezza a Draghi. Prolungare il blocco dei licenziamenti, la cassa Covid e le altre indennità, è oggi indispensabile per evitare un disastro sociale. Possiamo darci un tempo anche relativamente breve se viene ben speso, ossia se si riformano gli ammortizzatori sociali e non si lasciano i lavoratori con minore o nessuna copertura e si rilanciano, con gli opportuni investimenti, le politiche attive”.

Gli editoriali
Serve un tagliando per il Reddito di cittadinanza: inizia da quest’assunto la riflessione del presidente delle Acli Roberto Rossini sul Domani. “Il Reddito di cittadinanza ci ha offerto l'opportunità di capire (…) che le politiche per il contrasto alla povertà e le politiche attive del lavoro (…) non sono sovrapponibili”, spiega Rossini: “La povertà si contrasta con l'assistenza sociale: i beneficiari chiedono servizi sociali, sanitari ed educativi, oltre a un assegno per l'esistenza in vita. La disoccupazione e l'inoccupazione si contrastano anche con l'assegno per l'esistenza in vita, ma i beneficiari devono soprattutto disporre di formazione professionale, di mezzi d'inserimento lavorativo nelle imprese e di sostegno all'imprenditoria. Un conto è l'inserimento sociale, un conto è l'inserimento nel mercato del lavoro”. Per irrobustire il reddito di cittadinanza occorrerà “recuperare l'esperienza del Rei, che nasce da una lunga incubazione operata da istituzioni, università e società civile organizzata (…) rafforzare anche le politiche di solidarietà sociale, per potenziare la grande Rete dell'inclusione sociale che dovrà garantire omogenei livelli essenziali delle prestazioni da nord a sud”. Ma servirà anche “realizzare una duratura infrastruttura per le politiche attive, anch'essa a rete. I centri per l'impiego (…) necessitano di un tagliando, di un ripensamento, soprattutto alla luce dei fenomeni emersi col Covid. Ad esempio, troverebbero nuova forza in connessione con i centri di formazione professionale, per fare nascere dei competence center capaci di valorizzare il capitale umano che rischiamo di sprecare, se non operiamo seriamente azioni di skilling e re-skilling”.

L’apertura di credito dei sindacati a Draghi è il tema dell’editoriale di Nunzia Penelope sul Foglio. “L'endorsement più convinto per Mario Draghi è arrivato da Maurizio Landini. Il capo della Cgil ha dichiarato la sua ampia disponibilità nei confronti del futuro governo ben prima di incontrare il premier incaricato”, esordisce la giornalista, evidenziando che “raramente un governo, ancora prima di insediarsi, ha avuto una tale apertura di credito da parte dei sindacati”. Entrando nel merito del confronto con l’ex capo della Bce, si rileva che “a Draghi Cgil, Cisl e Uil hanno rivolto esattamente le stesse richieste già portate a Conte. Alcune contingenti, come la proroga del blocco dei licenziamenti, altre di più larga portata, come il coinvolgimento nel Recovery plan. Ma l'agenda dei sindacati comprende molto altro: riforma degli ammortizzatori sociali e fiscale, exit strategy per quota 100, riforma della Pa e stabilizzazione dei precari, riforma della sanità, della scuola, sblocco dei cantieri e infine, stando a quanto ha riferito Landini dopo il colloquio con Draghi, anche Ius soli o Ius culturae per i figli dei migranti”. Un'agenda vasta, che richiede un metodo di confronto tra governo e parti sociali: “La Cisl – conclude Penelope – è per tornare all'esperienza del 1993 con Ciampi, realizzando un grande Patto sociale onnicomprensivo; la Cgil invece propende per patti su singoli temi, senza impelagarsi in una concertazione, che parte della confederazione peraltro non ha mai amato”.

La Cgil
“Il primo tema che abbiamo indicato è la novità che anche le parti sociali siano coinvolte nella fase di istituzione di un nuovo governo. Non capitava da molto tempo, abbiamo sottolineato che questo sia un segno che questo confronto debba proseguire nei prossimi mesi per affrontare in modo nuovo i problemi che abbiamo di fronte”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini dopo l'incontro alla Camera con il premier incaricato Draghi. I sindacati hanno ribadito le loro richieste in materia di lavoro, scuola, formazione, sanità, riforme e anche di diritto alla cittadinanza per i migranti. “Ci auguriamo che una volta ottenuta la fiducia – ha concluso Landini – il governo strutturi un sistema di confronto su investimenti europei e riforme, così che ognuno possa svolgere il proprio ruolo e il mondo del lavoro sia protagonista del cambiamento”.

Da non perdere, in Collettiva, l’approfondimento sull’ultimo Rapporto sull’economia non osservata, con gli interventi di Perniciano (Cgil) e di Santoro (docente Università Milano). In evidenza anche l’intervista a Massafra (Cgil) sulla drammatica situazione dei profughi in Bosnia.

Da segnalare, sempre in Collettiva, il webinar “La contrattazione aziendale ai tempi del Covid-19” (con le conclusioni della segretaria confederale Cgil Tania Scacchetti), l’intervento dell’economista Riccardo Realfonzo sulla cancellazione dei debiti pubblici dei singoli Stati, la vicenda di un operaio della Star di Agrate Brianza licenziato ingiustamente, il punto sulle nuove difficoltà dell’Alitalia, il lavoro dell’Inca Cgil di Milano per il riconoscimento del Covid come infortunio di lavoro, la manifestazione davanti all’ambasciata della Birmania di Cgil, Cisl e Uil (in programma per oggi a Roma) per protestare contro il golpe militare.

L’ultima indicazione è il longform “Nel labirinto del vaccino”, dove si approfondiscono i tanti temi legati all’antidoto: i ritardi nella consegna da parte delle big pharma (e i relativi profitti), la complessità della filiera produttiva farmaceutica, il nodo dei brevetti e la necessità di una moratoria internazionale su di essi. Il longform comprende anche un reportage tra le aziende del settore nel territorio di Pomezia (Roma), dove si stanno sviluppando tre sieri e un anticorpo contro il Covid.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.