Aspettative e apertura di credito nei confronti di Mario Draghi e le sfide che ha di fronte: sconfiggere la pandemia, rilanciare economia e lavoro, arginare la crisi sociale. Mentre il coronavirus non demorde e il piano vaccinale viene aggiornato.

Prime pagine

“La sfida di Draghi, mercati in festa” è l’apertura de Il Sole 24 ore che dedica gran parte della sua prima pagina al presidente del consiglio incaricato, così come il Corriere della Sera: “Le mosse di draghi: serve unità”, La Repubblica: “Draghi, ostacoli a 5 Stelle”, il Messaggero: “Governo Draghi, la Lega apre”, La Stampa: “Draghi c’è, la maggioranza è un rebus”. Angolazione diversa quella de il Fatto Quotidiano: “Conte e i 5Stelle: i primi no a Draghi” mentre il Manifesto sceglie una foto notizia non convenzionale e bella, titola: “La tela del Drago”, il sommario recita: “L’ex presidente della Bce accetta con riserva l’incarico di formare il governo. La sua prima mossa fuori dalla prassi è un lungo incontro con Conte. Ma non ha ancora una maggioranza. Salvini pensa all’astensione, i 5S vogliono un esecutivo politico. Pd e Leu salvare l’alleanza”.

Le interviste

Il titolo del richiamo in prima dell’intervista di Paolo Griseri al presidente di Confindustria Carlo Bonomi, su La Stampa, è significato “Bonomi esulta: Ora via i sussidi e quota 100”. Dice il numero uno di Viale dell’Astronomia: “Ho sempre considerato Mario Draghi un patrimonio del nostro Paese. Alla politica abbiamo sempre chiesto un metodo di lavoro. Abbiamo sperato di poterci confrontare con persone serie, autorevoli, competenti. Il nostro giudizio sul governo Conte era negativo. Anche se avevo riconosciuto, ad esempio, il ruolo positivo della struttura tecnica e della competenza del ministro dell’economia”. Sollecitato dall’intervistatore, Bonomi prosegue affermando: “Abbiamo sempre pensato fosse necessario combattere la povertà ma è sotto gli occhi di tutti che il reddito di cittadinanza come strumento per favorire la ricerca di lavoro ha fallito. Abbiamo bisogno di una riforma radicale degli ammortizzatori sociali e di politiche attive del lavoro efficaci, non solo imperniate sui centri pubblici per l’impiego. Sono due riforme che vanno insieme”. Alla  domanda anche i sindacati chiedono una riforma su cassa integrazione e mobilità, la risposta è: “Credo che il nuovo governo potrebbe convocarci a tre. Dobbiamo cambiare la filosofia: è difficile immaginare di mantenere il lavoro dove era e come era in un mondo che cambia. Contemporaneamente tutelare le persone, formandole perché abbiano la capacità di modificare la loro professionalità”. Sulle pensioni aggiunge: “Abbiamo sempre avvertito che quota 100 avrebbe creato problemi di sostenibilità del debito pubblico e aggravato l’ingiustizia verso i più giovani”, mentre sul blocco dei licenziamenti: “nonostante il blocco abbiamo perso oltre 600mila posti di lavoro. Nessuno vuole fare macelleria sociale. Dobbiamo invece graduare l’uscita dal blocco prolungando la Cassa Covid per le aziende in grave difficoltà ma togliendo i vincoli alle altre”.

La Repubblica pubblica una lunga conversazione di Stefano Cappellini con Matteo Renzi che ribadisce le sue ragioni sul perché ha aperto la crisi di governo e ha sbarrato la strada ad un Conte ter e afferma: “Una buona squadra rifà il piano per i fondi Ue in tre giorni e io sono più sereno se 200 miliardi li gestisce l’ex capo della Bce e non Conte” e aggiunge: “ Il Recovery è uno scambio: ci danno soldi se facciamo le riforme. Da questo punto di vista la leaderschip di Draghi è un’assoluta garanzia….La legislatura durerà fino alla fine del 2023. Quanto al capo dello stato deciderà il Parlamento”.

“Considero impraticabile sommare i nostri voti a quelli della destra nazionalista di Salvini e Meloni. Perché con i razzisti proprio no. E poi ci saranno da valutare i contenuti, il programma. Se il governo che nasce continuerà nella difesa di chi è più debole e prorogherà il blocco dei licenziamenti, la cassa integrazione, il sostegno al reddito, gli investimenti nella sanità pubblica, è un conto. Se il governo a cui si lavoro vuole il ponte sullo stretto, la flat tax ed è il governo di chi considera l’Arabia Saudita il nuovo Rinascimento, è tutt’altro e non ci piace”. Lo afferma Nicola Fratoianni a Giovanna Casadio de La Repubblica.

Fabrizio Nicotra conversa, su il Messaggero, con il capo gruppo al Senato del Pd Andrea Marcucci che sostiene: “Il Pd è un partito di gente responsabile, abbiamo fatto il possibile per salvare un governo politico con Conte, da ieri sera seguiamo rispettosamente le indicazioni sagge del Capo dello Stato. Mario Draghi è ovviamente una personalità di grandissimo rilievo e prestigio, e il Pd con i suoi gruppi parlamentari lavorerà affinchè ci siano le condizioni per avere una maggioranza. C’è una cosa che viene prima degli interessi di partito, si chiama bene dell’Italia”.

 

Editoriali e commenti

Due ex presidenti del consiglio riflettono su sul nuovo scenario che si aperto con l’incarico esplorativo a Draghi. Dice Mario Monti a pag. 28 del Corriere della Sera: “È naturale che la politica sia a disagio, per essersi inabissata da sé sotto lo sguardo dei cittadini increduli e preoccupati…..Eppure assecondare la chiamata di Mattarella e la disponibilità di Draghi sarebbe da parte dei partiti non solo un segno di responsabilità nazionale, ma anche di lucida visione dei loro legittimi interessi di parte. …..in campo economico e sociale il governo dovrà in primo luogo recuperare i ritardi sul Recovery Plan e renderlo più concreto e finalizzato. Sfida impegnativa ma non destinata a causare impopolarità”.

Secondo Romano Prodi, pag. 2 de il Messaggero, l’incarico a Draghi: “non si tratta, come qualcuno ha voluto insinuare, di una sospensione delle regole della democrazia parlamentare. È infatti, a questo proposito, estremamente significativo che, nell’accettare l’incarico Mario Draghi abbia sottolineato la priorità al dialogo con i partiti rappresentati in Parlamento. Ma anche con le forze sociale che compongono il complesso tessuto della società italiana……..Draghi è l’ultima risorsa del nostro capitale politico ed economico se il  suo tentativo fallisce ci si deve aspettare una crescente emarginazione dell’Italia nei confronti del disegno che gli altri paesi stanno mettendo in atto per uscire dalla crisi”.

Su tutti i quotidiani diversi editorialisti, sebbene come è ovvio con differenti punti di vista, sottolineano le ragioni che hanno portato Mattarella all’incarico all’ex presidente della Bce e la crisi del sistema politico. Tra questi: Massimo Franco sul Corriere della Sera “Un Movimento frastornato dalla perdita di Palazzo Chigi”; e sempre sulla crisi dei 5S interviene Antonio Polito sullo stesso giornale: “L’8 settembre del Movimento, così finisce il populismo di governo”; secondo l’ex direttore de La Repubblica Ezio Mauro: “Il Big Ben è cominciato”, mentre Stefano Folli sullo stesso giornale afferma: “Se il tecnico è anche politico”. Infine Federico Geremicca su La Stampa si interroga: “Il dilemma dei sovranisti euroscettici, dire sì al banchiere dei poteri forti”.

Un’ angolazione diversa è quella che sceglie Adriana Cerretelli su Il Sole 24 ore: “La partita è appena cominciata ma, se ci sarà, la svolta Draghi segnerà per l’Italia il ritorno al futuro e, per l’Europa, il rientro in partita di un grande partner che si era perso da tempo nelle nebbie dei sussulti politici interni appesantiti dal trionfo dell’imperizia al potere……il suo arrivo a Palazzo Chigi potrebbe coincidere con la resurrezione politica dell’Italia, accompagnata dal graduale riassetto degli equilibri anche dentro l’Unione”.

Infine, sempre sul giornale degli industriali, il sociologo e demografo Alessandro Rosina si occupa di Nex Generation Eu e afferma: “L’efficacia del Recovery Plan? Dipenderà dalle risorse ai giovani. La nuova Bozza del Piano non dedica abbastanza attenzione alla demografia”  

Economia lavoro e sindacato

Martina Toti su Collettiva.it riporta le considerazioni del segretario generale della Cgil Maurizio Landini sulla crisi e il nuovo incarico a Draghi, “Landini, pronti al confronto con il nuovo governo”.

E l’apertura di Collettiva.it è dedicata ad un focus sull’Italia e il Pino Nazionale di Rilancio e Resilienza

Che fare? di Simona Ciaramitaro

Si può dare di più di Roberta Lisi

La scuola dimenticata di Stefano Iucci

Per una strategia del verde di Patrizia Pallara

Serve un sistema della creatività di Maria Antonia Fama

L’emergenza dimenticata

 

Massimo Franchi, pag. 4 de il Manifesto, in un lungo e articolato pezzo da conto delle opinioni del sindacato rispetto all’ipotesi di un governo Draghi: “Da Cgil, Cisl e Uil apertura di credito per il premier incaricato: ‘serve la proroga dei licenziamenti citata da Mattarella’. I sindacati sperano in un confronto sul modello dell’esecutivo Ciampi, che inventò la concertazione”. Franchi riporta le considerazioni che Maurizio Landini ha fatto il tv: “non è ancora chiaro cosa hanno intenzione di fare i partiti, vedo che c’è un dibattito trasversale. Chiamare Draghi da parte di Mattarella credo sia stata una mossa di grande intelligenza e responsabilità che ha spiazzato anche le forze politiche”.  Parla, poi, Annamaria Furlan: “occorre subito affrontare i gravi problemi del Paese con l’indispensabile concertazione con le parti sociali”. Secondo Franchi la Uil sarebbe più guardinga. “Restiamo in attesa, nel rispetto del principio di autonomia della politica, che questa delicata fase istituzionale faccia il suo corso e giunga a soluzione. Come sempre i nostri giudizi li esprimeremo nel merito”.
Anche Rachele Gonnelli, pag. 4 di Domani, affronta la fase dal punto di vista dei sindacati e titola: “Prima missione disinnescare la bomba sociale”  e l’emergenza a cui si riferisce è la fine del blocco dei licenziamenti e gli ammortizzatori sociali. Proprio su questo, nel pezzo, si dà voce alla segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti. “Spero che la riforma resti prioritaria anche per il prossimo esecutivo e mi auguro che tutto il lavoro tecnico fatto per assicurare tutele non venga buttato”.

Giorgio Santilli, pag. 7 de il Sole 24 ore, sostiene che “Recovery Plan da riscrivere, si parte da riforme e procedure” e sottolinea che occorre partire dalle riforme raccomandate dall’Ue: giustizia, Pa, concorrenza, fisco, lavoro.

A pag. 5 il Sole 24 ore da conto del favore dei mercati al nuovo presidente incaricato: “Borse, arriva l’effetto Draghi. Lo spread cade a 105 punti”.

A pag. 32 del Corriere della Sera un dettagliato articolo a firma di Giuliana Ferraino sul nuovo paniere dell’Istat per la rilevazione sull’andamento dei prezzi: “Mascherine e monopattini nel paniere”.

Due le vertenze “raccontate” dal Corriere della Sera a pag. 32: “La prima cassa di Stellantis. A Melfi fermi in 7000 per una settimana”, sempre a pag.32: “Alitalia allarme dei sindacati Stipendi a rischio se i ristori promessi non arrivano al più presto”. Sullo stesso argomento su Collettiva.it intervista al segretario nazionale della Filt Cgil Cuscito: “Alitalia chi pilota la crisi?”

A pagina 7 de L’Avvenire è possibile leggere il resoconto dell’Audizione in Parlamento del presidente dell’Inps Tridico sull’attività dell’Istituto: “Il dossier Cig, cresciuta di 20 colte, 27 milioni di prestazioni”.

Dal fronte della pandemia molte le notizie sui quotidiani oggi in edicola. Dal rifacimento del piano vaccinazione, Corriere della Sera pag. 14, alla decisione dell’Aifa di dare il via libera ai farmaci monoclonari, pag. 20 de La Repubblica.  Il fisico Alessandro Vespignani, Paola Di Giulio, docente di scienze infermieristiche, Guido Forni, immunologo e Paolo Vineis epidemiologo, firmano in interessante intervento a pag. 14 del Corriere della Sera: “Farmaci e lockdown non possono bastare. Ecco quattro strategie da attuare subito. Sequenze, test, dati scuola”.

L’Agenda degli appuntamenti

Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.