La crisi politica, le manovre, le congiure di palazzo, i ripensamenti e la riproposizione di velleità individuali, con un presidente della Repubblica che tenta di rimettere in ordine i cocci nel giorno della Memoria e nelle ore più difficili della battaglia contro il coronavirus. Il quadro che emerge dai quotidiani è omogeneo, vista la notizia obbligata della crisi. Le altre notizie che cercano di fare capolino riguardano ancora i vaccini e le regole per il contenimento della pandemia con la Lombardia che torna alla ribalta per la grande gaffe sulla gestione delle chiusure. Accertati per il governatore Fontana 54 errori in soli otto mesi. Lui però non ci sta e rilancia: “Voglio i danni da Speranza”. Peccato che l’Istituto Superiore di Sanità lo sbugiardi ancora una volta. “Dati sbagliati per 54 volte”, titola in prima pagina il Corriere della Sera con il pezzo di Fiorenza Sarzanini. Stesso titolo quello del Messaggero: “L’Iss, schiaffo alla Lombardia: dati sbagliati 54 volte”.  Sulla vicenda dei vaccini e i vari ripensamenti delle industrie farmaceutiche che smentiscono le loro stesse promesse da segnalare su Repubblica le dichiarazioni del capo di AstraZeneca: “I vaccini prima agli inglesi? La Ue li ha chiesti tre mesi dopo” (a pagina 13). Sempre su Repubblica da segnalare un articolo di Kamala Harris, prima donna sulla poltrona di numero due alla Casa Bianca: “Kamala: la mia America darà voce ai più deboli”. L’altra notizia che conquista spazio sui quotidiani riguarda la decisione del Fondo Monetario Internazionale sui dati di crescita italiana tagliata del 3%. L’economia nazionale crescerà con 2,2 punti in meno rispetto alle precedenti previsioni. Nonostante la crisi in atto il governo uscente conferma: per sabato pronto il decreto Ristori. Il Sole 24 ore, unico tra i quotidiani nazionali a non aprire sulla politica, ci ricorda che l’Italia è il Paese della “bassa istruzione per 13 milioni di adulti”. Su tutti i giornali spazio al Giorno della memoria, con commenti e storie della tragedia più grande. Come ogni anno oggi si ricorda il 27 gennaio 1945 giorno in cui le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono ad Auschwitz, dove scoprirono il campo di concentramento. Con le testimonianze dei sopravvissuti venne rivelato a tutto il mondo l'orrore del genocidio nazifascista. Sul sito di Collettiva.it l’intervento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: "Senza memoria non c'è domani" (vedi più avanti). Ma veniamo alla scena della crisi.

Le prime pagine
La corsa a ostacoli durerà tre giorni. Le consultazioni per la formazione di un nuovo esecutivo cominciano oggi al Quirinale che ha dato tempo fino a venerdì per trovare una soluzione di una delle crisi politiche più pericolose degli ultimi anni con un Paese che deve affrontare scadenze fondamentali come la campagna di vaccinazioni per sconfiggere il Covd-19 e la gestione delle risorse europee per il Revovery Fund. Tutti i quotidiani (fatta eccezione appunto per il Sole 24 ore) aprono con titoli su Conte. “Si lavora al Conte ter tra gli ostacoli” è l’apertura del Corriere della Sera, che con Antonio Polito invoca “uno scatto”. Scettico sulla riuscita delle consultazioni il Messaggero, “Il Conte ter non decolla”, mentre Repubblica va al cuore dello scontro politico in atto rilanciando un’affermazione lapidaria: “Conte nelle mani di Renzi”.  Il premier si è dimesso, recita il sommario: Ora serve un governo di salvezza nazionale. Consultazione del Quirinale fino a venerdì prima di un eventuale reincarico. Il leader di Iv, i cui voti sono decisivi: “Nessuna pregiudiziale”. Si apre la trattativa e nel toto Palazzo spuntano Di Maio e Gentiloni. Anche per La Stampa “il Conte ter in salita, i numeri non ci sono” anche perché dalle forze che dovrebbero essere alleate arrivano messaggi molto diversi. Per il segretario del Pd, Zingaretti, il nuovo incarico deve essere affidato al premier uscente, mentre Renzi, che pure a parole smentisce qualsiasi pregiudiziale, parla di “altri candidati”. Netti i giudizi, come era ovvio, dei giornali dell’area del centro destra. Libero: “Imperativo: silurare Conte”. Sul premier i fucili sono spianati, scrive Libero con un linguaggio bellico proprio nel giorno della memoria: ma la sostanza è che gli alleati di Conte sono pronti a mollarlo per evitare le urne. Anche per Libero i giochi sono in mano a Renzi, mentre Il Giornale parla di un “Conte in saldo”. Il manifesto gioca con le parole parlando di “risalita al Colle”. Nel sommario del quotidiano comunista spiega che è il momento di Renzi che invocherebbe “un governo serio”. Il più vicino alle sorti di Giuseppe Conte è il Fatto Quotidiano che usa termini da antiche congiure: “Conte ci riprova, ecco i pugnalatori”. Nel sommario del quotidiano diretto da Marco Travaglio uno zoom su Renzi, che va in Arabia: il capo di Iv in tour per 80 mila euro. Nel frattempo il Colle, che da tre giorni sta tentando di individuare un governo di salute pubblica, dà tre giorni per trovare la soluzione, nasce il gruppo dei centristi, ma nel Pd c’è chi rema contro. Nelle pagine interne gli articoli di approfondimento per spiegare come mai si è passati dal sostegno politico per l’avvocato del popolo all’attacco generalizzato al premier. 

Gli editoriali
Sul Messaggero Paolo Balduzzi parla delle riforme da fare subito: “Il ritardo che il Paese non può permettersi”. A parte i giochi politici in corso e il conteggio dei numeri reali per formare una nuova maggioranza, per Balduzzi l’aspetto cruciale riguarda il fatto che ancora non si intravede “il progetto politico che dovrebbe sostenere un eventuale Conte ter”. Sul Corriere della Sera Antonio Polito parla della necessità di “uno scatto”. Ancora non sappiamo, dice l’editorialista del Corriere, chi gestirà (e come) duecento e passa miliardi di euro. Si ricomincia ancora una volta con le contrattazione per arrivare ad un nuovo equilibrio ma dopo aver perso molto tempo e aver esacerbato gli animi. L’editoriale di Repubblica è firmato da Francesco Bei: “Una scelta di campo”: la maggioranza si è imballata e il motore del governo si è fermato proprio quando “la macchina avrebbe dovuto accelerare al massimo”. La posta in palio è molto alta, ma “sinceramente il balletto dei nomi e delle sigle, il patetico minuetto delle ambizioni personali di questo o di quello, appare molto, ma molto al di sotto di quello che il Paese dovrebbe aspettarsi”. Molto critico anche l’editoriale de La Stampa affidato oggi a Massimo Cacciari: “Giuseppi e così sia”. Il professore sostiene una tesi molto netta: l’Italia, per non soccombere ogni volta ai balletti del teatrino della politica, ha bisogno di riformare le sue istituzioni, a partire da un Parlamento che non decide, passando per l’assetto delle Regioni, “fonte di incredibili sprechi”. Sul Fatto Quotidiano il direttore Marco Travaglio parla del libro-intervista a Palamara di Alessandro Sallusti, un libro che potrà stupire molti per le rivelazioni dell’ex pm, ma non certo i lettori del Fatto che in questi anni sono stati puntualmente informati sui rapporti tra politica e magistratura. Il manifesto sceglie di non commentare con un editoriale di prima pagina la crisi politica per dare spazio ai vari interventi e riflessioni sul Giorno della Memoria e su quello che è accaduto, ma che – come scrive Ascanio Celestini – può accadere di nuovo. Anche il manifesto dà spazio allo scontro sui vaccini che si è aperto al vertice di Davos (Ciccarelli a pagina 6). Tra i vari commenti politici della crisi anche alcune interviste. Sul Corriere della Sera parla Debora Serracchiani: “Conte avrebbe dovuto agire prima, ora lavoriamo per un governo politico” (p.10). Su Repubblica l’intervista al governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: “Niente elezioni, ma il Pd sia il baricentro” (p.10). Sul Messaggero l’intervista a Maria Elena Boschi: “Da noi niente veti sui nomi, ma serve una svolta” (p.5). Un invito a recuperare i rapporto con Italia Viva arriva su La Stampa da Pierferdinando Casini. “Il premier ha buttato 15 giorni, ora recuperi il rapporto con Renzi” (p.4). 

Su Collettiva.it
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, interviene con una videointervista sull’importanza della celebrazione della Giornata della Memoria

Anche la rubrica Buona memoria è dedicata al 27 gennaio: "Dieci cose che forse non sai sulla Giornata della Memoria"

A proposito della sentenza del tribunale di Mantova che ha reintegrato sul lavoro una dipendente illecitamente licenziata, nonostante il blocco a causa della pandemia, interviene il responsabile dell’ufficio giuridico e vertenze della Cgil nazionale, Lorenzo Fassina: “Nulli i licenziamenti economici durante la pandemia” 
Citando la sentenza, Fassina ricorda che il blocco dei licenziamenti e la proroga degli ammortizzatori sociali fanno parte di una precisa linea. “Trattasi di una tutela temporanea della stabilità dei rapporti per salvaguardare la stabilità del mercato e del sistema economico ed è una misura di politica del mercato del lavoro e di politica economica collegata ad esigenze di ordine pubblico”. Per tali ragioni, i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo adottati dalle imprese in spregio al blocco devono ritenersi affetti da nullità per violazione di norme imperative, comportando la reintegrazione nel posto di lavoro, indipendentemente sia dalla dimensione aziendale, sia dall’essere il lavoratore stato assunto dopo l’entrata in vigore del Jobs act (7 marzo 2015): in definitiva i giudici applicano alla fattispecie sia il comma 1 dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, sia l’articolo 2 del d.lgs. n. 23/2015.


Gli appuntamenti Cgil in agenda
I principali appuntamenti in calendario sul sito della Cgil nazionale.  E nello spazio dell’agenda su Collettiva.it