Diversi quotidiani oggi (18 ottobre) aprono con l’appello all’unità che il presidente delle Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato al Paese e con la vicenda del commissario alla sanità della Calabria. Il Corriere della sera scrive: “No a polemiche scomposte. Calabria, lascia il terzo commissario: scontro nel governo. Conte mi assumo la responsabilità”; La Repubblica: “Calabria, commissari in fuga. Conte: la colpa è mia. Si dimette anche Gaudio mentre la regione viene investita dal Covid con 680 positivi in un giorno. Il governo si spacca”. Il Messaggero sceglie “Sacrifici per salvare il Natale. Il governo non ha fretta di riaprire. Speranza: gli ospedali restano a rischio con l'Rt superiore a 1. Appello di Mattarella: basta divisioni”. Sulla Stampa si legge: “Conte, scudo su Speranza. In Calabria è colpa mia. Salta anche il terzo commissario”; sul Manifesto: “Mattarello. Con un discorso dai toni molto aspri, denunciando il pericolo di polemiche scomposte, il presidente Mattarella parla ai sindaci e richiama il paese alla coesione”. Il Sole24Ore punta invece su uno studio dell’Ance (“Flop dei piani per le città: in otto anni 21 interventi, ma speso il 20% dei fondi), mentre il Fatto quotidiano sceglie il caso del Fiera Hospital di Milano: “La Moncler rivuole i milioni da Fontana”.

Interviste
A pagina 26 della Repubblica è possibile leggere un’intervista di Roberto Petrini alla vice ministra all’Economia Laura Castelli. “Dobbiamo continuare a sostenere l'economia - si legge -, chiederemo le risorse necessarie. La prossima settimana avvieremo l'iter. A quali categorie pensate di estendere ristori? ‘Intanto allargheremo la platea dei codici Ateco, e aumenteremo la dotazione del Fondo destinato alle aree del Paese con maggiori restrizioni. C'è una misura che come M5s consideriamo essenziale. Un fondo perduto per tutte quelle attività imprenditoriali, professionali, di lavoro autonomo e artigiano che, pur non avendo direttamente subito limitazioni dai Dpcm, hanno comunque avuto un impatto negativo sul fatturato. Ci stiamo lavorando con gli uffici del Mef”.

Sulla Stampa, a pagina 11, Alessandro Barbera pone delle domande al segretario Uil Pierpaolo Bombardieri sulla manovra: “Lei vorrebbe concertare con il governo, come si faceva un tempo. Non è così? ‘No, non è così. Ma in un momento così complicato per il Paese chiedo di confrontarmi sulle scelte. Mi pare normale’. Il problema aperto con il governo è il rinnovo del contratto dei pubblico impiego. Voi lamentate i soli 400 milioni, in realtà il totale a disposizione grazie alla precedente Finanziaria è 3,8 miliardi. Non propriamente una miseria. O no? ‘Andiamo con ordine. Quando parliamo di pubblico impiego parliamo anzitutto in questa fase di medici ed infermieri. La manovra prevede circa cento euro al mese di aumento ad hoc per gli infermieri, circa trecento per i medici. Ho due obiezioni. La prima: dal primo gennaio l'aumento arriverebbe solo ai medici, ed esclude una serie di altre figure che lavorano negli ospedali. La seconda: gli infermieri riceverebbero l'aumento solo a rinnovo firmato’”.

Sulla Repubblica continua il dibattito sull’azzeramento del debito Ue per covid, a pagina 12, con un’intervista a Nicola Zingaretti, firmata da Stefano Cappellini: “Non è il tempo di proposte rispettabili ma estemporanee sulla cancellazione del debito. Io ascolto le opinioni di tutti, ma se ricominciamo a chi la spara più grossa, la vedo dura”, dice il segretario Pd. Il timore è che un dibattito a trazione italiana sulla cancellazione del debito aumenti i problemi, già grossi, nella chiusura delle trattative sul Recovery Fund. Ma c'è un problema anche sul Mes nella sua versione originale pre-pandemia. Già a dicembre 2019 era pronta una sua riforma, assai leggera in verità, che l'Italia deve ancora firmare. Il M5s si era allora messo di traverso anche su queste modifiche, come del resto il suo ex alleato di governo Matteo Salvini, e ora potrebbe cavalcare la proposta Sassoli, applauditissima dal grillini (ma anche da Articolo 1 e Sinistra italiana), per ribadire il no. ‘La mia preoccupazione spiega Zingaretti - è tutelare il governo in un momento cosi delicato anche in Europa’”.

Editoriali e commenti
Allo stesso tema è dedicato il commento di Luigi Marattin, presidente della commissione Finanze della Camera di Italia viva, a pagina 24 del Sole24Ore: “La questione - scrive - è molto più complessa del semplice ‘cancelliamo il debito’. Slogan, quest’ultimo, più consono ai programmi internazionali di aiuto ai Paesi in via di sviluppo che al consolidarsi dell'integrazione europea. Senza dimenticare che la sfida dell'Italia per i prossimi anni si chiama crescita, non debito. Perché se non troviamo il modo di innalzare in via strutturale il tasso di crescita medio della nostra economia, il nostro debito sarà insostenibile anche se qualcuno magicamente, dovesse cancellarne una parte”.

A pagina 33 della Repubblica, invece, Gustavo Zagrebelsky ragiona di democrazia e del batti-e-ribatti tra Stato centrale e Regioni in tempo di covid. “Nelle emergenze sanitarie, ecologiche o finanziarie, le misure necessarie sono necessariamente restrittive: limitano diritti e impongono doveri – si legge -. Sono dolorose e impopolari. L'impopolarità, che si misura nelle elezioni e nei sondaggi, è l'incubo non solo per il populismo d'ogni genere ma anche per le democrazie che, più d'ogni altro regime, hanno bisogno di consenso. Quando i governanti sono deboli e non sanno suscitare le passioni civili positive che sono tanto necessarie nella cattiva sorte, ecco manifestarsi la Riga dalle responsabilità: spetta a te, non a me. Normalmente, nella dialettica tra potere centrale e poteri decentrati, avviene il contrario: spetta a me, non a te. Ma solo se si tratta di distribuire benefici, non quando si tratta di imporre sacrifici”. Il fondo della Stampa è poi affidato a Stefano Stefanini e si occupa del veto europeo di Polonia e Ungheria sul Recovery fund. “A Bruxelles il veto ungherese e polacco non è stato una sorpresa – scrive -. L'Ue risponderà all'emergenza bilancio come sempre fa: continuando a negoziare e allungando i tempi. Prospettiva tutt'altro che allettante specie mentre tutta l'Europa, comprese Polonia e Ungheria, è alle prese con la seconda ondata di Covid-19, con annessi lockdown e restrizioni varie. Un'opposizione nazionale minoritaria è però il tipo di ostacolo che, alla fine, si riesce quasi sempre a superare”.

A pagina 3 del Foglio appare un editoriale senza firma e quindi riferibile al direttore Claudio Cerasa che attacca violentemente Bombardieri. “Il segretario della Uil – si legge - ha teso una trappola mediatica al premier Giuseppe Conte. Gli ha telefonato e ha trasmesso, senza avvertirlo, il colloquio in streaming. Voleva, forse, sottolineare la durezza della sua confederazione nell'esigere una concertazione del bilancio dello stato, ma ha rimediato soltanto una figuraccia. Al di là di questo, però, usando un mezzuccio deplorevole ha perso ogni credibilità come soggetto negoziale. I rapporti personali tra le controparti sono una pratica che punteggia i momenti più difficili delle trattative da sempre, ma debbono rispettare la regola dell'assoluta riservatezza.” Infine, a pagina 5 di Domani, Lucio D'Ubaldo ragiona di federalismo e coesione nazionale. “A forza di interpretare e inseguire e modificare, in un gioco fatto di rincorse e di scavalchi a chi era più federalista – scrive - , si è visto infine come questo dibattito abbia depositato sul terreno pochi risultati e molta confusione. Per altro, il federalismo è stato il veicolo di esaltazione di un regionalismo che implicava e implica da sempre la (inaccettabile) subordinazione dei comuni”.

Lavoro, sindacato, welfare
A pagina 12 del Sole24Ore Nino Amadore si occupa della vertenza di Termini Imerese: “È solo questione di giorni. E poi sarà firmato il nuovo accordo per la Cassa integrazione per altri mesi ai 630 ex operai della Blutec di Termini Imerese. Il decimo da quando la Fiat ha deciso di lasciare l'area industriale del palermitano. L'intesa è stata raggiunta nei giorni scorsi e sarà, almeno così assicurano i sindacati, in continuità con il passato. L'auspicio è che il decimo anniversario di Cassa integrazione coincida con il primo anno di rilancio vero del sito industriale”.

Ampio spazio, su diverse testate, è poi concesso allo sciopero del Pubblico impiego. Sul Manifesto, ad esempio, a pagina 6 si legge: “La versione definitiva della legge di bilancio e il teso confronto post-presentazione portano Cgil, Cisl e Uil a un giudizio negativo sull'operato del governo. I più insoddisfatti sono le categorie pubbliche. ‘In mancanza delle necessarie risorse per lavorare in sicurezza, per avviare una vasta programmazione occupazionale e di stabilizzazione del precariato e per il finanziamento dei rinnovi contratti nazionali di Sanità, Funzioni locali e Funzioni centrali, le categorie Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa proclamano lo sciopero nazionale di comparto per il giorno 9 dicembre per l'intera giornata o turno di lavoro, con la garanzia dei servizi minimi essenziali previsti’”.

La Repubblica, a pagina 27, si occupa poi della discussione sul contratto dei rider con Marco Patucchi: “È il secondo appuntamento con governo, sindacati confederali e Riders Union, dopo la firma del contratto nazionale con un solo sindacato, l'Ugl – scrive -. Cgil, Csl e Uil contestano quel contratto definendolo una mezza truffa e chiedendo il riconoscimento del lavoro dei rider come eterodiretto, con relative maggiori garanzie. Da Sarzana arriva un'apertura: ‘Il contratto non è un punto d'arrivo assoluto. Non c'è una nostra preclusione al dialogo e ulteriori diritti si possono prevedere. Ascoltandosi reciprocamente tutto e migliorabile. Penso anche a malattia e maternità, previste dalla legge 81 del 2015’. Il nodo centrale è la definizione dei rider come lavoratori autonomi, variabile indipendente per AssoDelivery e, almeno fin qui, un macigno per i sindacati confederali”.

Massimo Franchi a pagina 6 del Manifesto scrive di part time ciclici: “Nella legge di bilancio si compie la vittoria di una ormai storica battaglia del sindacato. Quella a tutela delle circa 100 mila lavoratrici degli appalti scolastici - pulizie, ristorazione, ausiliariato - che non lavorano nei mesi estivi di chiusura degli istituti e a cui l'Inps non riconosceva buona parte delle settimane di lavoro a fini pensionistici. Anni di flash mob in piazza, di cause legali (tutte vinte) contro l'Inps, di pressione sui politici per ottenere quanto previsto da una sentenza della Corte di giustizia europea dei 2010. La battaglia della Filcams Cgil - partita dalla Lombardia e allargatasi a tutt'Italia - ha portato alla scrittura dell'articolo 62 della legge di Bilancio”.

A pagina 13 del Secolo XIX si torna infine a parlare di ex Ilva: “Salta l'incontro tra Lucia Morselli, ad di ArcelorMittal Italia, e i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm. La manager lo ha rinviato mezz'ora prima dell'inizio: slitta alla prossima settimana. A Genova, invece, il tavolo tra i metalmeccanici e l'azienda sul rinnovo della Cig si è tenuto e ha permesso di rinnovare la ‘cassa’ alle condizioni attuali. L'ad di Invitalia, Domenico Arcuri, a proposito della trattativa con Mittal ha detto: ‘Siamo in dirittura di arrivo, entreremo in società con una partecipazione non di minoranza’”.

Continua  il viaggio di Collettiva nella  sanità italiana, con il report di Roberta Lisi sulla Sicilia, . 

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.