La vittoria del Sì al Referendum e i risultati delle Regionali campeggiano sulle prime pagine di tutti i quotidiani di oggi. “Toscana e Puglia al Pd, finisce a 3-3. Sì al Referendum, più forti governo e maggioranza” titola il Sole24Ore. “Il voto dà respiro al Governo”, per il Corriere della Sera. Stessa lettura del Messaggero (“Il voto rafforza il Governo”) e della Stampa (“Stravince il sì, il voto blinda il governo”), mentre per la Repubblica “Il Pd frema Salvini”. “Spallata fallita”, anche per il Giornale, mentre il Manifesto, fuori dal coro, saluta Rossana Rossanda con una foto a tutta pagina e il titolo Una grande Storia”.

Interviste
Anche nelle pagine interne, i risultati del voto la fanno da padrone. Sul Corriere della Sera, si mettono ancora a confronto le ragioni del sì e quelle del no con due interviste di Alessandra Arachi a pagina 19. Una al costituzionalista Ugo De Siervo, che dice: “Tante bufale contro il taglio: non succederà nulla di tragico”; l’altra a Carlo Cottarelli, economista ex commissario alla spending review, che afferma: “Per prima cosa vediamo se è vero che faranno una legge elettorale, spero che la facciano presto, così come devono sbrigarsi a fare una riforma dei regolamenti parlamentari, per il funzionamento delle commissioni”. Sulla Repubblica, invece, Liana Milella a pagina 15 intervista Luciano Violante, secondo il quale, “una vittoria decisa (del sì) era prevista, forse non con queste dimensioni. È importante che nelle ultime settimane sia cambiato il tono della campagna per il Sì. Mentre prima si parlava soprattutto della riduzione dei costi, poi ha prevalso un argomento serio e democratico, la necessità di fare le altre riforme”. Per l’ex presidente della Consulta Cesare Mirabelli, intervistato dal Messaggero a pagina 13, invece, “nella legislatura in corso il Parlamento non viene toccato dalla legge di revisione della Costituzione. Per togliere ogni dubbio, la stessa legge costituzionale con la quale viene ridotto il numero dei componenti della Camera e del Senato, stabilisce che queste disposizioni si applicano a decorrere dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della legge". Francesco Rigatelli della Stampa invece sceglie di intervistare tra gli altri, Andrea Crisanti, il virologo che ha gestito l'emergenza Covid in Veneto. A pagina 12: “I veneti hanno premiato Zaia per come ha gestito l'epidemia, con tutti i meriti e le contraddizioni del caso” - dice -. In una situazione disastrosa il presidente mi ha dato retta seguendo l'evidenza scientifica”. C'è quindi un effetto Crisanti? chiede l’intervistatore. “Se non fosse stato per me Zaia avrebbe combinato un disastro - è la risposta -. Il 28 febbraio parlò di epidemia mediatica, poi si è preso il merito e non ho potuto tacere”.

Editoriali e commenti
Sulla prima del Sole24Ore, appare poi l’editoriale di Fabio Tamburini “Un Paese al bivio, le vere emergenze e il bivio del paese”, nel quale si legge: “Alle elezioni regionali e al Referendum, come è giusto che sia, sono dedicate quattro pagine del Sole24Ore di oggi. Ma l'emergenza è un'altra: la crisi economica e le scelte del governo per superarla. Anzi, c'è una doppia emergenza. Da una parte i progetti e le riforme per ottenere gli oltre 200 miliardi di fondi che l'Europa ci ha reso disponibili. Dall'altra le scelte da fare in attesa del loro arrivo, che non è dietro l'angolo”. Per Massimo Franco  del Corriere, le urne hanno invece mandato “due messaggi al governo al centrosinistra”: “Le logiche locali stavolta hanno prevalso sulla politica nazionale. E questo ha finito per fare emergere un ‘partito dei governatori’ trasversale ed emancipato dai leader di partito; anzi, tendenzialmente destinato a offuscarne il primato, e in prospettiva ad affiancarlo e sostituirlo”. Per Stefano Folli della Repubblica, “considerate le premesse della vigilia, il formale pareggio è in realtà una vittoria di Nicola Zingaretti come segretario del Pd. Vittoria non priva di chiaroscuri: De Luca a Napoli fa storia a sé e lo stesso vale per Emiliano a Bari, favorito dal voto disgiunto. Ma ci sono pochi dubbi sul fatto che Il centrosinistra ha superato la prova delle regionali, permettendo a Zingaretti di passare in poche ore dallo status di politico quasi dimissionato a quello di accorto professionista che dispone di buone carte da calare sul tavolo del governo”. Molto vicino a queste posizioni anche anche l’editoriale del Messaggero di Alessandro Campi, secondo il quale però “i successi personali oscurano i partiti”.

Per Marco Sorgi della Stampa, invece, “la vittoria del "Sì" al referendum sul taglio dei parlamentari e la sconfitta del centrodestra nelle regioni in cui puntava a spodestare il centrosinistra (escluse le Marche) nascono da un'impressione, più che da una vera ragione e si portano dietro una serie di conseguenze, la principale delle quali è un complessivo consolidamento del governo”, anche se “tra i 5 Stelle, Di Maio è il solo che possa davvero cantare vittoria per l'affermazione del ‘Sì’, mentre le graduatorie locali, che vedono ovunque il Movimento solo piazzato, e con percentuali modeste, confermano che il rifiuto dell'alleanza con il Pd a livello locale è stato inutile”. Sul Giornale, ne “La salvezza dei Tacchini”, Alessandro Sallusti scrive: “Se dici che vincerai sei a zero e poi pareggi tre a tre è ovvio che il risultato sa di sconfitta. Dalle urne delle Regionali non è infatti arrivata la spallata alla sinistra che Salvini aveva annunciato”. “Le ambizioni di Salvini non trovano - quindi - conferme nella realtà: la Lega non è pronta a sfondare nelle roccaforti rosse né a consolidare il suo consenso al Sud”. Sul Domani, Stefano Feltri racconta invece “Il declino dei populisti. Vincono il referendum ma perdono il paese”. “Doveva essere il voto che spaccava il paese e il governo - si legge - e invece un po' a sorpresa ha ricomposto entrambi”. Ma “il vero risultato di questa doppia consultazione è che l'onda antipolitica sta finendo”.

Sindacato, lavoro e welfare
Gad Lerner sul Fatto Quotidiano scrive invece del “recente passaggio da sindacalista a editorialista”, di Marco Bentivogli, che su Repubblica ha chiesto di eliminare il decreto dignità: “Sarei curioso di sapere cosa ne pensano i metalmeccanici della Fim Cisl che lo hanno avuto come segretario generale dal 2014 fino al giugno scorso” - si legge -. “Bentivogli ha portato ieri il suo affondo contro il decreto Dignità, varato per disincentivare la proliferazione dei contratti a termine, ovvero la piaga tutta italiana del precariato”.

Sul Sole24Ore invece, a pagina 14, Domenico Palmiotti scrive della mobilitazione all’Ilva di Taranto, dopo il blocco degli impianti: “Superato il passaggio elettorale col voto per la Regione Puglia, Il nodo ArcelorMittal, ex Ilva, torna a premere sul Governo, chiamato a decidere sul futuro dell'azienda. Da oggi i sindacati rilanciano a Taranto una protesta forte con tre iniziative. Dalle 7, con un presidio davanti alla portineria C, bloccheranno il transito delle merci in entrata e in uscita dalla fabbrica. Giovedì, invece, 24 ore di sciopero dei dipendenti di ArcelorMittal ma anche dell'indotto e nella stessa giornata autoconvocazione di lavoratori e sindacalisti a Roma”. Se ne parla anche Valeria D'Autilia a pagina 29 della Stampa: “Da oggi blocco a oltranza delle merci all'ingresso e all'uscita della fabbrica per impedire la commercializzazione dei prodotti- si legge -. La vertenza ArcelorMittal di Taranto è sempre più tesa. E fonti vicine all'azienda fanno sapere che, in caso le proteste facessero ritardare i lavori, le ore di cassa potrebbero aumentare”. Notizia della mobilitazione anche in un articolo di Gianmario Leone  a pagina 16 del Manifesto: “Sono oramai pesantissime ed inaccettabili le ricadute sulla vertenza ArcelorMittal, dove multinazionale e governo hanno deciso di non decidere. La condizione di abbandono ed insicurezza degli impianti e dei lavoratori sono divenute tali da non poter permettere ulteriori considerazioni di circostanza”.

Sempre sul Manifesto, ma a pagina 5, Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, scrive un lungo ricordo di Rossana Rossanda: “Voglio esprimere a nome mio e di tutta la Cgil il dolore e il profondo cordoglio per la scomparsa di Rossana Rossanda”, si legge. E ancora: “Rossanda ha sempre cercato di analizzare e capire i cambiamenti intervenuti nell'organizzazione del lavoro e della produzione, come cioè si potesse ricostruire un protagonismo del mondo del lavoro”.

“Dilemmi giuridici”, invece, su Domani: “I positivi asintomatici sono malati o possono lavorare?”, si chiede a pagina 12 la giurista Vitalba Azzolini. La risposta è “chi sta male a causa del Covid-19 e non si sente di lavorare chiede al proprio medico di attestare il suo stato, come avviene per qualunque malanno. Ma chi ha contratto il virus e sta bene, così come chi debba stare in isolamento e possa lavorare a distanza, perché dovrebbe chiedere un certificato che dichiari la sua malattia se non ha alcun sintomo che gli impedisca di svolgere i propri compiti da casa? La distinzione tra l'atto di messa in isolamento e il certificato medico attestante la malattia è ben precisata sul piano normativo”. Sul Sole24Ore, invece, interessante approfondimento “tecnico” riguardo la Cig che prevale sull'esonero nel divieto di licenziare: “Se un'azienda utilizza entrambi gli strumenti, il blocco si estende per le 8 settimane in cui si può fruire degli ammortizzatori”.

"La Cig cambia. Non sarà più gratis per tutti" titola poi la Nazione a pagina 25 su un progetto del governo, secondo il quale, "dal 2021 andrà solo a chi ha perso il 20% di fatturato". "Secondo fonti beninformate - si legge - le parole del ministro Roberto Gualtieri ('Basta cassa gratis per tutti') indicano una direzione di marcia che punta a legare sempre di più il dato del fatturato aziendale al costo per le imprese del ricorso all'ammortizzatore sociale legato all'emergenza Coronavirus".  A pagina 8 del Sole24Ore, inoltre, si dà poi notizia del viaggio del ministro per il Mezzogiorno Provenzano a Bruxelles per sbloccare la decontribuzione dei 30% al Sud: "Sul tavolo la proroga dal 2021, ma serve l'ok ufficiale per il via a ottobre". “Avanti con la coop dei rider come nel Nord Europa”, titola il Corriere di Torino a pagina 9, che racconta come Legacoop Piemonte stia lavorando a una coop di rider con il contratto della logistica”. 

Infine, su Collettiva da sottolineare l’interessante video-reportage di Stefano Iucci “La scuola non è un’isola”: Una giornata in un istituto professionale di Ischia che si prepara alla ripartenza tra emergenza coronavirus e vecchie mancanze.

Agenda
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.