Tutte diverse le aperture dei quotidiani del lunedì, anche se si possono indicare due o tre temi ricorrenti. A parte le ultime notizie sul campionato di calcio (con la Juve che festeggia), in primo piano le scelte del governo a proposito dei fondi europei e della manovra. Sul Corriere della Sera il titolo: “La linea di Conte: subito i progetti, spese responsabili”. Per il premier il Mes sarà valutato solo se servirà. Per quanto riguarda le scelte di politica economica da segnalare sempre sul Corriere una intervista al sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta: “I finanziamenti europei non finiscano in mille rivoli. Il Mes? Errore non usarlo”. Per Baretta sono necessari prima di tutto interventi nella sanità (Intervista di Giuseppe Falci a pagina 2). Il sottosegretario si sbilancia anche sulla riforma  fiscale richiesta da tempo da Cgil, Cisl, Uil: “In questo contesto c'è spazio per una riforma fiscale?, chiede Falci: “Sì, credo che la riforma fiscale debba essere fatta a prescindere. Avevamo già ipotizzato nella scorsa legge di Bilancio che ad aprile avremmo presentato una proposta di legge delega sulla riforma fiscale”. Su cosa si baserà? “Sulla riduzione delle aliquote per le fasce di reddito medio e medio basso». Ce li avete i numeri per approvare lo scostamento di bilancio da 25 miliardi? “Penso che ci siano perché è una scelta, discussa più volte, con l'obiettivo di andare incontro all'emergenza economica”….La terza segnalazione dal Corriere riguarda la scuola con un approfondimento di Giuseppe Remuzzi sugli studi effettuati sui casi di riapertura. La tesi è molto chiara: “Più benefici che rischi, la scuola può ripartire” (a pagina 8). Un altro tema trattato oggi dai quotidiani è quello relativo allo sviluppo del Mezzogiorno e al superamento delle disparità regionali. “Riforme e Sud, ora la svolta” è il titolo di apertura di Repubblica che propone una intervista a Fabio Panetta della Banca Centrale Europea (a pagina 3). Sulle divisioni e le disparità territoriali l’editoriale dell’ex direttore Ezio Mauro: “Tutte le facce del Paese indistinto”. Su Repubblica, ma anche su La Stampa (che dedica al tema la sua apertura) si torna a parlare di smart working o lavoro agile. Repubblica parla di una crescita del 18% dello smart working mentre La Stampa propone un titolo forte di apertura: “L’effetto smart working brucia 250 milioni al mese” (vedi più avanti). Messaggero e Il Giornale decidono di mettere in primo piano il nuovo caso Lombardia, ovviamente con accenti diversi. Il Messaggero: “Fontana, sospetti sull’eredità, 27 inchieste in Lombardia”. Il Giornale: “La verità su Fontana”, parla l’avvocato del presidente. Anche il Fatto Quotidiano si occupa della faccenda con un titolo molto schierato: “Fontana racconta altre balle: metà Pd e Iv pronti a salvarlo”, mozione di sfiducia M5S, ma l’opposizione è divisa. Sui quotidiani di oggi (in particolare La Stampa e Sole 24 ore) si parla dei piani del governo per il lavoro e della proroga dei contratti a termine. Intanto i sindacati confederali rilanciano le iniziative per chiedere al governo la realizzazione di un vero Piano per il lavoro e la svolta nelle politiche economiche e fiscali. Intanto da oggi in busta paga i primi effetti positivi dell’intervento sul cuneo fiscale (100 euro medie)

Verso la Notte per il lavoro. L’iniziativa di Cgil, Cisl, Uil in diretta su Collettiva.it
Cgil, Cisl, Uil hanno deciso si rilanciare la mobilitazione in difesa del lavoro in vista delle scelte del governo in tema di manovra e di utilizzo dei finanziamenti europei. La prima iniziativa pubblica, “la notte per il lavoro”, che si svolgerà in piazza Santi Apostoli, a Roma, mercoledì 29 luglio, a partire dalle 20.30, ed avrà al centro le rivendicazioni sindacali, a partire dal blocco dei licenziamenti, la proroga degli ammortizzatori sociali fino alla fine dell’anno, la riforma fiscale e la lotta all’evasione, i rinnovi contrattuali nazionali privati e pubblici, investimenti, sanità, sicurezza sul lavoro, conoscenza, cultura, infrastrutture materiali ed immateriali, lavoro stabile, digitalizzazione, mezzogiorno, previdenza, legge sulla non autosufficienza, inclusione sociale e soluzione delle crisi aziendali aperte, con le testimonianze dei delegati e le conclusioni dei leader nazionali di Cgil, Cisl, Uil, Landini, Furlan, Bombardieri. L’evento verrà trasmesso in diretta su Collettiva.it., mentre le modalità e gli obiettivi della manifestazione saranno illustrati domani in una conferenza stampa alla quale parteciperanno i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil. Appuntamento alle ore 16 a Roma, presso l’Auditorium Carlo Donat- Cattin (Via Rieti, 13).

Pubblica amministrazione, la Cgil chiede di contrattare il lavoro agile
“E’ stato sottoscritto oggi (venerdì 24 luglio) il Protocollo quadro per l’implementazione delle misure per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici sui luoghi di lavoro, in ordine all’emergenza sanitaria da ‘Covid-19’”. È quanto ha fatto sapere, in una nota, la Cgil nazionale. “Si tratta - spiega il sindacato di corso d’Italia - di una regolamentazione necessaria che garantisce, in tutti i luoghi di lavoro, i necessari spazi negoziali sia per la gestione del personale in servizio, sia per l'organizzazione del lavoro agile”. Inoltre, aggiunge la Cgil “l'intesa prevede l'avvio di un confronto complessivo sul lavoro agile, modalità che necessita di una regolamentazione e che per noi rappresenterà una delle priorità della nuova stagione contrattuale”.“Nelle prossime settimane, il nostro impegno, sarà volto - conclude la Cgil - a conciliare la ripresa delle attività, sia in servizio che da remoto, nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza”.

Sul sito di Collettiva.it, che ha dedicato vari approfondimenti al tema dello smart working, è possibile rivedere il video della intervista alla segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil, Serena Sorrentino

Di smart working o lavoro agile si parla oggi sui quotidiani
Su Repubblica scrive Rosaria Amato, che a pagina 10 analizza la crescita al 18% del lavoro agile in Italia. “C'è voluto il Covid-19 perché l'Italia potesse raggiungere e persino superare la media europea dell'anno precedente, e quindi pre-pandemia, di lavoratori in smart working – scrive Rosaria Amato -  In un Paese dove ancora nel 2019 solo il 2,7% della Pubblica Amministrazione lavorava da remoto a fronte di un potenziale di almeno il 56,5, il coronavirus è stato un elemento di spinta potente, ma non abbastanza perché si raggiungessero i livelli di altri Paesi maggiormente pronti sotto il profilo delle infrastrutture, dell'organizzazione e delle competenze. Se negli Stati Uniti, come attesta un'indagine Gallup, alla fine di aprile lavorava da remoto oltre la metà degli americani, e in Francia, rileva l'istituto nazionale di statistica Insee, tra marzo e maggio i134% degli occupati era in telelavoro, in Italia invece, secondo l'ultimo Rapporto Istat, l'incidenza del lavoro da casa a marzo sale al 12,6%, con un aumento su base annua di 8,1 punti, e ad aprile arriva al 18,5%, con una crescita di 14,1 punti, coinvolgendo oltre quattro milioni di occupati, la metà di quelli che l'Istituto stima come potenziali (che scendono però a 7 se si escludono lavoratori che, come gli insegnanti, hanno lavorato in smart working solo a causa dell'emergenza). E del resto l'organizzazione italiana del lavoro si caratterizza principalmente perla sua rigidità: per cinque milioni e mezzo di lavoratori, rileva l'Istat, è difficile persino prendere permessi se dipendenti, oppure ritagliarsi spazi personali, se autonomi. Tra i più svantaggiati sotto questo profilo le donne, i residenti nel Mezzogiorno, gli assunti a tempo determinato e i lavoratori con bassa istruzione. Precari e lavoratori poco istruiti sono anche tra le categorie che più difficilmente al momento della pandemia hanno avuto accesso allo smart working. «Io credo che i problemi che ostacolano una maggiore diffusione dello smart working in Italia siano tre. - dice la ministra dell'Innovazione Paola Pisano - Il primo è quello dell'organizzazione. Poi c'è la questione degli strumenti informatici, ad esempio nella Pubblica Amministrazione non tutti i software erano abilitati a gestire il lavoro da remoto….

Su La Stampa scrivono Claudia Luise e Giuseppe Bottero (a pagina 2): “L’effetto smart working brucia 250 milioni al mese. Rivoluzione smart working: l’Italia travolta dal lavoro, troppe le ore davanti al pc”. Nei sommarietti: “I pericoli rischiano di superare i vantaggi, non ci sono state le necessaria pause”. “La socialità è sacrificata e i numeri sono un giallo perché non c’è obbligo di comunicarli”«Dallo smart working non si torna indietro». La ricerca che certifica la svolta ha la firma dell'Università degli Studi di Milano e suona un campanello d'allarme per imprese, dipendenti e soprattutto per chi vive di commercio. Dopo i picchi del «lockdown» il numero di italiani che continua a lavorare lontano dall'ufficio si sta stabilizzando: secondo l'ultima fotografia del ministero del Lavoro erano 1,8 milioni, otto volte in più rispetto all'inizio della pandemia. Ma la cifra potrebbe essere molto più alta perché le aziende non hanno l'obbligo di comunicarlo. La rivoluzione stravolge i diritti e la giurisprudenza: assieme alla pubblica amministrazione e alle ditte private, ora si stanno attrezzando anche le industrie. «Servono regole» incalzano i sindacati. Perché i pericoli, in questo momento sono molti, nonostante i vantaggi: secondo uno studio condotto dall'ateneo milanese con la società di consulenza Variazioni 1'85% dei lavoratori vorrebbe proseguire a distanza anche dopo la fine dell'emergenza, il 43% sostiene di aver vissuto questa fase di transizione «senza problemi», il 40% si dichiara favorevole «nonostante le difficoltà di gestione». «Però il tempo di lavoro è esploso» spiega Sonia Bartolini, sociologa dell'Università di Torino. «Lo smart working può aumentare il benessere e la produttività perché aiuta a conciliare meglio le tempistiche. Quello che è successo da noi, però, ha fatto sì che fosse parecchio problematico, perché ha coinciso con la didattica online e le scuole chiuse. Non eravamo preparati». Bartolini, che sta approfondendo il tema, denuncia un «effetto perverso: le ore di lavoro sono aumentate e non c'è stato un bilanciamento». È mancata quella che gli studiosi chiamano «interazione informale», i momenti in cui, lontani dalle sale riunioni, vengono prese decisioni, anche minime. «Sono stati sostituiti da una serie di videochiamate, che hanno invaso la vita privata». Nella fase acuta della pandemia, dice la Fondazione Di Vittorio, lo smart working avrebbe toccato punte di 8 milioni di italiani coinvolti. «E non ci sono state le pause che aiutano a rigenerarsi — ragiona la docente—. Le ricerche effettuate in altri Paesi ci spiegano che il lavoro a distanza accelera la risoluzione di un singolo compito ma se non si prendono precauzioni può diminuire la produttività». Il governo sta lavorando a un piano per correre ai ripari, e nei prossimi giorni la ministra Nunzia Catalfo incontrerà le parti sociali….

Il Piano per il lavoro vale 13 miliardi
Se ne parla su La Stampa a pagina 17: “Il provvedimento per il lavoro assorbirà 13 dei 25 miliardi di nuovo deficit che la maggioranza di governo si appresta a votare; il pacchetto di misure comprenderà anche la proroga del bonus da 600 euro per gli stagionali del turismo e i lavoratori dello spettacolo. L'esecutivo prepara la manovra di agosto, da approvare al massimo in una decina di giorni, che porterà non solo il rifinanziamento o la proroga di tante misure anti-Covid già in vigore, ma anche diverse novità, dagli incentivi per le assunzioni ai fondi per gli enti locali. Il governo ha già promesso a Comuni e Regioni un ulteriore ristoro dei mancati incassi di questi mesi: ai governatori dovrebbero andare 2,8 miliardi cui si aggiungerebbero circa 3,5 miliardi per i sindaci, con le casse vuote anche per l'assenza di turisti e, di conseguenza, per il sostanziale azzeramento della tassa di soggiorno. Ma con il nuovo provvedimento anti-crisi potrebbe arrivare anche un sostanzioso anticipo di risorse per gli investimenti, per dare «una nuova iniezione di liquidità» agli enti locali, come spiega la viceministra all'Economia Laura Castelli, sfruttando al contempo la finestra di un anno di deroghe per cantieri e appalti introdotte con il decreto Semplificazioni. In tutto si dovrebbero mobilitare circa 5,5 miliardi, tra il rifinanziamento del cosiddetto fondo Fraccaro per le piccole opere dei Comuni e la messa a disposizione dal 2021 di risorse già a bilancio. Quanto ai 13 miliardi del pacchetto-lavoro, serviranno per il rinnovo della Cig-Covid per altre 18 settimane, da chiedere «anche in continuità dal 15 luglio», e al prolungamento del bonus dei 600 euro per beneficiare alcune delle categorie più colpite dalla crisi.

E dal 18 luglio è scattata la proroga dei contratti a termine. Ma sono molti i dubbi
Se ne parla in un focus del Sole 24 ore che ha raccolto gli ultimi dati del Ministero del Lavoro. Ecco quello che scrive tra le altre cose Valentina Melisa pagina 4: “Sono 2,4 milioni i rapporti di lavoro a termine e in apprendistato coinvolti dalla proroga entrata in vigore i118 luglio con la legge di conversione del Dl Rilancio (77/2020). In pratica, la scadenza dei contratti si allontana di un periodo pari alla durata della sospensione dal servizio che il lavoratore può aver avuto come conseguenza dell'emergenza sanitaria legata al coronavuirus. Dai dati forniti dal ministero del Lavoro al Sole 24 Ore del Lunedì sulla platea dei lavoratori interessati, emerge che i rapporti a tempo determinato attivi al 22 luglio nel settore privato erano 2,3 milioni, ai quali si aggiungono 93.165 contratti di somministrazione a termine e 10.505 rapporti di apprendistato di primo e terzo livello. Sono invece esclusi dalla proroga i contratti di apprendistato professionalizzante (che rappresentano la stragrande maggioranza dei 600mila rapporti di apprendistato attivi). Lo scopo della norma (articolo 93, comma 1-bis del D134/2020) è quello di ridurre i danni sull'occupazione, in un contesto economico nel quale le attivazioni di nuovi rapporti di lavoro marciano a un ritmo molto lontano da quello del 2019, e di far recuperare i periodi di formazione persi dagli apprendisti a causa del Covid-19. Un intervento inserito durante l'esame parlamentare del Dl Rilando, che fa il paio con un'altra disposizione che sarà probabilmente mantenuta sino alla fine del 2020: la possibilità di rinnovare o prorogare i contratti a termine fino a130 agosto senza le causali previste dal decreto Dignità. Le perplessità degli addetti al lavori L'allungamento dei contratti a termine ha posto però non pochi dubbi alle aziende e ai loro consulenti: non sono infatti precisati né la durata esatta della proroga, né se questa corrisponda al periodo di cassa integrazione fruito dal lavoratore (escludendo, ad esempio, i periodi di ferie usati durante il lockdown). Né sono chiari gli effetti generali della proroga sui rapporti a termine (che hanno un limite massimo di 24 mesi con ciascun lavoratore). Tutto questo rischia di generare contenziosi tra le aziende e i lavoratori, in un quadro economico già difficile….

Difesa. Cgil: legge reticente, mondo militare ha bisogno di un vero processo riformatore.
“Il Parlamento sta sprecando una grande occasione per garantire seriamente ai lavoratori delle Forze armate la costituzione di libere associazioni sindacali”. È questo il commento del segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra in merito al via libera della Camera al progetto di legge che vede prima firmataria l’on. Corda. Un provvedimento che, aggiunge il dirigente sindacale, “depotenzia la portata riformatrice della sentenza storica della Corte Costituzionale del 2018, e rischia così di non affermare un sistema che sia davvero democratico e partecipativo”.“Se ai militari - prosegue Massafra - si consentisse di avere una rappresentanza che li tuteli veramente, se si avviasse una riforma vera, capace di affermare un sistema virtuoso, in grado di superare le omertà e le reticenze degli ambienti militari probabilmente anche episodi come quello della caserma di Piacenza non avrebbero luogo”.“Si dia a liberi sindacati, aperti alla società civile, il ruolo vero di tutela. Il controllore non deve mai coincidere con il controllato, tanto più nel mondo militare. Il Parlamento si fermi un attimo per dare vita ad una legge di riforma che abbia questo valore e che superi - conclude il segretario confederale - il reticente testo attuale che frena il vero bisogno riformatore”.

In bicicletta a Firenze per rilanciare il turismo
Biciclettata della Cgil e della Filcams Cgil dalle 9 di questa mattina nelle vie del centro di Firenze per ripercorrere le tappe del turismo che non c’è più: dalle 10:30 alle 12 presidio-conferenza stampa in via dei Gondi (piazza Signoria). Nell’occasione, lanciando un vero e proprio allarme per il comparto, si illustreranno i numeri dei danni del Covid al settore, si faranno proposte per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici e per costruire un nuovo modello di turismo per la Città metropolitana. Attraverso una iniziativa itinerante nelle strade del cento di Firenze con oltre 50 biciclette, promossa dalla Cgil Firenze e dalla Filcams Cgil Firenze per domani lunedì 27 luglio, le lavoratrici e i lavoratori di bar, ristoranti, alberghi e musei ripercorrono le tappe del turismo che non c'è più, per raccontare i danni del Covid al settore, chiedere il prolungamento degli ammortizzatori sociali e del blocco dei licenziamenti ed affermare ancora una volta che occorre cambiare radicalmente modello di turismo. “Non si può tornare al modello turistico conosciuto a Firenze fino allo scorso anno che sta erodendo il tessuto urbano e sociale e che ha dimostrato tutta la sua debolezza strutturale, serve un nuovo modello di turismo più sostenibile”, dice il sindacato.Il programma di domani lunedì 27 luglio: ritrovo alle ore 9 in via San Zanobi 54r per il giro in bicicletta che si snoderà per le vie, le piazze e i ponti del centro della città (itinerario previsto: San Marco, Duomo, Repubblica, Strozzi, Santa Trinita, Lungarno Corsini, ponte alla Carraia, Santo Spirito, piazza Pitti, Ponte Vecchio). Conclusione in via dei Gondi (piazza Signoria) per un presidio-conferenza stampa dalle 10:30 alle 12.

Agenda degli appuntamenti

Per un quadro completo degli appuntamenti della Cgil nazionale e della Cgil nei vari territori vedi l’agenda sempre aggiornata di Collettiva.it: