Nel polverone di dichiarazioni che si è sollevato ieri sulla proposta del premier Conte di tagliare l’Iva - con le organizzazioni dei commercianti che si sono schierate subito per il sì (Sangalli della Confcommercio per esempio) - la posizione della Cgil è molto chiara. Serve una riforma complessiva del sistema fiscale italiano e per far ripartire consumi ed economia si deve operare prima di ogni cosa sulla leva delle tasse sul lavoro. Lo ribadisce oggi il segretario generale Maurizio Landini, in una intervista a La Stampa e al Secolo XIX a cura di Marco Zatterin: “Giù le tasse sul lavoro”. Il governo parla troppo, ora agisca. La Confindustria? Sa solo chiedere soldi. “Per incentivare i consumi – spiega Landini nella intervista - si devono defiscalizzare gli aumenti salariali e ridurre il fisco sul lavoro”. Quindi la Cgil non si oppone ad un intervento fiscale, ma l'azione che si mette in campo deve essere di ampio spettro (lo aveva dichiarato ieri anche la vicesegretaria generale Gianna Fracassi, “il Paese ha bisogno di una vera riforma fiscale imperniata su equità e progressività”). “La riforma fiscale è un punto centrale – spiega Landini - ma scollegare l'Iva da una discussione più complessiva è un errore. Non dobbiamo copiare la Germania, perché non ha la priorità di aumentare gli investimenti e i salari. La rimodulazione dell'Iva va messa in un quadro più ampio. Perché per incentivare i consumi, si devono defiscalizzare gli aumenti salariali e ridurre il fisco sul lavoro”. Secondo il segretario generale, per abbassare il peso delle tasse sui redditi da lavoro si potrebbe pensare anche ad un’altra operazione: la detassazione degli aumenti salariali richiesti nel rinnovo dei contratti nazionali.

Nuovi bond per uno sviluppo green

In questo momento siamo di fronte ad una condizione “irripetibile”, grazie ai soldi europei che potrebbero essere messi a frutto per il rilancio del Paese. Ma per far questo è necessario pensare in grande e passare dalle parole alle scelte concrete di indirizzo. Nella intervista di Landini il ragionamento è di ampio respiro: serve una Agenzia per lo sviluppo e il lavoro che coordini il cantiere della ricostruzione, e servirebbe anche introdurre strumenti finanziari nuovi per contribuire al rilancio dell’economia, tipo obbligazioni da offrire ai risparmiatori finalizzati a investimenti sociali ed ecologici. Recovery Bond? Chiede l’intervistatore Zatterin: “Lasciamo stare l'inglese – risponde Landini - non sono un tecnico. Però se offrissimo strumenti e veicoli finanziari con adeguate garanzie dello stato, e utili per il futuro, ad esempio per infrastrutture, ricerca e università, la gente sarebbe certamente incentivata a sottoscriverli”.

Lo scontro sul fisco sulle pagine dei quotidiani

Corriere della Sera: “Conte frena sull’Iva”, ridurla per un breve periodo. Visco: serve una riforma globale. Sul Corriere da segnalare l’intervista al sottosegretario all’economia, Pier Paolo Baretta a cura di Lorenzo Salvia: “La vera svolta? Un calo dell’Irpef, così potremo dare una spinta ai consumi” (a pagina 2). Nel dettaglio Baretta spiega la sua idea: “Personalmente credo che possa dare risultati più efficaci una politica di rilancio degli investimenti pubblici, in grado di trascinare anche quelli privati insieme a una riforma fiscale complessiva, che quindi riguardi anche, anzi soprattutto, l'Irpef”. Tra l’altro agire solo sull’Iva non fornisce nessuna certezza. “In una situazione di incertezza come quella che stiamo ancora vivendo – spiega Baretta - più che sui consumi il risparmio privato tende a prendere la strada della valorizzazione del patrimonio. Per questo credo che funzionerà bene l'ecobonus al 110% per le ristrutturazioni edilizie, che diede buoni risultati già tra il 2008 e il 2014, quando non era così vantaggioso”Quindi proposta sull’Iva già archiviata? “Il tema è sul tavolo – dice Baretta - la decisione finale la prenderà il presidente del Consiglio anche se la questione va discussa con Bruxelles visto che si tratta di un'imposta armonizzata a livello comunitario. Potrebbe avere senso un intervento mirato su alcuni settori, a partire da quello del turismo, che ha sofferto molto e, come filiera, si porta dietro diverse attività. Ma potrebbe funzionare se dovesse accompagnare una riforma fiscale complessiva”.

Repubblica apre con il titolo: “Iva, tutti contro Conte”. Pd e Movimento 5 stelle bocciano la proposta del premier di tagliare l’imposta per rilanciare l’economia. Bankitalia si oppone: Riformare tutto il fisco. Gelo dall’Europa: così Roma ostacola i negoziati sul Mes. Sempre su Repubblica il commento di Carlo Cottarelli: “Le tre strade per la ripartenza”. Il Messaggero: “Il Tesoro apre il cantiere Irpef”. Conte frena sulla riduzione dell’Iva, costa moltissimo, l’ipotesi solo per un breve periodo. Ma per Visco serve una riforma complessiva. Il Mef lavora sul taglio dell’aliquota per i redditi medi. Su La Stampa, oltre all’intervista a Landini, il commento di Pietro Garibaldi: “Ripartire dall’imposta sulla casa”. Ironico, come al solito il manifesto: “Le volpi e l’Iva”. Coro di no alla proposta di Conte di abbassare l’Iva. Per il ministro Gualtieri l’idea è troppo costosa. Il governatore di Bankitalia: serve una riforma complessiva del fisco. Anche la maggioranza si divide e alla fine il premier fa mezza marcia indietro. Dal Sole 24 ore (p. 5): E ieri lo stesso governatore Ignazio Visco ieri è tornato sul tema sottolineando che il fisco italiano ha bisogno di «una riforma di ben più ampio respiro, con una visione complessiva» che vada oltre “l'analisi imposta per imposta”.

Per quanto riguarda ancora gli approfondimenti sul tema fisco, da segnalare una intervista all’economista Emiliano Brancaccio sul Mattino (Nando Santonastaso a pagina 5): Da dove comincerebbe, chiede l’intervistatore: “Da un contrasto più serrato all'evasione e dal rafforzamento del principio costituzionale di progressività delle Imposte: chi guadagna di più deve pagare aliquote più alte, una regola semplice cd equa che da decenni è sotto attacco. Mentre negli anni '70 esistevano ben 22 aliquote di imposta sul reddito con la più alta al 72 per cento, oggi abbiamo appena 5 aliquote con la più alta al 43 per cento. E c'è chi vorrebbe andare persino oltre, introducendo una flat tax unica per tutti, ricchi o poveri che siano. Questa tendenza è sbagliata, favorisce solo i percettori di redditi più alti e non aiuta lo sviluppo. Bisognerebbe tornare a un sistema con più aliquote, a carico soprattutto di rendite e profitti. Ovviamente per far questo occorrerebbe in primo luogo intraprendere una lotta contro chi fa sparire i soldi nei paradisi fiscali”.

Un’agenda completa

Ma non ci sono solo le tasse da considerare, se si vuole evitare che la valanga di una delle crisi tra le più gravi della storia recente travolga tutto (che succederà alla scadenza degli ammortizzatori sociali?). Ritornando alla intervista al segretario generale Landini da sottolineare quindi anche i punti riguardanti un ripensamento generale del sistema sociale e produttivo, “con lo Stato che assume un ruolo finalizzato allo sviluppo e al lavoro sostenibile. L'elenco dei capitoli è lungo: investimenti, politiche industriali, nuove infrastrutture, aree urbane. Vanno riempiti di contenuti. E poi Alitalia, banda larga, autostrade, un piano della mobilità, energia alternativa e idrogeno. Un progetto per le filiere e un piano per l'acciaio. E i tavoli su cui fare queste discussioni. Avendo cura – torna a precisare Landini - di dire "no" ai soldi a pioggia, e puntando su finanziamenti condizionati e finalizzati a creare lavoro e far crescere la dimensione delle imprese». L’altra gamba del nuovo progetto deve essere l'occupazione. E’ necessario proteggerla e prepararsi ad evitare a settembre la catastrofe dei licenziamenti: quindi riforma degli ammortizzatori sociali, un piano permanente per formazione e lavoro, dare valore generale ai contratti nazionali, eliminando quelli pirata anche attraverso un adeguato provvedimento legislativo. Un ripensamento generale del lavoro e del Welfare in particolare, salute, sicurezza e istruzione: ad esempio, ragionando sull'obbligo scolastico da 3 a 18 anni”. Un punto particolare riguarda il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti e in generale di nuovi strumenti in mano al pubblico. Come vede un nuovo Iri?, chiede Zatterin. “Preferisco parlare della creazione di un'Agenzia per lo sviluppo e il lavoro, un soggetto che definisca e indichi le aree e i modi di intervento, anche pubblico. Ci può essere la Cdp, ma la Cdp non pub fare tutto da sola. Occorre anche un'idea di sistema”, è la risposta di Landini. “Nella mia testa quello che manca al paese è "il sistema" e il "fare sistema". Per questo dico che gli Stati Generali sono stati un buon primo tempo. E che tutto sarà inutile se non si andrà avanti. Se non si passerà dalle parole ai fatti”.

Lavoro da casa: verso la proroga per gli statali

Smart working: proroga a fine anno per gli statali (Sole 24 ore, p. 7). La regola del lavoro agile per i dipendenti della Pubblica amministrazione, avviata durante la fase più dura della pandemia, si allungherà fino al 31 dicembre. La decisione dovrebbe arrivare in questi giorni all’interno dei correttivi al decreto rilancio all’esame alla Camera. Tra gli emendamenti anche quello sui contratti di rete di solidarietà per favorire il mantenimento dell’occupazione nelle aziende in crisi

Decreti Salvini, si riuscirà ad archiviarli?

Viminale, accordo vicino sulle modifiche, è il titolo del manifesto, che con il pezzo di Carlo Lania a pagina 5 spiega che la parola d’ordine sembra essere diventata “ottimismo” dopo il secondo vertice al Ministero degli Interni sulla modifica dei decreti sicurezza di Salvini. Sono state presentate le modifiche della maggioranza al testo della ministra Lamorgese. La convergenza è su molti punti, ma i Cinque Stelle vorrebbero far slittare la riforma a settembre. Anche sulla prima pagina di Repubblica la notizia sul no dei grillini che fanno muto sui decreti sicurezza: Modifiche solo dopo l’estate (servizio di Alessandra Ziniti a pagina 8).

Appalti senza gare fino a 5 milioni

Se ne parla sul Sole 24 ore (Giorgio Santilli a pagina 6): “Corsie veloci e niente gara per opere piccole e medie fino a 5 milioni di euro, molte deroghe alle procedure ordinarie del codice appalti ma niente (o pochi) commissari straordinari. Le deroghe alle procedure ordinarie avvengono anche utilizzando le norme stesse del codice appalti che consentono percorsi eccezionali come l'articolo 63. Comincia a prendere forma il decreto legge Semplificazioni che il premier Giuseppe Conte vorrebbe portare in Consiglio dei ministri questa settimana ma che potrebbe anche slittare alla prossima. Palazzo Chigi sta costruendo un testo che tenga conto delle due esigenze evidenziate da Conte già un mese fa e ribadite Stati generali: dare una scossa agli investimenti introducendo riforme potenti rimaste al palo per anni, come la limitazione dell'abuso d'ufficio e della responsabilità erariale dei pubblici funzionari; tenere insieme la maggioranza arrivando a punti di compromesso fra posizioni che almeno in partenza sembrano inconciliabili. L'esercizio più difficile, su questo secondo obiettivo, riguarda le dosi di deroghe da prevedere al codice degli appalti attuale e a chi mettere in mano i poteri per derogare. La spaccatura nella maggioranza è verticale: da una parte il Pd che vuole deroghe limitate e modifiche controllate al codice appalti e pochi commissari straordinari; dall'altra parte, tutti gli altri che vogliono la generalizzazione del «modello Genova» o comunque di un intervento fuori delle regole ordinarie affidato a un commissario dotato di poteri ampi. Proprio su questo fronte il lavoro è stato intenso e di registrano passi avanti nella costruzione della tela di Palazzo Chigi che fanno pensare a questo punto che una mediazione sia possibile e che la soluzione si avvicini. In realtà, il lavoro svolto finora è di natura prevalentemente tecnica e nessun vertice o anche solo confronto politico ha ancora battezzato alcuna norma (…)

Memoria. Genova ricorda il 30 giugno 1960

In questo giugno 2020 ricorrono i 60 anni dai fatti del 30 giugno 1960. Sessant’anni dopo, la Camera del Lavoro di Genova e l’Anpi, con il patrocinio dell’Università di Genova e della Città Metropolitana, avevano in programma un ciclo di iniziative tese a ricordare, riproporre, studiare ed analizzare storicamente gli avvenimenti del giugno-luglio ’60, la mobilitazione popolare contro la convocazione del Congresso del Msi, presieduto dal prefetto Carlo Basile responsabile delle deportazioni operaie in città, atto che fu vissuto come una vera e propria provocazione. Le disposizioni sanitarie a contenimento del contagio hanno stravolto la programmazione che viene spostata sui social, in una diretta streaming in programma il 30 Giugno dalle ore 17 alle ore 20 sulle pagine Facebook Cgil Genova, Anpi Genova, Goodmorning Genova e sul canale youtube di Goodmorning Genova. Musica e ospiti si alterneranno ad altri contributi come quelli delle altre città protagoniste di quei giorni. Nella diretta, oltre a Igor Magni Segretario Generale della Camera del Lavoro di Genova e Massimo Bisca Presidente Anpi, è prevista la partecipazione in video di Carla Nespolo Presidente Anpi Nazionale e Maurizio Landini Segretario Generale Cgil. Sono tanti gli artisti che accompagneranno la diretta: Andrea Sigona e poi Dany Franchi, considerato uno dei migliori giovani musicisti Blues sulla scena di oggi. The Bluesskins, La band, formata da Francesco Rebora alle chitarre e alla voce, Rodrigo Brito al basso elettrico e Mattia Ciuffardialla batteria, propone un blues nuovo, fresco ed elettrico. Raphael – Raphael Emmanuel che ha fondato con l’amico bassista Andrea Bottaro gli Eazy Skankers. Dopo aver partecipato a diversi festival reggae, vincono l’Arezzo Wave Festival e arrivano a condividere il palco con artisti quali Sinead O’Connor, Giuliano Palma e altri.Paola Escobar, cantautrice cilena che iniziando dal pachanga e passando per fasi punk e le santere ha trovato la sua dimensione fondendo la grinta e il sound della scena hip hop a fiere radici latino americane. Davide Di Muzio – cantante dei Meganoidi. Ed inoltre lo strepitoso Andrea Di Marco con un pezzo inedito sul 30 giugno 1960.Sempre il 30 Giugno alle ore 11 presso Largo Pertini, a cura di Anpi Genova e Cgil Genova, nel rispetto delle misure sanitarie vigenti, sarà deposta una corona di fiori alla targa che lo ricorda. Il discorso di Pertini del 28 giugno, fu uno dei momenti più alti di quei giorni e resta oggi una risposta alle provocazioni della destra estrema che sulla violenza dei toni basa la propria strategia politica.

Le associazioni pacifiste si mobilitano contro l’annessione dei territori palestinesi

L'annunciata decisione da parte del nuovo governo israeliano di procedere con l'annessione di parte dei territori palestinesi, impone a tutti coloro che hanno a cuore il processo di pace giusta tra Palestina ed Israele, di prendere posizione e mobilitarsi contro questo atto  che, se confermato, rappresenta la fine delle speranze per il popolo palestinese di avere riconosciuto il proprio diritto ad uno stato libero, autonomo ed indipendente. Ora, su richiesta della Comunità Palestinese in Italia, abbiamo deciso di aderire, congiuntamente, come Rete della Pace e Rete Italiana Disarmo,  alla mobilitazione convocata per il prossimo 27 giugno in diverse città italiane: Roma, Milano, Napoli, Bari, per ribadire il NO all'Annessione dei territori palestinesi e richiedere l'urgenza del riconoscimento dello stato di Palestina da parte del governo italiano, dell'Europa e dei paesi membri. Per le adesioni, pregasi inviare direttamente la comunicazione al seguente indirizzo mail:  y_salman@tiscali.it

Aiuta chi ci aiuta”. Prosegue la campagna di Cgil, Cisl, Uil

La sottoscrizione lanciata da Cgil, Cisl, Uil, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e sostenere i reparti di terapia intensiva ha raggiunto oggi la somma complessiva di 1 milione e 900 mila euro che sono già stati devoluti alla protezione civile. È quanto sottolineano in una nota i Segretari organizzativi di Cgil, Cisl, Uil, Nino Baseotto, Giorgio Graziani, Pierpaolo Bombardieri. “Siamo molto soddisfatti. È un risultato molto importante che testimonia la solidarietà concreta da parte di tanti lavoratori e pensionati italiani. Abbiamo raccolto in queste ultime settimane  900 mila euro che si aggiungono al milione di euro già versato alla Protezione Civile. Ma la nostra sottoscrizione proseguirà ancora per sostenere il lavoro di tanti medici ed operatori sanitari impegnati  nella lotta contro il Coronavirus“.I versamenti vanno fatti sul conto corrente bancario – Monte dei Paschi di Siena IBAN IT 50 I 01030 03201 000006666670 con causale: Aiuta chi ci aiuta.Agenda degli appuntamentiPer un quadro completo degli appuntamenti della Cgil nazionale e della Cgil nei vari territori vedi l’agenda sempre aggiornata di Collettiva.it: https://www.collettiva.it/agenda/