C’è chi organizza concerti sul balcone, chi va in scena in streaming, chi invita a reading in diretta dal proprio soggiorno, chi propone tour virtuali dei musei su Facebook. Il mondo della cultura si inventa mille modi per restare a casa, senza perdere quello che stava fuori. I creativi sono fatti così: allenati a trovare un piano B. Ma quello che davvero conta in questo momento, per migliaia di lavoratori autonomi e atipici del settore, è poter disporre di forme di sostegno concreto, per far fronte all’improvvisa mancanza di un reddito. Da sempre è un settore fragile, fatto di attività sotto capitalizzate, spesso stagionali e pertanto con quasi nessuna possibilità di resistere ad una chiusura con mezzi propri. Sono coinvolte centinaia di imprese di esercizio teatrale e cinematografico e migliaia di loro dipendenti, tutto il comparto e l’indotto (artisti, tecnici, autori, registi, imprese di produzione, trasporti, noleggi impianti per spettacoli, imprese di produzione di scenografie e costumi, le ditte di manutenzione e di impianti tecnologici, le ditte di pulizia). 

La sezione SAI della Slc Cgil, che rappresenta gli artisti, ha avviato una campagna per uscire dalla solitudine in cui spesso questa categoria di lavoratori si trova, aiutando a capire quali sono gli strumenti cui è possibile fare ricorso in questo momento di incertezza. Per qualunque dubbio, domanda o per richiedere assistenza, si può scrivere all’indirizzo vitadartisti@slc.cgil.it

La Fed.It.Art, Federazione Italiana Artisti, ha lanciato un appello alla solidarietà rivolto al pubblico, chiedendo di rinunciare ai rimborsi dei biglietti già venduti. Una parte degli introiti potrebbe così restare ai teatri, ai festival (e alle persone che ci lavorano), alle produzioni, alle compagnie. Le maestranze e gli artisti, nella maggior parte dei casi, ricevono il loro cachet solo a spettacolo terminato (e con gli incassi delle serate).  Molti tour musicali sono già stati posticipati all’autunno e per le altre forme di spettacolo dal vivo si potrebbe immaginare una soluzione analoga, congelando gli abbonamenti al cartellone saltato, in modo da renderli validi per la stagione 2020/2021. 

Il NuovoImaie, che tutela i diritti di artisti, interpreti ed esecutori, ha disposto un assegno una tantum di mille euro a favore di tutti i soci residenti nell’originaria Zona Rossa e costituito un fondo speciale. Quest’ultimo andrà a sostegno dei professionisti che hanno subìto un danno a causa delle rappresentazioni teatrali o musicali annullate in conseguenza dell’epidemia. Attraverso un sito web dedicato, in fase di realizzazione, i soci potranno presentare un’istanza dal 23 marzo fino al 23 aprile.  Infine, l’istituto procederà al pagamento dei diritti e delle varie indennità con termini temporali dimezzati rispetto a quelli ordinari. 

Su Change.org è possibile firmare la petizione lanciata dall’Anec, che rappresenta gli esercenti cinematografici, diretta alla Presidenza del consiglio dei ministri. L’obiettivo è contenere gli effetti devastanti che la sospensione delle attività sta avendo sullo spettacolo dal vivo e sull’industria del cinema. “Onde evitare l’estinzione di una parte del settore e compromettere intere famiglie collegate ai lavoratori dello spettacolo” l’appello indica una serie di provvedimenti:

  • L’immediata sospensione dei versamenti F/24 del 17 marzo;
  • l’introduzione/estensione della cassa integrazione al settore spettacolo dal vivo ed esercizio cinematografico;
  • la sospensione dei termini per il versamento dei tributi, gli adempimenti 2020 e le cartelle esattoriali;
  • la sospensione dei versamenti SIAE;
  • l’immediata garanzia dello Stato per l’accesso al credito facilitato, con un tetto in funzione dei debiti correnti;
  • l’introduzione di un’indennità con tetto da definire per i lavoratori autonomi dello spettacolo.

Sono misure urgenti, volte a contenere gli effetti a lungo termine dell’attuale chiusura totale e ad evitare il fallimento di tante piccole imprese del settore. Gli operai della cultura nel nostro Paese.