"Nel totale silenzio della politica e delle istituzioni di Roma e Lazio, uno tsunami senza precedenti si sta abbattendo sul sistema del trasporto aereo italiano, che avrà delle conseguenze drammatiche sull’occupazione negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino". Così, in una nota, il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, Michele Azzola, e il segretario generale della Filt di Roma e Lazio. Eugenio Stanziale.
 
"Dopo tre anni d'incertezze e di attesa, legate alla soluzione della crisi del vettore Alitalia, soluzione di cui ancora non si ha contezza, è di queste ore la richiesta di cassa integrazione di 4.000 dipendenti di Alitalia. Numeri assolutamente inaccettabili e immotivati. Dopo l’annuncio di cassa integrazione di Alitalia, molte aziende che operano nell’indotto degli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, handling, catering, cargo, oltre alle società commerciali della ristorazione e del noleggio, ci chiedono di attivare ogni misura di contenimento dei costi, anche in funzione della fortissima riduzione dell’operatività degli scali", continuano i due dirigenti sindacali.
 
"Dall'inizio della settimana, il panico innestato dal Coronavirus ha prodotto la cancellazione di più di 80 voli da varie compagnie aeree. Ci risultano disdette oltre il 40% delle prenotazioni. È evidente che il protrarsi di questa situazione, soprattutto perché gestita con superficialità e faciloneria, creerà problemi occupazionali e di reddito alle lavoratrici e ai lavoratori del sistema del trasporto aereo", aggiungono i due sindacalisti.
 
"Il sistema industriale del trasporto aereo è stato messo in ginocchio non certo dal Coronavirus, ma da una totale assenza di strategia Paese per le politiche del settore", attaccano i sindacalisti.
 
Alla luce di tutto ciò, "oltre a un intervento immediato e non più procrastinabile del Governo e dei ministeri competenti (ad esempio, finanziando già da ora il fondo di solidarietà del trasporto aereo), chiediamo una presa di posizione forte e unitaria da parte delle istituzioni e della politica locale. La Cgil non può consentire che un settore così importante per il Paese e soprattutto per l’economia del territorio, venga completamente abbandonato", conclude il sindacato", termina la nota.