Prosegue il percorso di transizione energetica che, entro il 2025, porterà alla riconversione della centrale Enel di Torre Valdaliga Nord (Civitavecchia, Lazio) dal carbone al gas. Nella trasformazione dello stabilimento convergono più temi, dalla produzione all'impatto ambientale e, non ultimo, il nodo dell'occupazioneDifficile la situazione dei 460 metalmeccanici impiegati nella catena degli appalti che "serve" la centrale, soprattutto con compiti di manutenzione; per loro la difficoltà è doppia: non solo condizioni di lavoro e contrattuali con meno o zero tutele, ma l'ansia per il futuro, visto che la nuova centrale potrebbe non avere bisogno di tutti. 

Di chi stiamo parlando? Riusciamo a dare un nome, un volto a questo gruppo numerico di lavoratori? Siamo capaci di ascoltarne i bisogni, al di là della sacrosanta lotta per mantenere posto e salario? Sappiamo cosa vorrebbero fare della loro vita in futuro, come lavorare, a cosa lavorare? Quello che sappiamo - grazie ai dati ancora parziali elaborati dalla Fiom-Cgil Civitavecchia Roma nord Viterbo su un campione di circa il 50%, e che saranno presto presentati compiutamente - è che la maggior parte (53% circa) viaggia tra i 36 e i 53 anni. Dai 56 ai 62 anni il 26%. Dai 20 ai 35 anni il 17% circa. La maggioranza di loro (54%) sono manutentori. Poi: saldatori, meccanici, ponteggiatori, autisti, carpentieri metallici, elettricisti, tornitori, coibentatori, verniciatori, sabbiatori, operatori di mezzi e piattaforme.

Una comunità di lavoro. Quasi cinquecento persone che condividono esperienze, mansioni, una storia e quella che in altri tempi avremmo definito una cultura del lavoro. Eppure sono spezzettati tra circa venti aziende in appalto. La nuova "cultura" d'impresa di questi anni li divide là dove - la centrale, il sito, la fabbrica - logica e identità delle loro mansioni dovrebbero unirli. Ma vale la pena di insistere e chiamarla ancora così: una cultura del lavoro espressa da una comunità di lavoro. Nonostante gli appalti e i subappalti, nonostante le casse integrazioni e i licenziamenti.

Quanto ai desideri, alle prospettive, non c'è presunzione di fornire risposte. Ma qualche indicazione sì. Lo scorso 21 febbraio si è tenuto un incontro al ministero dello Sviluppo economico, una nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil regionali aiuta a inquadrare lo scenario e il percorso. Si è trattato di "una prima riunione di approfondimento sulla transizione energetica che interesserà il territorio di Civitavecchia", spiegano i sindacati. Alla riunione c'erano rappresentanti del Mise, del ministero dell’Ambiente, delle istituzioni locali, di Enel, i sindacati, le "forze produttive del territorio", l’autorità portuale e numerose associazioni ambientaliste. Enel ha confermato l’uscita dal carbone, annunciando "la realizzazione di due turbogas a Torre Valdaliga Nord". Quindi - prosegue la nota dei sindacati - ha "illustrato alcune iniziative in essere anticipando la disponibilità ad approfondire un progetto produttivo da elaborare sul territorio".

I sindacati hanno fatto presenti "le gravi conseguenze occupazionali che l’uscita dal carbone sta già comportando" e hanno chiesto al Mise "la disponibilità a istituire una cabina di regia che sin da ora si faccia garante dell’elaborazione di un progetto teso alla bonifica del territorio, alla riconversione industriale delle aziende metalmeccaniche". I filoni sui quali lavorare per ricollocare i metalmeccanici che non lavoreranno più alla centrale sono diversi: da interventi sul porto di Civitavecchia, "a partire dall’elettrificazione delle banchine e dalla cantieristica navale", senza dimenticare "infrastruttureferrovia dei due mari e la trasversale di Civitavecchia", insieme alla "valorizzazione del patrimonio archeologico e termale".

Il Mise ha preso l'impegno di approfondire, di "proseguire l'analisi". Intanto, a Civitavecchia, 460 operai stanno aspettando. Già sanno che in futuro non lavoreranno più in un sito comune, ma la risposta che pretendono è che lavoreranno. Magari - e non è chiedere troppo - con diritti e tutele garantiti per tutti, non uno di meno.

(In questo video l'intervento di Giuseppe Casafina, segretario generale della Fiom-Cgil Civitavecchia Roma nord Viterbo, durante l'incontro al Mise: la questione dei lavoratori in appalto e le prospettive)