Cosa accade ai lavoratori atipici, meno tutelati dal punto di vista contrattuale, ai tempi dell’epidemia di Covid-19? Per i collaboratori di società sportive, palestre e piscine, per chi è parasubordinato in musei e cinema, ma anche per chi è in somministrazione e lavora in locali e luoghi pubblici chiusi a seguito dei provvedimenti di prevenzione emanati dalle autorità regionali e nazionali, il rischio è quello di vedersi sospendere o interrompere il contratto oppure di subire una riduzione dell’orario.

“L’introduzione di misure per prevenire la trasmissione del virus Covid-19 può avere conseguenze sulla continuità lavorativa di diverse categorie di lavoratori: stiamo iniziando a ricevere richieste di informazione al riguardo nelle nostre sedi”, spiega Paola Redondi, segretaria generale del Nidil Cgil di Bergamo, il sindacato che organizza e tutela i lavoratori atipici.

“In particolare – continua la sindacalista – rischiano di essere più colpiti i titolari di contratti di lavoro di breve durata e atipici come i lavoratori autonomi, i collaboratori co.co.co. o i tirocinanti. Per queste ultime due categorie, ad esempio, l’invito è quello di verificare che alla sospensione dell’attività lavorativa non segua una riduzione del compenso che dovrebbe in linea generale rimanere fisso su base mensile. Si può chiedere, invece, di recuperare in un secondo momento le ore perdute”.

A proposito dei lavoratori autonomi, Cgil, Cisl e Uil stanno discutendo con il governo un’indennità che dia copertura anche a chi è titolare di partita Iva. Per i somministrati, cioè i lavoratori delle agenzie, le conseguenze delle misure di prevenzione sono più indirette: per questa categoria, anche laddove le aziende abbiano deciso di chiudere temporaneamente le attività, le agenzie sono tenute a retribuire le assenze.