“Un attacco al patrimonio librario delle biblioteche pubbliche nascosto dietro una disposizione logistica”. Così la Fp Cgil Roma e Lazio commenta la notizia che il segretariato generale del Mibact, senza alcuna informativa ai sindacati, stia mettendo a punto un decreto per assegnare venti delle stanze oggi occupate dall’Iccu, nel palazzo della Biblioteca nazionale, come nuova sede della direzione generale turismo.

L'Istituto centrale per il catalogo unico esplica importanti funzioni di catalogazione e documentazione libraria e di gestione informatizzata del Servizio bibliotecario nazionale (Sbn), la rete nazionale alla quale sono collegate le biblioteche dello Stato, degli enti locali e delle università. In parte delle stanze dove oggi ha sede, si trovano più di 160 metri lineari di repertori e cataloghi, l’archivio storico e l’archivio cartaceo con documenti provenienti dalle 1591 biblioteche inserite nel sistema Edit16, il censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo.

“Nel 1986 i dipendenti dell’istituto, impiegati nelle attività di coordinamento e promozione della catalogazione e documentazione delle biblioteche pubbliche, erano 98, drasticamente ridotti nel tempo fino alle 19 unità di oggi. Qui, più che in altri Istituti, non ci sono state sostituzioni ai pensionamenti massivi. Una carenza spaventosa, che denunciamo da anni”, prosegue la Fp Cgil .

“Lasciare l’Iccu in sole dodici stanze fa pensare che non si abbia alcun interesse a investire nel personale e ad adeguare il numero al fabbisogno indicato nel decreto organici. All’istituto afferiscono anche collaboratori iper-specializzati che si occupano dei progetti europei e che non avrebbero più una postazione di lavoro adeguata. Riorganizzare e razionalizzare gli spazi non è di per sé un problema, ma ci chiediamo se questa non sia una conferma del mancato interesse del Mibact a investire sulle biblioteche e i sistemi bibliografici. L’ultimo atto di uno smantellamento del sistema iniziato con la riforma Franceschini del 2014, che già declassava le biblioteche a favore del sistema mediaticamente più forte dei musei”, conclude il sindacato.