“Stamattina abbiamo partecipato insieme ai lavoratori e alle lavoratrici di Air Italy al presidio sotto il ministero delle Infrastruttture e dei trasporti”. Così, in una nota, la Filt Cgil Roma e Lazio. “Riteniamo scellerata la decisione della proprietà di porre in liquidazione la compagnia aerea e conseguentemente comunicare i licenziamenti a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici. Anche questa ennesima vicenda dimostra l’incapacità di chi dirige le aziende nel nostro Paese che, in assenza di politiche industriali programmatorie e di prospettiva, rifuggono dalle loro responsabilità scaricando sui lavoratori e le lavoratrici i propri fallimenti”.
 
“L’industria del trasporto aereo in Italia è stata completamente abbandonata dalla politica. C’è l’assoluta necessità di intervenire: oltre che a dare certezze agli addetti del settore, occorre rilanciare un segmento strategico per il Paese con ampie opportunità di crescita economica e sviluppo tecnologico. La politica deve uscire dall’attuale stato di sonnolenza e intervenire sulle dinamiche industriali, non solo quando lo impone un’emergenza come quella attuale. Il ruolo della politica è quello di prendere decisioni per il bene della comunità, condividendo percorsi e obiettivi con gli altri soggetti titolati. Non ci possiamo accontentare delle solite rassicurazioni o delle continue azioni di contenimento. Lo si deve alle tante professionalità che quotidianamente operano negli scali italiani e nelle compagnie aeree”, aggiunge la Filt.
 
“Le risposte di oggi al presidio dei lavoratori, preoccupati per il loro futuro, potrebbero essere un primo passo, se inserite coerentemente all’interno di un ragionamento più complessivo, volto a risolvere definitivamente crisi di sistema, come quelle che attualmente riguardano la compagnia di bandiera Alitalia, Air Italy e di tutte le aziende dell’indotto che operano all’interno degli scali aeroportuali. Per tali ragioni, riteniamo di assoluta importanza l’azione di sciopero in programma per Il 25 febbraio, che in assenza di risposte concrete ci porterà a ulteriori azioni di conflitto”, conclude il sindacato.