Oggi, 6 febbraio, l’ad di Fca Mike Manley ha parlato di “anno storico” per il Gruppo auto, commentando i risultati 2019, gli obiettivi raggiunti per gli azionisti e il Combination Agreement con Psa. Ma l’annata non è stata affatto storica per i lavoratori. La Fiom Cgil, commentando i dati Fca, registra una “divaricazione tra i risultati positivi negli Usa e la crisi di volumi produttivi e di nuovi modelli che in Europa ha segnato il -10% dei ‘ricavi netti frutto principalmente di minori volumi’”. Michele De Palma, segretario nazionale Fiom e responsabile automotive, evidenzia come questo dato abbia “segnato negativamente il 2019 per i lavoratori italiani, con l’estensione della cassa integrazione e la riduzione dell’occupazione in stabilimenti strategici come quelli di Torino e di Grugliasco”.

Per il dirigente sindacale il 2020 di Fca resta “un’incognita, perché nei primi mesi dell’anno continua a registrarsi l’utilizzo di ammortizzatori sociali in attesa dei prossimi mesi, in cui il lancio di nuovi modelli e delle alimentazioni ibride ed elettriche dovranno trovare riscontro sul mercato per ridurre gli effetti su occupazione e salario”. Restano poi le “incertezze” che riguardano gli stabilimenti dei motori diesel di Pratola Serra e Cento, dovute alla “decrescita del mercato”, ricorda De Palma, aggiungendo che gli stabilimenti di assemblaggio di Cassino e Pomigliano sono “ancora in attesa delle nuove missioni produttive”.

Per il sindacato è quindi “necessario un intervento straordinario che produca investimenti nella ricerca e sviluppo della elettro mobilità, del self drive e della condivisione. È necessaria una transizione a partire dalle tecnologie necessarie come le batterie, punto reale di competizione mondiale e dei ‘servizi’ legati all’auto”, spiega sempre De Palma. La Fiom chiede un confronto con Fca e il governo “per affrontare il cambiamento tecnologico, produttivo e di mercato perché non siano i lavoratori a pagare il conto”.

Conclude De Palma: “è indispensabile rilanciare il settore automotive investendo in innovazione e formazione dei lavoratori in un accordo tra Fca, governo e sindacati che individui gli strumenti necessari per affrontare la transizione e la fusione con Psa”.

I dati comunicati da Fca
Fca ha chiuso il 2019 con un utile netto delle Continuing Operation a 2,7 miliardi (il 19% in meno rispetto all'anno precedente) e con ricavi pari a 108,187 miliardi (-2% sul 2018). L'utile netto adjusted è stato pari a 4,3 miliardi di euro, l'Ebit adjusted a 6,7 miliardi di euro e margine al 6,2%. Risultato e margine record in Nord America. Il free cash flow industriale si attesta a 2,113 miliardi con investimenti per 8,4 miliardi di euro. Le consegne globali complessive ammontano a 4.418.000 veicoli, in calo del 9%, principalmente per la riduzione degli stock presso la rete di vendita in Nord America, le minori consegne della Jv cinese e, in Emea, le iniziative sui canali di vendita e l'uscita di produzione di alcuni modelli. Il gruppo segnala risultati record in Nord America, con Ebit adjusted a 6,7 miliardi di euro e margine al 9,1% (+50 pb). Forte l'area Latam, nonostante le difficili condizioni di mercato in Argentina, con Ebit adjusted a 0,5 miliardi di euro e margine al 5,9%. Oltre alla continua forte performance, il Gruppo è ritornato a remunerare gli azionisti, con la distribuzione di un dividendo annuale ordinario e il pagamento di un dividendo straordinario al completamento della vendita di Magneti Marelli nel secondo trimestre 2019.