“Con il precariato nella continuità assistenziale il governo è ancora troppo tiepido. Non possiamo accettare che, per una rigida regola che riconosce il diritto di stabilizzazione solo a chi ha l'idoneità per il corso di medicina generale, viene tagliato fuori chi non lo ha potuto acquisire perché negli anni era impegnato a tutelare i diritti di salute della cittadinanza e magari invece ha già acquisito un'altra specializzazione medica universitaria”. Ad affermarlo sono Francesco Masotti e Giorgio Barbieri del coordinamento nazionale Fp Cgil Medici di medicina generale, nel sostenere come si tratti di “un paradosso che non possiamo accettare, un'indecenza che lascia attoniti”.

Così come, proseguono, “lascia attoniti apprendere che una delle ricercatrici che ha isolato il coronavirus lavora da sei anni con un incarico da precaria. Un'eccellenza della tanto vituperata seconda miglior sanità pubblica al mondo. Una delle molte punte di diamante del nostro sistema sanitario. Indegno di un paese che ama definirsi civile. Come è indegno che da precari siano costretti a lavorare decine di migliaia di medici che, ogni notte, ogni domenica, ogni festività, garantiscono i servizi di continuità assistenziale e di emergenza-urgenza. La Fp Cgil Medici chiede che questi colleghi siano urgentemente stabilizzati, nel solco del decreto Madia, stabilizzando a tempo indeterminato gli incarichi di tutti i professionisti che abbiano prestato la propria opera per almeno 36 mesi negli ultimi dieci anni. Basta indugi: è venuto il momento di rivolgere una doverosa attenzione a chi, da molti anni, veglia sulla nostra salute senza alcuna garanzia contrattuale”, concludono Masotti e Barbieri.