La compagnia di navigazione la definisce “riorganizzazione aziendale”, ma per i sindacati si tratta del primo passo verso tagli, esuberi e licenziamenti. La vertenza Cin Tirrenia entra nel vivo con la convocazione fissata per oggi (martedì 21 gennaio) da parte dell'amministratore delegato. All'ordine del giorno c'è la chiusura delle sedi amministrative di Cagliari e Napoli. Dopo un primo annuncio da parte dell'armatore a metà di dicembre e una successiva parziale retromarcia, la decisione è stata infatti confermata: una settantina di dipendenti saranno trasferiti in altre sedi. La reazione dei sindacati non si è fatta attendere: il 15 gennaio le segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno attivato la procedura di raffreddamento nei confronti della compagnia.

La convenzione tra Cin Tirrenia e lo Stato è intanto in scadenza a luglio e la compagnia, che riceve circa 72 milioni di euro per collegare Sardegna e Sicilia alla Penisola, ha già riferito che il mancato rinnovo comporterà delle scelte drastiche, con la riduzione del personale. Circa 1.000 marittimi potrebbero essere dichiarati in esubero e rischierebbero di perdere il posto. A paventare questo scenario era stato l’amministratore delegato Vincenzo Onorato durante l'incontro con i sindacati nel quale la compagnia ha annunciato la chiusura delle sedi e il trasferimento del personale.

Secondo Arnaldo Boeddu, segretario regionale della Filt Cgil, “adesso è chiaro a tutti ciò che accadrà qualora le decisioni unilaterali del gruppo non venissero revocate. Pure in questo caso, così come richiesto per il trasporto aereo, anche la Regione non farebbe male a verificare in prima persona le reali intenzioni dell'armatore nella nostra isola”. Qualche giorno fa i sindacati hanno accolto positivamente la volontà espressa dal ministro di procedere a una proroga del servizio, considerato che non ci sono i tempi necessari per una nuova assegnazione. Ma il bando, prima o poi, si farà e tra qualche mese si conoscerà il nome dell'assegnatario del servizio. Certo, sarà una proroga cosiddetta tecnica al fine di consentire l'aggiudicazione del nuovo bando e, continua Arnaldo Boeddu, “questo significa che non ci sarà un'interruzione dei collegamenti marittimi. Adesso però ci si auspica che nel bando che verrà predisposto ci sia anche la clausola sociale in maniera da tutelare i posti di lavoro”.