“Nel dibattito in corso sulla cosiddetta autonomia differenziata c’è un grande assente: la Città metropolitana”. Così, in una nota, la Cgil di Roma e del Lazio, di Napoli e di Milano. “Mentre sono sempre più evidenti i ruoli economici e sociali che le città svolgono nel trainare lo sviluppo e nel guidare le trasformazioni tecnologiche – continua la nota –, in tutte le ipotesi in campo in materia di assetti istituzionali si ripropone una visione parziale, priva di ogni organicità e sempre centrata su un ruolo ipertrofico delle Regioni. Ciò, oltre al rischio che abbiamo con forza denunciato di mettere a repentaglio l’unicità del Paese e l’universalità effettiva nella fruizione di fondamentali diritti costituzionali, ne presenta un altro, altrettanto pericoloso, quello di una visione centralistica del ruolo regionale senza alcuno spazio per i governi di prossimità. Fra questi governi di prossimità, in particolare, va invece assolutamente riempito il vuoto che riguarda le Città metropolitane, ridefinendo in primo luogo lo stesso concetto di Città metropolitana in termini coerenti alla loro effettiva struttura e dimensione e quindi limitandone l’individuazione alle sole realtà di Milano, Roma e Napoli”.

Pur nella loro diversità, continua il sindacato, “queste città hanno infatti specifiche esigenze di governo nel quadro di un organico e compiuto disegno di assetto istituzionale. È infatti nelle città che, più che altrove, si manifestano con più evidenza i problemi derivanti dalle trasformazioni economiche, sociali e tecnologiche generando sia diseguaglianze sempre crescenti e da colmare, sia opportunità che, per essere colte, hanno bisogno di adeguati livelli di governo e di partecipazione democratica”.

Questa esigenza, “colta anche recentemente da un'apprezzabile presa di posizione dei sindaci metropolitani di Milano, Roma e Napoli”, deve per la Cgil “vivere nell’attuale dibattito politico-istituzionale, ma deve orientare anche la nostra riflessione politico-organizzativa affinché le sfide di una nuova rafforzata e più incisiva rappresentanza sociale che i contesti urbani pongono al sindacato sia raccolta e vinta”.