“Si è tenuta oggi l’audizione delle organizzazioni sindacali presso la X Commissione attività produttive della Camera dei Deputati sulla situazione dell’Ast di Terni. Le Acciaierie speciali stanno assumendo interesse di valenza nazionale. L’azienda attraversa un periodo di crisi produttiva e occupazionale, come dimostra il ricorso alla cassa integrazione sino a febbraio 2020. Il sito produttivo rappresenta l’37% del Pil provinciale e il 63 % del Pil comunale". Lo dichiara in una nota Alessandro Rampiconi, segretario generale Fiom Cgil Terni.

"Chiediamo una verifica sull’attuazione dell’accordo sottoscritto il 3 dicembre del 2014, che si poneva due obiettivi fondamentali: dal punto di vista occupazionale, 2.350 occupati diretti e a livello produttivo un milione di tonnellate di acciaio fuso annuo. Il non raggiungimento di questi due obiettivi, anche a causa dell’importazione delle bramme dall’Indonesia, mette in discussione l’intero accordo e la sopravvivenza di almeno una linea produttiva. A fronte di questa situazione, la proprietà ThyssenKrupp ha registrato una perdita di 300 milioni", rileva il dirigente sindacale.

"In Europa si sta determinando un riassetto dei principali competitors. Governo e Parlamento devono intervenire e prendere una posizione in tale quadro di ristrutturazione della siderurgia nel suo complesso, per affrontare la fase di transizione industriale ed ecologica. Occorre convocare un tavolo al ministero dello Sviluppo economico per discutere della crisi della siderurgia, che è un settore industriale strategico, da cui dipendono diverse produzioni. Un tavolo che si rende necessario anche per il rinnovo dell’accordo del 2014, in scadenza a settembre 2020”, conclude il sindacalista.