"È un esempio di bene confiscato utilizzato in maniera fruttuosa. Una realtà che sta garantendo l'occupazione, che sta raccogliendo risultati positivi di gestione e dove si lavora in modo produttivo”. Lo dichiara Francesco Foti, Fiom Cgil Palermo, a proposito del lavoro svolto dai 12 metalmeccanici della O.Ri.Ma snc, l'azienda che si occupa della  manutenzione dei mezzi e degli impianti elettrici delle cave del gruppo Buttitta.  

L'occasione: il bilancio di fine anno  fatto questo pomeriggio nella cava Buttitta di Bagheria con i sindaci del comprensorio e i sindacati sull'attività e le prospettive di dell'azienda metalmeccanica e delle 4 cave del gruppo, gestite dai nuovi amministratori giudiziari Virgilio Bellomo e Antonio Lo Mauro.    

“Gli investimenti vanno avanti. Sono stati acquistati anche nuovi mezzi e a gennaio-febbraio 500 mila euro saranno investiti per l'acquisto di altri macchinari e attrezzature moderne – aggiunge Foti - Diamo atto che questa nuova amministrazione giudiziaria sta lavorando in maniera positiva per valorizzazione questo bene sottratto alla mafia.  Un anno fa è stato effettuato un investimento da un milione di euro per l’ammodernamento degli impianti”. 

Anche la Fillea Cgil, coinvolta nello sfruttamento delle cave dove lavorano 40 edili, dichiara: “È stata una gestione attenta che ha consentito una produzione delle cave ancora attiva fino a oggi. Anche se la stessa amministrazione deve fare i conti col settore delle costruzione: se non si fanno  appalti la produzione viene meno. In questi anni sono stati utilizzati gli ammortizzatori sociali e non si esclude anche un uso di ammortizzatori in deroga per le aziende sottoposte a confisca o a sequestro”.    

Le cave hanno un fatturato annuo di circa 8 milioni di euro: la cava Consona, una fra le più grandi, fattura 2 milioni e 200 mila euro. L'amministrazione giudiziaria inoltre sta operando con l'estero: una delle commesse acquisite ha consentito l’invio di 60 navi  cargo a un’azienda di Malta.  “L'unico problema – aggiunge Foti - sono le lungaggini burocratiche che  impediscono di far marciare in maniera spedita gli investimenti per aumentare il lavoro e l'occupazione. E la politica resta a guardare, non interviene per sbloccare la situazione”.