“La legge di Stabilità 2016 aveva previsto specifiche tutele previdenziali per i lavoratori del settore rotabile ferroviario, interessati alla prolungata esposizione da amianto in siti oggetto di specifica bonifica, tramite benefici in termini di anticipo del trattamento pensionistico. A distanza di oltre tre anni, nonostante la promulgazione di specifico decreto attuativo e di norme applicative, tali benefici non trovano ancora concreta applicazione, con conseguenze nefaste per i lavoratori del settore, tra i quali molti in possesso di regolare domanda di quiescenza, debitamente certificata dalle sedi Inps territoriali. Il tutto aggravato dalla crisi del comparto, che in alcune aree e imprese sfocia nel paradosso: lavoratori potenzialmente pensionabili, secondo la legislazione vigente, che sono collocati in cassa integrazione, poiché l’Inps non dà seguito all’erogazione del trattamento pensionistico”. Così Fiom, Fim e Uilm, in un comunicato unitario.

“Abbiamo denunciato tale situazione, chiedendo uno specifico incontro a Inail e Inps, con il preciso obiettivo di analizzare le evidenti problematiche nell’applicazione della norma di legge e insieme individuare una soluzione. A distanza di un mese, purtroppo, non abbiamo ricevuto risposta alcuna. I lavoratori del settore non possono più aspettare. Serve una risposta concreta e immediata da parte del governo – in primis il ministero del Lavoro –, affinché si trovi una soluzione in tempi celeri”, aggiungono le tre sigle di categoria.

“In questi giorni, in cui il Parlamento è impegnato nella discussione e nell’approvazione della legge di Bilancio 2020, chiediamo ai capigruppo di Camera e Senato di raccogliere l’istanza dei lavoratori del settore rotabile ferroviario, promuovendo una specifica norma risolutiva. In assenza di risposte concrete, nel rivendicare un diritto stabilito dalla legge, chiameremo i lavoratori del comparto a Roma, per un’iniziativa di denuncia e di protesta sotto i palazzi delle istituzioni”, conclude la nota sindacale.