Nuova organizzazione regionale per la Fondazione Maierotti e a Bari il 12 dicembre la firma della collaborazione con Fondazione Di Vittorio. Ne dà notizia, in una nota, la Cgil Puglia. Nel cda entrano tutte le Camera del lavoro provinciali, a presiederla sarà Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil regionale: “Vogliamo continuare a indagare il presente e il passato, storia, storie ma assieme condizione del lavoro, ancorati all’identità culturale della Cgil che poi è quella della nostra Carta costituzionale, alla quale lo Statuto della Cgil si richiama”.

“La memoria – spiega il sindacalista – è un possente strumento per capire e rispondere alle sollecitazioni del presente. La memoria parla all’oggi e al futuro più che al passato, per evitare che valori che credevamo non contrattabili siano messi in discussione, a partire dalla dignità del lavoro, e ricordarci che nessun diritto è conquistato per sempre. Volendo usare le parole della senatrice Liliana Segre, ‘A che serve la memoria? A difendere la democrazia’”.

“La memoria che parla al futuro” è il titolo dell’iniziativa pubblica durante la quale verrà presentato il nuovo corso della Fondazione Maierotti, dopo il lavoro portato avanti per anni dalla Cgil metropolitana di Bari. 

Giovedì 12 dicembre, a partire dalle ore 10, presso la sede in via Volpe 4 a Bari, un’iniziativa pubblica presenterà il nuovo corso della Fondazione partendo dalla figura di Rita Maierotti, “Donna, maestra e antifascista in Puglia” cui è dedicata. Nata a Castelfranco Veneto, maestra elementare, militante socialista, si trasferisce a Bari nel 1915 per l’insegnamento, ma continua l’attività politica, soprattutto a tutela delle donne che lavoravano alla Manifattura Tabacchi. Partecipa alla difesa della Camera del lavoro dall’attacco degli squadristi e si impegna per la liberazione economica, familiare e sessuale delle donne in un’epoca in cui il tema dell’emancipazione femminile è quasi del tutto assente dal dibattito pubblico e politico in Italia.

“Già con Rita Maierotti il sindacato si pone come soggetto politico e sociale a tutto tondo – ricorda Gesmundo –. Una stagione di forti passioni, di partecipazione, di difesa della democrazia, che impatta in forma violenta un sistema politico che si sta facendo contagiare dal virus del fascismo. Il passato ci interroga su quel che siamo oggi, un tempo che vede aggregati politici, che a quella stagione dittatoriale si richiamano, agire impunemente nell’agone pubblico; altri che diffondono odio e xenofobia verso gli stranieri. Si sono spezzati legami di solidarietà in virtù di un darwinismo sociale del tutti contro tutti, dove il fallimento ricade sul singolo, che tu sia povero o disoccupato e dove un lavoratore è nemico di un altro. Si è messo sotto attacco il lavoro, i soggetti della rappresentanza sociale in virtù di una presunta modernizzazione. E i risultati fallimentari sul piano economico, sociale e culturale sono evidenti. Allora indagare e interpretare questo presente, fare formazione sono tra i compiti che porteremo avanti con la Fondazione”.

All’iniziativa del 12 dicembre, oltre a Pino Gesmundo, che della nuova Fondazione Maierotti è il presidente mentre la vice sarà Francesca Abbrescia che modererà il dibattito, sono previsti gli interventi di Stella Laforgia dell’Università di Bari; di Anna Tonon, nipote di Rita Maierotti; Ferdinando Pappalardo, coordinatore Anpi Puglia; Asia Iurlo dell’associazione Zona Franka; Fulvio Fammoni, presidente della Fondazione Di Vittorio. E proprio con la struttura nazionale la Maierotti individuerà specifici filoni di ricerca e successive pubblicazioni, l’individuazione di materie sulle quali svolgere attività seminariali per gruppo dirigente e delegati, un programma di formazione sindacale. La firma sul Protocollo d’intesa tra Fondazione Di Vittorio e Fondazione Maierotti verrà apposta proprio il giorno 12 in via Volpe.

“Per noi è motivo di orgoglio avviare questa collaborazione”, conclude Gesmundo: “La Puglia è un territorio importante dal punto di vista economico, per la sua antica storia di lotte sindacali e per una complessa realtà migratoria”.