“Diciamo no e diciamo basta. Il lavoro non può più essere considerato una merce che si prende quando serve e si butta quando fa comodo. Unicredit annuncia 8 mila esuberi e intanto distribuisce dividendi e chiude i primi nove mesi dell’anno con un utile di 4,3 miliardi. Questo non è fare impresa, è essere irresponsabili. Non lo possiamo accettare. Il governo non può accettarlo. Prima di aprire un gravissimo conflitto Unicredit riveda tutto. Ritiri quanto ha improvvidamente annunciato e, se mai ci dovessero essere problemi, prima di compiere azioni gravi e irreparabili discuta con il sindacato”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

“Come Unicredit – aggiunge il leader della Cgil – ci sono decine di imprese sane che licenziano senza giustificazione. Come ci sono centinaia di imprese che hanno necessità di una politica industriale che le aiuti a uscire dalle secche di una crisi che non passa, anzi che si aggrava. Ilva, Alitalia, i lavoratori Lsu, Auchan, Mercatone Uno, Bekaert, Whirlpool, e potrei continuare a citare una a una le oltre 160 situazioni di crisi all’attenzione del governo e parlare anche delle centinaia di aziende piccole e medie in grave difficoltà, nelle quali il sindacato sta dando l’anima per salvare posti di lavoro, capacità produttiva, intelligenze e saper fare. Va data una svolta e va data in fretta”.

“Chi lavora, chi rischia di perderlo, chi è sfruttato, chi lo cerca e riceve solo risposte inaccettabili o illecite – conclude Landini – non ha più pazienza. Il governo agisca e faccia in fretta. Cambi le leggi sbagliate, a cominciare dal Jobs Act e dalle norme sugli appalti. Faccia politica industriale, sblocchi gli investimenti, istituisca un organismo per lo sviluppo del Mezzogiorno. Le forze politiche la smettano con la propaganda e si occupino del Paese e di chi lavora, delle loro difficoltà e dei loro problemi”.