“Una situazione allarmante e assai precaria dell’industria italiana è stata descritta oggi dal ministro Patuanelli. Dietro ai numerosi tavoli elencati ci sono, ed è bene ricordarlo, il futuro di una gran parte del mondo del lavoro; ci sono vertenze complesse la cui soluzione o fallimento indirizzeranno lo sviluppo industriale del Paese”. Così il segretario confederale della Cgil Emilio Miceli commenta l’informativa di oggi del ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli alla Camera sulle crisi industriali.

Per il dirigente sindacale “i temi essenziali di questa fase industriale e di queste vertenze sono i costi dell'industria energivora, le riconversioni ambientali e digitali, e la crisi di mercato. È ancora tutta da dimostrare - prosegue - la capacità del Governo di risolvere vertenze così importanti. È reale il rischio del prevalere di atteggiamenti burocratici non finalizzati a trovare soluzioni, ma solo al galleggiamento, mentre centinaia di migliaia di lavoratori rischiano il posto o vivono di protezioni sociali, e i tassi di rientro in fabbrica sono davvero sconcertanti”.

“Aree di crisi complessa come ad esempio: Taranto, Piombino, Livorno, Venezia, Termini Imerese, la Sardegna, hanno bisogno subito - aggiunge Miceli - degli investimenti infrastrutturali promessi, di reindustrializzazione e di politiche di settore. Vanno quindi scongelati gli investimenti pubblici”.

Secondo il segretario confederale “il Mise avrebbe bisogno di riscoprire quella capacità di dialogo sociale da sempre decisiva per affrontare concretamente le importanti crisi industriali; il sindacato ha bisogno di una seria riflessione finalizzata - conclude Miceli - alla ripresa di una mobilitazione più generale che sia in grado di  cambiare le direttrici fondamentali di un confronto, ad oggi, troppo sterile per essere incisivo”.