Identikit del gruppo

Novamont è una realtà industriale che nasce dalla scuola di Scienza dei materiali Montedison, creata per realizzare l’ambizioso progetto di alcuni ricercatori provenienti dal grande gruppo chimico: l’integrazione tra chimica, ambiente e agricoltura. Nata nel 1989, oggi è il leader mondiale nel settore delle bioplastiche compostabili e nello sviluppo di bioprodotti biodegradabili da fonti rinnovabili. La sede centrale del gruppo è nella città di Novara. Ha uno stabilimento produttivo a Terni e laboratori di ricerca e sviluppo a Novara e Piana di Monte Verna (Ce). Svolge la sua attività attraverso delle aziende consociate a Porto Torres (Ss), Adria (Ro), e Patrica (Fr). È attiva all’estero con sedi in Germania, Francia e Stati Uniti e con un ufficio di rappresentanza a Bruxelles (Belgio). Attraverso i propri oltre 30 distributori è presente in tutto il mondo.

Nel 2018 Novamont ha chiuso con un turnover di circa 238 milioni di euro e investimenti costanti in attività di ricerca e sviluppo, pari a circa il 5% del proprio fatturato. La mission del gruppo è sviluppare materiali e bioprodotti volti a salvaguardare le risorse naturali e ottimizzare la raccolta differenziata del rifiuto organico, attivando bioraffinerie nei territori e fornendo soluzioni applicative che garantiscano lungo tutto il ciclo di vita un uso efficiente delle risorse con vantaggi sociali, economici e ambientali di sistema. Il Mater-Bi è l’innovativa famiglia di bioplastiche nata dalla ricerca Novamont: è biodegradabile e compostabile secondo lo standard europeo EN13432 e altri standard internazionali, garantisce caratteristiche e proprietà d’uso del tutto simili alle plastiche tradizionali. Non solo bioplastiche: Novamont realizza anche altri prodotti da fonti rinnovabili, ideati per la tutela di acqua e suolo: biolubrificanti, bioerbicidi e ingredienti per cosmesi. Il modello di sviluppo guarda alla costruzione di ponti tra comparti diversi e alla creazione di valore diffuso grazie alla collaborazione con tutti gli attori della filiera: dall’agricoltura alla ricerca, dall’industria al settore dei rifiuti, dalle istituzioni locali alla società civile.

Guidata da questi princìpi Novamont promuove un approccio alla bioeconomia basato sull’uso efficiente delle risorse rinnovabili e sulla rigenerazione territoriale, partendo dalle aree locali e creando impianti primi al mondo grazie all’applicazione di tecnologie proprietarie e alla riqualificazione di siti industriali non più competitivi o dismessi per generare nuove filiere, nuovi prodotti e nuovi posti di lavoro. Oltre ad essere una realtà industriale, Novamont è anche un centro di ricerca che copre un’ampia gamma di competenze e specializzazioni, con attrezzature che vanno dalla scala di laboratorio agli innovativi impianti pilota. Nel corso degli anni ha sviluppato cinque tecnologie proprietarie per la produzione di bioplastiche e bioprodotti, creando sinergie tra diverse aree di studio (area bioplastiche, area biotecnologica, area agronomica, area chimica organica). Detiene un portafoglio di circa 1.800 tra brevetti e domande di brevetto.

Bioeconomia e occupazione

La bioeconomia è stata definita dalla Commissione Europea come un’economia che usa le risorse biologiche rinnovabili, provenienti dalla terra e dal mare, o i rifiuti come punto di partenza per la produzione industriale, alimentare e mangimistica, energetica. Si tratta di uno dei settori più vitali e innovativi dell’economia, con grandi potenzialità di crescita: nell’Unione Europea nel 2015 ha generato un’occupazione di oltre 18 milioni di persone. A livello italiano, secondo i dati pubblicati nel 2019 da Intesa Sanpaolo con riferimento al 2017, l’insieme delle attività connesse alla bioeconomia ha generato un’occupazione superiore ai due milioni di persone, rappresentando il 7,7% in termini di occupati sul totale dell’economia italiana. Per quanto riguarda Novamont, nel 2018 il gruppo ha chiuso con più di 600 persone, il 20% delle quali dedicate alla ricerca.

Rivitalizzazione dei siti produttivi e valorizzazione dei lavoratori

Novamont promuove un approccio alla bioeconomia basato sull’uso efficiente delle risorse rinnovabili e sulla rigenerazione territoriale. La strategia parte dalle aree locali e crea impianti che diventano primi al mondo, grazie all’applicazione di tecnologie proprietarie e alla riqualificazione di siti industriali non più competitivi o dismessi con l’obiettivo di generare nuove filiere, nuovi prodotti e nuovi posti di lavoro. La reindustrializzazione di siti non più competitivi è infatti uno dei tre pilastri fondamentali del modello di sviluppo di Novamont, che guarda alla bioeconomia come a un fattore di rigenerazione territoriale. Ne sono un esempio Mater-Biotech, la società del gruppo nata dalla riconversione di un sito dismesso in Veneto nel primo impianto industriale dedicato al mondo per la produzione di biobutandiolo attraverso processi fermentativi; Mater-Biopolymer, stabilimento situato nel Lazio che produce biopoliesteri biodegradabili e frutto della riconversione di un impianto dedicato alla produzione di PET; il Centro ricerche per lo Sviluppo di biotecnologie industriali di Piana di Monte Verna, risultato della riconversione di un centro di ricerca farmaceutico dismesso. Questo tipo di approccio genera impatti sociali molto positivi in termini di occupazione, intervenendo in quelle aree industriali che hanno subìto la crisi economica o sono in procinto di entrarvi, consentendo invece una loro ripresa e il ripristino delle condizioni lavorative. In tutti i casi in cui il gruppo è stato coinvolto nella riconversione di siti dismessi, grande attenzione è stata data infatti alla valorizzazione del personale esistente, preservando e valorizzando le risorse umane e le loro competenze.

Le competenze e i profili

Il tema della formazione e delle competenze sono centrali nello sviluppo di un settore che per definizione fa della multidisciplinarietà la sua stessa essenza. Questa considerazione vale per la bioeconomia in senso ampio, e nello specifico per Novamont che opera nell’ambito della chimica verde: quel settore della bioeconomia che utilizza materie prime rinnovabili di origine agricola per realizzare una nuova generazione di prodotti e composti chimici a basso impatto per l’ambiente e per la salute. Si tratta di un settore che integra diversi comparti, dall’agricoltura alle biotecnologie, alla chimica, senza dimenticare l’aspetto economico, che sta alla base di ogni attività imprenditoriale. Alla luce di ciò, quello che caratterizza le figure professionali della bioeconomia, e nello specifico di Novamont, è la combinazione di una forte competenza tecnica, con una visione multidisciplinare che permette di gestire progetti complessi. Per arrivare ai suoi importanti risultati Novamont ha sviluppato, negli anni, un approccio sistemico altamente interdisciplinare, creando molte partnership e coinvolgendo diversi settori della ricerca: dalla sintesi dei polimeri alla scienza dei materiali, alle tecnologie di trasformazione delle plastiche, alla chimica organica applicata alle materie prime rinnovabili, alle biotecnologie bianche, all’ingegneria chimica, all’efficienza energetica, all’agronomia, alla microbiologia e alla genetica delle piante, all’ecologia dei prodotti e dei sistemi fino alla gestione dei rifiuti.

Agli aspetti professionali va legato anche un altro tema fondamentale, ovvero l’adesione al modello di sviluppo che l’azienda promuove: è quindi estremamente importante che venga abbracciata la mission dell’azienda, che non è solo quella di realizzare prodotti, ma soprattutto di impattare positivamente sull’ambiente e sulle problematiche sociali. La transizione verso un modello che mette al centro la sostenibilità e la bioeconomia circolare non può prescindere da una formazione multidisciplinare, sia in termini di competenze che di visione, che consente a manager, imprenditori, investitori, accademici e istituzioni di comprendere fino in fondo il valore del capitale naturale e della stabilità sociale e di includere una nuova cultura della sostenibilità nei loro piani industriali e di sviluppo.

La centralità della formazione

Per supportare questa transizione è quindi fondamentale un processo di formazione, soprattutto del management: non soltanto in termini di nuove competenze, ma proprio in ottica di creare un’educazione alla complessità, per comprendere la molteplicità di fattori (come ad esempio l’impatto ambientale e sociale) che si integrano tra loro e pensare con approccio multidisciplinare, coniugando cultura tecnica e umanistica. È quindi importante sviluppare le competenze per presidiare questi fattori, ma anche sapere come gestirli nella loro globalità. Per promuovere questo modello Novamont ha realizzato negli anni percorsi di formazione continua delle risorse umane, sia dal punto di vista tecnico che in termini di visione, consentendo lo sviluppo di conoscenze tecnico-scientifiche nel settore della bioeconomia. Per raggiungere questi risultati sono rilevanti le collaborazioni con primarie realtà di ricerca italiane e internazionali, le esperienze di lavoro in affiancamento ad esperti di ricerca industriale e project management e una costante pianificazione e management strategico di progetti di ricerca industriale.

Novamont ha sviluppato al suo interno a partire dal 1996 oltre 400 attività formative per giovani ricercatori e figure esperte, oltre a numerosi percorsi formativi multidisciplinari attivati su progetti complessi in collaborazione con università, centri di ricerca, istituti pubblici e fondazioni bancarie. Nel corso del 2018 sono state attivate 14 collaborazioni, sotto forma di borse di studio, tirocini curricolari ed extracurricolari e alternanza scuola lavoro, in campi molto diversi tra loro: chimica, relazioni internazionali, biotecnologia, giurisprudenza, agraria. Come esempio di collaborazione continuativa in ambito formazione, Novamont è partner del Master in “Bioeconomy in the circular economy” (Biocirce), promosso da quattro atenei italiani (Università di Milano-Bicocca, Università degli studi di Napoli Federico II, Università degli studi di Torino e Università di Bologna) in collaborazione con le imprese e il mondo della finanza. Il percorso di studi, supportato anche da altri soggetti direttamente collegati al mondo della bioeconomia, come il Cluster Spring, il Cluster Clan e Assobiotec, è giunto alla sua terza edizione e rappresenta il primo master interdisciplinare e internazionale finalizzato a formare figure professionali specializzate nel settore della bioeconomia circolare, sull’uso responsabile e sostenibile delle risorse rinnovabili e dei processi biotecnologici.