“L’ultima procedura di licenziamento che abbiamo affrontato ad aprile ci ha portato a una lotta dura e continua per la difesa dell’occupazione. È stato un percorso difficile che mi ha portato a vivere in prima persona cosa sia la vera contrattazione ai tavoli con le aziende, l’attenzione nel formulare le frasi da inserire nell’accordo dove una sola virgola messa nel posto sbagliato può modificare il senso di quella frase a discapito di noi lavoratori". Una vertenza nella quale "abbiamo constatato l’ inesistente supporto del nostro ministro, più preoccupato a fare i selfie che a presenziare ai tavoli sindacali. Lo stesso modus operandi della giunta pentastellata torinese”. Così Sonia Ghezzi, delegata della Filt alla Tnt di Torino, intervenendo al congresso della Cgil ha raccontato le difficoltà dell’azienda di logistica in cui lavora legate alla fusione con il colosso americano Fedex. 

“Con le sole nostre forze e con il costante impegno della Filt – ha aggiunto – siamo riusciti a portare a casa un accordo che ha scongiurato i licenziamenti. Ma purtroppo Fedex ha scelto di adottare il modello degli appalti della Tnt e anche degli altri corrieri, continuando a esternalizzare il servizio dei driver. In pratica, le persone che consegnano i pacchi che noi ordiniamo su internet indossano solo la divisa del corriere (Tnt, Sda o Gls), ma non sono dipendenti diretti”. L’obiettivo deve essere allora quello riportare le attività all’interno di queste aziende, “per combattere l'illegalità negli appalti e salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori”. Tra l’altro, aggiunge la delegata Filt, “in questo settore ci sono molti immigrati e noi a Torino abbiamo unito tutti i lavoratori, diretti e indiretti, scioperando insieme perché per noi la contrattazione collettiva inclusiva deve diventare una pratica quotidiana in ogni luogo di lavoro”.  Un esempio concreto è stato raggiunto in Tnt 2 anni fa, “quando abbiamo internalizzato un'attività di magazzino fino a poco prima gestita dalle cooperative, facendo diventare i magazzinieri miei colleghi e migliorandone sia il lavoro che la retribuzione”.

Più in generale, osserva Ghezzi, “il servizio del trasporto delle merci sembra dover costare sempre meno e di conseguenza si gioca una partita spregiudicata al ribasso su tutto, come i tempi di guida, cosa che accade anche a livello europeo”. Uno scenario che è stato “esasperato da Amazon e le sue tariffe bassissime: è chiaro che così facendo si rischia di abbassare il costo del lavoro se non agiamo per il rispetto del contratto nazionale. Il nostro contratto – conclude la delegata – è stato rinnovato l'anno scorso e rappresenta un argine alla competizione degli appalti al massimo ribasso, includendo anche la figura dei rider che oggi sembra essere la priorità del governo ma per i quali non hanno trovato nessuna soluzione. Siamo noi delegati, insieme ai nostri riferimenti della Filt sui territori, che facciamo vivere i contratti e gli accordi trasformandoli in pratica inclusive di contrattazione. Solo così riusciamo a conoscere l'organizzazione del lavoro e a proporre alternative mettendo al centro le persone e non le merci. Ecco perché la Cgil, per me, rimane un porto sicuro da dove provare sempre a ripartire per affrontare il viaggio verso il mondo libero e più giusto che cerchiamo di costruire ogni giorno, un pezzettino alla volta, ognuno con il suo contributo”.