“Sono una ex lavoratrice di 48 anni, perché ora sono finita in Naspi, dopo una vita di lavori al nero, cococo, lavori notturni. Quello che si dice una vita lavorativa travagliata. Quando, dopo tanti anni, pensavo di aver trovato finalmente il posto fisso, è arrivata la crisi, e con essa la cassa integrazione, poi i contratti di solidarietà, infine i licenziamenti. Grazie al sindacato, abbiamo evitato con la mobilità il tracollo. Dopo due anni di part time, un altro accordo sindacale e una buonuscita di 6.000 euro, siamo stati tutti licenziati. In azienda sono rimasti solo i capireparti e gli impiegati. Allora la Cgil mi ha preso con sé e sono entrata in Nidil. Puntiamo sempre più su questa categoria, poichè lavoratori somministrati e interinali crescono in continuazione. Abbiamo fatto 300 iscritti, che per una provincia come Macerata sono tantissimi. Sono riuscita a intercettare tanta gente comunicando grazie anche agli enti bilaterali i loro diritti, elargendo loro i voucher per la formazione a lavoratori che pensavano solo di avere dei doveri, lavoratori a comando. Le ragazze della mia Camera del lavoro sono state in gamba, grazie anche all’impegno delle categorie e delle Rsu, riuscendo a estendere i contratti integrativi aziendali anche ai lavoratori interinali. E Tolentino ha elargito loro mille euro di premio di produzione. Registriamo una crescita esponenziale di nuovi tesserati soprattutto negli ultimi mesi. Abbiamo avuto così tanto successo, come Nidil, che pensiamo di creare anche un corso motivazionale per chi cerca lavoro. Molte donne hanno perso autostima e devono essere incentivate e rimotivate”. Chi parla, è Elisabetta Ballini, delegata Nidil Cgil Macerata.

“Purtroppo, ci sono anche i terremotati, soprattutto nella mia città, Tolentino. Oltre 300 famiglie vivono ancora nei container, in situazioni decisamente difficili. Sono soprattutto bambini e anziani. Sempre la Cdl maceratese è stata capace di individuare, assieme alla Fillea provinciale, situazioni imbarazzanti, come ditte in subappalto senza certificazioni antimafia, che assoldavano lavoratori in nero. E le ditte impegnate nella ricostruzione non hanno fatto davvero un buon lavoro: sono state individuate infiltrazioni d’acqua, pavimenti e tubature che saltano e via discorrendo. Situazioni assai dolorose, con molti anziani che già fanno fatica ad allontanarsi dalla loro terra. Tante persone hanno già tre traslochi sulle spalle. Ciò è fonte di stress e di dolore. Abbiamo avuto la fortuna di ricevere aiuti dalle sedi della Cgil di tutta Italia. Con quei fondi abbiamo comprato un camper che ci ha consentito di aiutare tante persone. Ora utilizziamo quel mezzo per gli spostamenti per fare campagne dei diritti nelle aziende. Quando la tua età avanza, la vita comincia a diventare difficile se cerchi lavoro, e ora sappiamo che anche per fare la baby sytter è necessaria la laurea”, ha chiuso la delegata.