C’è forte preoccupazione in città nell’attesa che il governo nazionale risponda alla richiesta di aiuto della città di Catania. I due giorni di attesa supplementari annunciati all’indomani dell’incontro tra il sindaco Pogliese e il sottosegretario Candiani, non hanno abbassato la soglia di speranzoso ottimismo tra sindacati, associazioni datoriali e lavoratori stessi, ossia il grande fronte comune formato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Agci, Confcooperative Sicilia, Legacoop, Unicoop, Unci, Confindustria, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Uneba, Ufficio problemi sociali dell’Arcidiocesi di Catania, che chiedono da mesi un sostegno dovuto alla nostra città. Parteciperà anche l’amministrazione comunale.

La preoccupazione resta molto alta. Catania non può davvero “spegnere la luce". "È impensabile che ciò possa accadere - si legge in una nota -, è impensabile che una delle più grandi città  del sud Italia dopo anni e anni di sacrifici su vari fronti e proprio mentre tenta di rigenerarsi tra sviluppo, infrastrutturazione  e coesione sociale, venga lasciata sola al suo destino. Per questo rinnoviamo l’invito all’amministrazione comunale e al governo regionale e nazionale, a fare tutto quanto sia possibile per trovare una soluzione. Questo per tutti noi - prosegue la nota -, non è il momento della ricerca di colpevoli o capri espiatori su cui addossare responsabilità, per questo ci penseranno gli organi competenti a fare luce sulle eventuali responsabilità, semmai è il momento di unire ogni possibile sforzo affinché Catania non ripiombi negli “anni bui”".

Il giorno 12 novembre la “Catania che non vuole spegnere la luce”, chiama a raccolta tutti i catanesi e manifesterà in piazza, con un corteo che alle 18 partirà di fronte alla villa Bellini, proprio sotto la statua di Garibaldi, e si muoverà sino a piazza Università, dove la manifestazione sarà conclusa.