“L'ennesima condanna per i vertici di Fincantieri e il riconoscimento del ruolo svolto dalla Fiom all'interno dei Cantieri navali di Palermo con le sue  battaglie per un ambiente lavorativo sano. Siamo soddisfatti del risultato perché si tratta di processi impegnativi, nei quali è necessario dimostrare il nesso causale tra la mansione svolta dal lavoratore e la patologia contratta”. Lo dichiarano Francesco Foti, segretario Fiom Cgil Palermo e l'avvocato della Fiom, Fabio Lanfranca, commentando la sentenza di condanna, pronunciata dal giudice monocratico nei confronti degli ex vertici di Fincantieri.

Il sindacato dei metalmeccanici  si è costituito parte civile anche in  questo quarto processo (accorpato al quinto), così come in tutti gli otto  in totale banditi dal 1999 a oggi, di cui uno solo è giunto in Cassazione e due sono in appello. “Il dato drammatico, che non si può trascurare nemmeno in  occasione di questa nuova vittoria, è il fatto che i processi ancora in corso rappresentano, con le loro centinaia di morti, solo la punta dell'iceberg – aggiunge l'avvocato Lanfranca –. Moltissimi operai, proprio per il lungo periodo di latenza della malattia, muoiono quando vanno in pensione. Questo processo è l'ennesima conferma della vigile e attenta partecipazione della Fiom, anche per l'assistenza prestata nei confronti delle vittime, lavoratori uccisi per colpa dell'incuria con cui venivano mandati dall'azienda a lavorare nelle navi, a contatto di una sostanza killer come l'amianto”.

“Nello stabilimento – rileva Foti – non c'era nessuna forma di tutela nei confronti dei lavoratori, anche perché il datore lavoro ha sempre negato l'uso dell'amianto, un dato che emerge in questi processi in modo chiaro e doloroso. La realtà è venuta fuori dalle testimonianze degli operai rimasti vivi, che hanno raccontato come l'amianto venisse usato copiosamente, per la sua capacità isolante e per essere un materiale efficace e poco costoso”.

“Fino a quando lo Stato non è intervenuto con gli incentivi alle imprese per i lavoratori esposti per più di dieci anni alla polvere killer – aggiungono Foti e Lanfranca –, Fincantieri non ha mai adottato alcuna forma di tutela in favore dei suoi dipendenti”.