No a un nuovo condono edilizio per l'isola di Ischia colpita nel 2017 dal sisma. Cgil Campania, Legambiente e Libera Campania, in una lettera inviata oggi (venerdì 19 ottobre) oggi al vicepresidente del Consiglio e a tutti i parlamentari, lanciano un appello affinché "si fermi questa folle e incomprensibile sanatoria per Ischia, inserita nel decreto Genova, che metterebbe in pericolo le persone e rilancerebbe nuovi abusi". Per il sindacato e le due associazioni se la norma - attualmente in discussione alla Camera - venisse "sciaguratamente approvata diventerebbero sanabili edifici costruiti in zone a rischio idrogeologico e con vincoli paesaggistici e ambientali, che le normative ‎di sanatoria del 1994 e 2003 invece escludevano. Nell'articolo 25 del decreto, infatti, è previsto di intervenire proprio sulle domande di sanatoria ancora ferme presso i Comuni, rivedendo i criteri di valutazione delle domande di sanatoria". Da qui la richiesta di "un'assunzione di responsabilità e di fermare questo assurdo condono tombale".

Sono due le principali ragioni che hanno spinto all'appello pubblico Cgil Campania, Legambiente e Libera Campania. La prima è che "viene premiata l'illegalità, ancora una volta, condonando edifici che sono da decenni abusivi e che beneficerebbero di un nuovo condono edilizio che, a questo punto, potrebbe essere richiesto da altre aree del Paese". Sindacati e associazioni, al contrario, ritengono che "il nostro Paese deve finalmente dare seguito alle ordinanze di demolizione che per oltre l'80 per cento non sono ancora state eseguite". In secondo luogo, il condono creerebbe pericoli per le persone e l'ambiente: "Gli edifici che verrebbero sanati sono stati costruiti in aree a rischio frana e sismico, in un'isola che ha visto, dal terribile terremoto dal 1883 a quello del 2017, ripetersi un numero infinito di tragedie dovute proprio alla pericolosità degli edifici, per come e dove sono stati costruiti. Oggi abbiamo tutte le informazioni sui rischi del territorio di Ischia e la responsabilità di impedire che le vite delle persone siano messe in pericolo". Cgil Campania, Legambiente e Libera Campania, inoltre, rilevano che questi edifici "sono stati costruiti abusivamente e sono ancora oggi abusivi: non solo verrebbero sanati, ma riceverebbero fino al 100 per cento del contributo per la ricostruzione come previsto dal testo. In questo modo si premia chi non dovrebbe beneficiare di risorse pubbliche, sottraendole ad altre allocazioni più urgenti e utili, e oltretutto per interventi che non potranno mai rendere sicuri edifici costruiti in aree così pericolose da un punto di vista del rischio frane e sismico".

Legambiente, Libera Campania e Cgil Campania condividono la necessità di "chiudere finalmente le procedure di sanatoria ancora incredibilmente aperte, con 26 mila domande nei tre Comuni dell'Isola. Ma lo si deve fare dando strumenti alle amministrazioni locali e non eliminando ogni criterio previsto dalle leggi in vigore al momento in cui le domande di sanatoria sono state presentate". Sindacato e associazioni, infine, propongono di "affidare al commissario straordinario per la ricostruzione a Ischia i poteri e le risorse per portare avanti le ordinanze di demolizioni. La ricostruzione di Ischia, in questa prospettiva, potrebbe diventare una esperienza importante nel nostro Paese dove si tiene assieme tutela del territorio, legalità e innovazione".