“Senza l'esperienza nel sindacato, durata 15 anni, prima alla guida della Cgil palermitana e poi di quella siciliana, Pio La Torre non sarebbe stato l'efficace legislatore antimafia che conosciamo". Lo ha dichiarato il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo in occasione della presentazione di Pio La Torre e la Cgil. L'impegno sindacale a Palermo e in Sicilia (Ediesse edizioni), il libro di Pierluigi Basile e Dino Paternostro voluto fortemente dalla Cgil Palermo per colmare un vuoto su La Torre sindacalista.

"E' stato una pietra angolare - prosegue Campo -, lo snodo tra le lotte contadine e  le lotte operaie nella città di Palermo. Era nato in una borgata, Altarello, e conosceva bene sia la mafia della città che quella della campagna. Nella sua prima esperienza, quella sindacale, lottava per i diritti e si contrapponeva al blocco sociale che vedeva la Dc alleata ai mafiosi del sacco di Palermo. La sua decisione di sequestrare i patrimoni dei mafiosi deriva da questa sua impostazione, è figlia della sua esperienza nelle lotte contadine e a fianco dei lavoratori di Palermo”.

All'incontro, moderato dall'avvocato Armando Sorrentino, Campo ha annunciato che con l'amministrazione comunale a novembre saranno intestate 22 strade di Palermo ai sindacalisti uccisi.

Sono quindi intervenuti i due autori. “Ho conosciuto Pio La Torre nel giugno 76. Arrivò a Corleone, mentre era in corso la campagna  elettorale. La Torre aveva una capacitò di mobilitare le persone che aveva dell'incredibile. Conosceva tutti, i nomi, le famiglie – ha detto Dino Paternostro, responsabile Legalità e memoria della Cgil Palermo -. Fece comizi in tutti i paesi della zona. Già allora diceva  'ai mafiosi ci dobbiamo levare i piccioli', la sintesi della legge che porta il suo nome. Averlo conosciuto personalmente, mi ha dato una spinta in più in questo lavoro di ricerca”. 

“La ricerca su questi anni della vita di La Torre è stata essenziale per completare la sua biografia – ha aggiunto Pierluigi Basile, dottore in ricerca di Storia contemporanea - e comprendere quello che è successo dopo. Da quando arriva in via Montevergini, la sede storica della Cgil, inizia a dire che bisogna parlare utilizzando le parole del popolo, casa, diritti, lavoro. Una delle questioni su cui si impegna è l'emergenza casa. Diceva che la Camera del lavoro doveva essere il sindacato dei senza lavoro,  dei senza speranze, della gente facile preda del clientelismo. Questa è stata la sua sfida: facciamo sentire la gente popolo, non popolino.  La mafia La Torre la ritrova in città,   ed  è altrettanto forte e agguerrita. La mafia dell'Acquasanta è quella che interviene militarmente al Cantiere Navale alla stessa maniera che nell'occupazione dei feudi”. 

“Un volume – ha aggiunto Michele Pagliaro, segretario generale Cgil Sicilia  -  che aiuta a capire la dimensione e lo spessore della persona, la sua umanità e le sue battaglie. La Torre è una persona nella quale possiamo trovare i tratti del politico, del sindacalista e le radici genuine del suo essere non le ha mai perse perché è rimasto sempre una persona coerente e altruista”.     

“Pio La Torre - ha commentato il sindaco Leoluca Orlando - è stato la testimonianza di un tempo di impegno sindacale e politico carico di difficoltà, nel quale si è registrato l’impegno, sino al sacrificio della vita, di chi contrastava l’identificazione fra Stato e mafia, di chi rivendicava l’affermazione dei diritti di tutti e di ciascuno”. “La Torre - continua il sindaco - è stato al tempo stesso partigiano siciliano, insieme a tanti altri che nel secondo dopo guerra furono uccisi per affermare la Costituzione e i diritti costituzionali, ma anche profeta di un mondo nuovo, attraverso il suo impegno di lotta per la pace e contro i missili a Comiso, riuscendo a confermare una visione dei diritti che teneva insieme la lotta allo sfruttamento nelle campagne e la vivibilità delle città”.

Per il regista Giuseppe Tornatore, dall'esperienza di la Torre, del sindacalista, del politico  e del legislatore, si può trarre “Il decalogo del buon politico, a cui tutti si dovrebbero riferire”. “Una figura leggendaria, per la capacità di entrare in contatto con la gente, ai comizi conosceva i nomi di tutti – ha detto Tornatore -. Da ragazzino di comizi ne ho visti tanti, non è un caso se la figura che mi è rimasta più in mente sia quella  di La Torre. La ragione sta nella sua competenza, parlava di cose che conosceva meglio di chiunque altro”.

“La Torre è rimasto sempre un sindacalista, legato al mondo del lavoro, alle lotte per i diritti dei più deboli, a quelle  per la libertà e la pace. Ricordarlo oggi che i diritti vengono messi in discussione è importante – ha concluso il segretario nazionale Cgil Susanna Camusso –. Ci aiuta a riscoprire le nostre radici e a rilanciare l'impegno della Cgil. Non possiamo mai dimenticarci che questa è stata la nostra storia, che abbiamo pagato un tributo di sangue. Abbiamo avuto una lunga teoria di sindacalisti come La Torre che stavano vicini al popolo, stavano accanto ai bisogni della gente, la loro  era una partecipazione concreta. Rivendicare che c'è una storia delle lotte contadine e operaie è importante per capire le nostre origini. E farci  una  domanda: ma si può costruire una politica di sinistra senza avere al centro il tema del lavoro?”.