Da bracciante poverissimo e semianalfabeta nella Puglia dei primi anni del Novecento a fondatore del più grande sindacato dell’Italia democratica, deputato all’Assemblea costituente, esponente di spicco del Pci nel dopoguerra e presidente della Federazione sindacale mondiale. Una vita, quella di Giuseppe Di Vittorio (1892-1957), avventurosa e intensa, che spesso sfiora i confini della leggenda, senza però mai perdere di vista i valori più preziosi: il lavoro e la democrazia.

Se Togliatti è il capo (della classe operaia), Di Vittorio è il mito, un mito che nasce dalla sua identificazione totale con il mondo del lavoro, in un riconoscimento trasversale e assoluto. Un’enorme capacità di leadership che, assieme alla sua immensa umanità, emerge con chiarezza dalla mostra “Giuseppe Di Vittorio, eroe del lavoro”, che viene inaugurata oggi (13 settembre) a Lecce alle ore 20 nei suggestivi locali del Castello Carlo V nella prima delle Giornate del lavoro alla presenza del segretario generale della Cgil Susanna Camusso.

La mostra, impreziosita da una selezione di ritratti di Giuseppe Di Vittorio, provenienti dalla raccolta d’arte di corso d’Italia e da 9 film dello sterminato patrimonio Aamod, si compone di 21 pannelli dedicati a momenti diversi della vita del sindacalista di Cerignola. Dalla Puglia delle origini alla segreteria confederale, dal murales “Giuseppe Di Vittorio e la condizione del Mezzogiorno” – recentemente restaurato – agli artisti di strada dei quartieri a Nord della capitale, dalle lettere ai dipinti, dai graffiti ai fumetti, i documenti riprodotti all’interno della esposizione* raccontano l’uomo Di Vittorio, la sua splendida umanità e il suo rapporto unico e assoluto con il popolo.

Lo volevano bene anche le pietre”, dicevano i suoi braccianti, ed è proprio questa l’immagine che i documenti restituiscono: quella di una persona presente, empatica e attenta, dall’immensa personalità e carica umana. Un uomo, prima che un politico o un sindacalista, circondato da affetto vero, amato da familiari, compagni e lavoratori, stimato dagli stessi avversari come antagonista duro, ma leale.

Dal primo comizio al funerale, le immagini e le carte selezionate e riprodotte consentono una narrazione diversa degli avvenimenti storici dell’Italia dagli anni venti agli anni cinquanta, raccontando in una forma squisitamente umana e personale delle rappresaglie, degli eccidi, della disoccupazione, in generale del clima politico, economico e sociale di un’Italia che riesce a uscire da una dittatura e da una guerra devastanti in senso materiale e ancor più morale, e che però combatte e lotta, senza arrendersi, riconoscendo in Giuseppe Di Vittorio una guida sicura, da seguire e nella quale riporre fiducia.

Guarda il catalogo on line della mostra su www.cgil.it

*I documenti riprodotti sono in parte il risultato del concorso sulla “caccia all’inedito” di Giuseppe Di Vittorio, bandito dalla Cgil nazionale in occasione del 60° anniversario della scomparsa del sindacalista di Cerignola (concorso vinto da Fabiana Lovato, ospite – come da bando di concorso – delle Giornate del lavoro)

Ilaria Romeo è responsabile Archivio storico Cgil nazionale