“Capiamo la voglia di fare propaganda, da parte di Federlegno, per legittimarsi agli occhi delle aziende, ma c’è un limite a tutto e menzogne e provocazioni non sono accettabili. Non vorremmo aver sprecato settimane intere di confronto. L’interpretazione autentica dell’articolo 19 del ccnl in alcun modo prevede un regime di flessibilità senza impedimenti e accordi, nelle giornate di sabato, come scritto nel comunicato di Federlegno”. Così dichiara, in una nota, la segreteria nazionale Fillea Cgil.

“Aggiungiamo che per andare oltre il normale orario di lavoro contrattuale, come hanno sempre detto sia le segreterie nazionali che le nostre Rsu e strutture territoriali, serve condivisione, cioè un accordo sindacale. Ribadiamo, infatti, quanto scritto nell’intesa del 24 luglio scorso: senza programmi di recupero non è possibile alcuna flessibilità oraria e senza condivisione di Rsu e sindacati, tramite un apposito verbale sottoscritto da tutti, non vi possono essere programmi di recupero e quindi flessibilità. E se il confronto non si esaurisce con verbale, vuol dire banalmente che non vi è intesa e quindi programma di recupero concordato e, di conseguenza, non vi possono essere flessibilità. È un sillogismo: se vuoi A (flessibilità) devi contrattare B (piani di recupero), se non hai l’accordo (che per gentilezza chiamiamo verbale), cioè C, non hai A”, prosegue la nota sindacale.

“Speriamo che con questa formulazione elementare si capisca quanto sottoscritto e invitiamo Federlegno a smettere di dire falsità. Probabilmente, ci si vergogna di dire alle proprie imprese che è obbligatorio fare un pezzo di carta scritto, firmato dai delegati sindacali. Rimaniamo sempre a disposizione delle imprese per un confronto costruttivo sulla flessibilità, certi che si potranno trovare spazi di condivisione per il bene comune: ma il sabato non è liberalizzato, con buona pace di chi scrive il contrario”, conclude la Fillea.