A distanza di 2 mesi un altro infortunio mortale sul lavoro si è portato via un lavoratore della provincia di Carrara. Si tratta di Luca Savio, 37 anni, che lascia una moglie e un figlio. Dalle prime notizie sembra che il giovane stesse lavorando intorno a un blocco di marmo in un deposito vicino al porto che improvvisamente lo ha colpito durante la fase di movimentazione.

Il suo contratto di lavoro era stato attivato il 6 luglio e aveva una durata di soli 5 giorni. "Appresa la notizia, nelle cave è scattata la solidarietà di tutti i cavatori che hanno immediatamente abbandonato il lavoro e così hanno fatto tanti lavoratori del piano del settore lapideo – si legge in un comunicato della Cgil di Massa e Carrara –. La tragedia di oggi è indice di fallimento di tutta la nostra comunità".

"Nonostante la task-force messa in campo dalla Regione Toscana continua la strage, perché di vera e propria strage si parla, di lavoratori. La nostra posizione è sempre la stessa – continua la nota –: le imprese che non rispettano le leggi e le regole in materia di salute e sicurezza sul lavoro devono essere chiuse. Inoltre tutti gli attori coinvolti devono riflettere sull’opportunità di consorziare le piccole imprese in maniera tale da avere più garanzie e tutele per lavoratori e lavoratrici. La Cgil di Massa Carrara oltre ad esprimere cordoglio ai familiari del ragazzo e lancia ancora una volta un appello affinchè tutti i soggetti istituzionali coinvolti si impegnino fermamente per fermare questa strage".

Per Mario Fuso, segreteria Cgil Toscana, mentre il dibattito politico ruota intorno all'estensione dei voucher, dovremmo domandarci se questo lavoratore, con un contratto di pochi giorni, abbia ricevuto la corretta formazione sulla sicurezza nel lavoro oppure se questa formula e la conseguente precarietà non sia all'origine dell'infortunio mortale. Probabilmente stenterà ad affermarsi una forte cultura di sicurezza sul lavoro se non recuperiamo con assoluta nettezza il valore del lavoro e della dignità della persona a tutto tondo”. 

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