“Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo di riorganizzazione di Agea e del sistema dei controlli nell'agroalimentare, credevamo si sarebbe inaugurata una nuova fase di collaborazione e confronto per migliorare le condizioni di tutti i lavoratori e rendere più efficiente ed efficace l’Agenzia, negli ultimi giorni, oggetto dell’ennesimo richiamo d'inadempienze da parte dell’Unione europea, che ha portato ad un ulteriore taglio delle risorse destinate al settore agricolo di circa 550 milioni. Dopo aver condiviso anche con l’accoglimento di alcune nostre proposte di modifiche il decreto di riforma, riteniamo che l’arrivo in Agea del personale in forza ad Agecontrol spa possa solo favorire e rendere più efficiente la stessa Agea”. Lo dichiarano in una nota congiunta Raffaella Buonaguro, segretario nazionale Fai; Giovanni Mininni, segretario nazionale Flai e Enrica Mammucari, segretario nazionale Uila.

“Pertanto, consideriamo inopportuna e fuori luogo la scelta perpetrata dal direttore area amministrazione di Agea di emanare un avviso di avvio d'indagine di mercato in riferimento all’imminente inquadramento dei dipendenti provenienti da Agecontrol in Agea prima della procedura di selezione, che comporterà solo un aggravio di costi a favore di qualche impresa privata (base d’asta 215.000, iva esclusa). Per questo, chiediamo al direttore di Agea, Gabriele Papa Pagliardini, di annullare immediatamente tale provvedimento e di dare seguito alla nostra richiesta d’incontro, inviata il 26 giugno. Riteniamo, infatti, necessario un confronto immediato con le organizzazioni sindacali e la Rsu, per condividere un percorso che porti a individuare le modalità con cui si svolgeranno le procedure di selezione e la formulazione di proposta delle tabelle di comparazione che lo stesso direttore dell’Agenzia dovrà presentare ai ministeri interessati per la sua approvazione, che dovrà avvenire entro tre mesi dall’entrata in vigore del decreto”, dichiarano i dirigenti sindacali.

“Inoltre, siamo preoccupati dal fatto che, a seguito della pubblicazione del decreto di riforma e della concomitante soppressione di Agecontrol, in mancanza di un celere confronto tra le parti, si rischia di creare ingenti danni, economici e non, alle imprese del settore ortofrutticolo, in quanto senza i lavoratori ex Agecontrol nel pieno delle loro funzioni è alta la possibilità di bloccare i controlli nei mercati ortofrutticoli, impedendo che le stesse aziende possano svolgere attività di import ed export. Perciò, non permetteremo a nessuno di considerare i dipendenti provenienti da Agecontrol dipendenti di serie B e, per la conoscenza che abbiamo della loro storia, del loro lavoro e del contratto di natura privatistica che gli viene applicato. Non ci sottrarremo dal rappresentare questi lavoratori fino alla completa realizzazione del processo attuativo della riforma”, chiudono i sindacalisti.