Dal 1° luglio il Reddito di inclusione, istituito dai precedenti governi, ha ampliato la platea dei beneficiari. Come previsto dalla legge di Bilancio, per avere il sussidio non è più necessario avere in famiglia almeno un minore, un disabile, una donna in stato di gravidanza o un disoccupato over 55. Le famiglie destinatarie passano così da 500 mila a 700 mila, per complessivi due milioni e mezzo di persone. I requisiti rimangono un Isee inferiore ai 6 mila euro e un valore del patrimonio immobiliare (diverso dalla casa di abitazione) di massimo 20 mila euro. II beneficio economico, che può essere concesso per un periodo non superiore ai 18 mesi, può arrivare a 187,5 euro per un single e a 539,8 euro per una famiglia di sei persone.

“I Caaf della Cgil hanno dato un importante contributo, dagli ultimi mesi del 2017 a oggi, per l’informazione e l’assistenza alle famiglie sulle domande per il Reddito di inclusione, partecipando attivamente all’istruttoria, nei Comuni che si sono con essi convenzionati per questo supporto, grazie anche al protocollo d’intesa stipulato tra Consulta nazionale dei Caf e Anci nel marzo scorso”, spiega Mauro Soldini, presidente del Consorzio nazionale Caaf Cgil: “Oltre all’ambito per l’attuazione del Reddito di inclusione, si sottolinea che le condizioni di difficoltà economica e di disagio, se non di povertà, continuano a permanere e a incrementarsi anche nel primo semestre del 2018”.

In questo senso un dato significativo per i Caaf della Cgil viene dall’aumento delle richieste del calcolo dell’Isee, oltre 600 mila, il 10 per cento in più rispetto all’anno precedente, attraverso la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), presentata all’Inps, che nella sua totalità passa attraverso i Centri di assistenza fiscale per il 97 per cento. “Fortunatamente – conclude Soldini – anche quest’anno, pur dopo un lungo travaglio, la convenzione con l’Inps, che garantisce ai cittadini la gratuità del servizio, è stata perfezionata, ma l’auspicio è quello che, a fronte della probabile ulteriore crescita delle Dsu, il ministero del Lavoro e il Parlamento, nei prossimi mesi, si facciano carico insieme all’Inps di garantire il necessario finanziamento della convenzione stessa”.

Tornando al Reddito di inclusione (Rei), il Rapporto annuale dell’Inps (elaborato sulla base delle domande pervenute e lavorate dall'Istituto al 22 giugno 2018) precisa che il Rei è stato percepito da 248.687 nuclei familiari. La larga maggioranza dei percettori è nel Sud e nelle isole (175.564 famiglie), seguono il Nord Italia (42.451) e le regioni del Centro (30.582). A livello regionale, il numero più alto si riscontra in Campania (oltre 65.848) e in Sicilia (50.039). A distanza la Calabria (18.950).