"Cosa sta succedendo al cantiere di Marghera?". Se lo chiede la Fiom Cgil Venezia: "Dopo aver nel tempo appaltato la quasi totalità delle attività produttive del cantiere, dallo scafo all’allestimento - affermano i metalmeccanici in una nota -, dopo aver diminuito drasticamente gli organici diretti e aumentato a dismisura gli appalti, adesso l’azienda pensa di chiudere l’officina navale e spostare il taglio delle lamiere e dei profili in una azienda di San Giorgio di Nogara".

Per la Fiom Venezia, "l'azienda vorrebbe, con motivazioni ridicole e pretestuose, trasferire le sole attività produttive ancora in mano ai lavoratori Fincantieri che grazie soprattutto alla professionalità e ai sacrifici dei lavoratori risulta essere tra le più efficienti del cantiere e del gruppo. Come mai e nell’interesse di chi la Fincantieri vuole fare questa esternalizzazione produttiva che sottrae una delle ultime attività al cantiere e al territorio?", si chiedono i metalmeccanici, e aggiungono: "Mentre gli appalti aumentano la Fincantieri di Marghera perde capacità industriale e tutti i lavoratori vedono peggiorare la loro condizione, ridurre il salario, allungare l’orario, abbassare gli standard di qualità e di sicurezza. Dopo aver decentrato e delocalizzato quasi tutte le attività produttive e di progettazione, anche all’estero nei cantieri rumeni, perché la Fincantieri punta adesso a trasferire tutto il taglio delle lamiere e dei profili ad una società costruita ad hoc", "già fornitore Fincantieri di travi saldate?".

Per la Fiom "la motivazione di Fincantieri, recuperare spazi interni al cantiere spostando quelle attività altrove, non sta in piedi poiché se la Fincantieri vuole davvero investire a Marghera, come è noto a tutti, le aree libere e disponibili per attività industriali e anche cantieristiche non mancano sicuramente, e se la Fincantieri vuole investire in nuove attività collegate al cantiere ha ampie possibilità di farlo. Questo continuo svuotamento delle attività di cantiere sta condannando Marghera all’irrilevanza produttiva ed industriale, con il cantiere che in prospettiva rischia di diventare una sorta di officina di supporto di altri cantieri del gruppo, anche stranieri. La Fiom ritiene queste scelte dannose e scandalose per il cantiere e per i lavoratori di Marghera, non le condivide, e chiede alla Fim e alla Uilm, alla nuova Rsu, di assumere insieme e rapidamente una posizione contraria a questo disegno aziendale chiedendo contestualmente un urgente incontro all’azienda", concludono le tute blu Cgil.