“Serve un coordinamento tra i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico”. Lo chiede la Filt dopo l'incontro di oggi, in merito alla vertenza Fedex Tnt. Una situazione che, come da procedura, dopo la fase di confronto in sede aziendale, è approdata oggi al ministero del Lavoro, dove si tiene l’unico tavolo negoziale deputato a trovare un accordo con le necessarie garanzie occupazionali.

“Entro il 6 luglio, termine di chiusura della procedura – spiega la federazione dei trasporti Cgil – la trattativa, con i prossimi incontri del 25 e 26 giugno con le due aziende e del 4 luglio, di nuovo alla presenza del ministero del Lavoro, deve entrare nel merito e scongiurare i 361 licenziamenti e il trasferimento di 115 lavoratrici”.

Secondo il sindacato “la soluzione che deve essere trovata può risiedere nelle ricollocazioni con il mantenimento dei diritti normativi e salariali all’interno dei perimetri aziendali, sia per chi rischia il licenziamento sia per chi è impattato dalla procedura di trasferimento, oltreché dalla creazione di un polo di vendita per l’area del Mezzogiorno".

Il numero delle ricollocazioni proposte è ampiamente insufficiente. Se nei prossimi giorni non ci saranno sviluppi positivi, avverte la sigla di categoria, "si terrà una mobilitazione nazionale unitaria con manifestazione a Roma, mentre il 21 giugno, oltre alle iniziative in corso, ci saranno assemblee e presidi su tutto il territorio”.

Le tappe della vertenza

Il 20 aprile scorso le multinazionali della logistica hanno presentato un piano di ristrutturazione durissimo, che coinvolge 450 dipendenti (sui 3.600 complessivi) tra esuberi, trasferimenti e chiusura di filiali. Da allora si sono susseguiti incontri e scioperi, ma finora le aziende sono state irremovibili. Il progetto della Fedex-Tnt (aziende ancora divise, ma destinate all’integrazione, visto che la statunitense Fedex ha acquisito l’olandese Tnt nel maggio 2016 per 4,4 miliardi di euro) è articolato in quattro procedure complessive. Prevede, anzitutto, la chiusura di 24 sedi su 34 e il licenziamento di 361 lavoratori (315 in Fedex, quasi tutti corrieri, e 46 in Tnt). Il piano stabilisce anche 115 spostamenti di sede, perlopiù verso Milano e Roma (23 dipendenti di Fedex e 92 addetti alle vendite di Tnt, tutte donne), che Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti giudicano “falsi trasferimenti, visto che è improponibile, per una lavoratrice, spostarsi a centinaia di chilometri da casa e famiglia”. I sindacati, infine, temono anche la “probabile esternalizzazione massiccia di personale sul modello Tnt”.

Lunedì 18 giugno una delegazione di dipendenti ha incontrato a Roma il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. I lavoratori hanno sottolineato la fortissima preoccupazione per il piano aziendale: “'Siamo un’azienda sana e fiorente. Solo due anni fa Fedex ha acquisito Tnt, e l'integrazione, a detta dei manager, era andata bene. E in azienda è stata vissuta in modo sereno. Invece, il 20 aprile 2018 hanno presentato un piano di ristrutturazione che coinvolge 450 dipendenti, con licenziamenti e trasferimenti, in particolare dal Sud”. Le rappresentanze sindacali hanno anche rimarcato la decisione aziendale di “chiudere 24 filiali in Italia, con il licenziamento di tutte le persone che vi lavorano. I corrieri potrebbero forse rientrare, ma solo attraverso la costituzione di cooperative. Un segnale preoccupante, perché vuol dire precarizzare il lavoro di tante persone. Siamo amareggiati perché fino a un anno fa ci hanno spiegato che saremmo cresciuti e oggi, invece, ci offrono soldi per andarcene. In Spagna, Olanda e Belgio l'integrazione è riuscita e non ci sono stati esuberi o esternalizzazioni”.

Nei due incontri tra aziende e sindacati che si sono tenuti al ministero dello Sviluppo economico il 6-7 giugno scorsi non sono emerse novità. “Sono insufficienti le proposte aziendali per avviare un concreto e serio negoziato”, hanno commentato Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Uil. Per i sindacati “non è soddisfacente l’ipotesi di collocare presso fornitori 140 lavoratori, in quanto non ci sarebbe alcuna garanzia di tutela normativa, salariale e professionale. Inoltre, come già dichiarato in più occasioni, il modello che propongono non è virtuoso e ha creato, e sta creando, inefficienze a tutto il settore”. Per i sindacati, in conclusione, è “inaccettabile che, in merito ai trasferimenti, una multinazionale come Fedex non intenda introdurre modalità di lavoro a distanza, come accade già in Tnt e in altre aziende del settore”. Quindi l'incontro di oggi, che non è servito a sbloccare la situazione.

LEGGI ANCHE L'incontro a Roma