Replica dell'Slc Cgil Palermo a una nota su Almaviva, siglata da Fistel Cisl, Uilcom e Ugl. Nella lettera, inviata al presidente di Almaviva, Andrea Antonelli, si sostiene che la “parziale” versione sulla trattativa in corso sul futuro del call center di Palermo, diffusa da Slc, rischia di screditare i sottoscrittori dell'ipotesi di accordo (non firmato dalla Cgil) e di mettere in serio pericolo l'esito del referendum dei lavoratori, ai quali verrà sottoposto l'accordo.

L'Slc ribadisce la sua posizione e la sua presa di distanza dall'intesa, ricordando che Almaviva non ha rispettato quattro degli impegni presi nell'accordo del maggio 2017: non ha mai portato a Palermo le postazioni di It;  non ha ancora affrontato una contrattazione di secondo livello; è stata autorizzata a tagliare per altri due mesi gli stipendi ai lavoratori, con la proroga accordata dagli altri sindacati; ha prolungato di sei mesi l’ammortizzatore sociale, quando era già sancita la scadenza a giugno 2018. 

“Di norma – dichiara il segretario generale Slc Palermo, Maurizio Rosso – le organizzazioni sindacali non sono mai in contrapposizione su temi che riguardano le regole del lavoro, specialmente supportati da dati oggettivi. Almaviva ha siglato un accordo con i sindacati nel maggio 2017, dove si stabilivano alcuni temi sulle regole del lavoro. Quattro di questi impegni inderogabili sono stati brutalmente smentiti e disattesi”.

“Considerare una discussione di tale serietà, che mina i diritti fondamentali del lavoro alla stregua di facezie, ci sembra un esercizio banale – aggiunge il dirigente sindacale –. La Cgil è sempre stata attenta al linguaggio come strumento dell’agire, sempre nutrito dell’idea che la traduzione in azione sia determinata da elementi oggettivi. E a proposito del nostro resoconto, chi invece scrive 'riteniamo che tutto ciò possa mettere in serio pericolo l’esito positivo del referendum', ha già forse dichiarato la propria posizione favorevole all'esito del referendum sul controllo individuale, indipendentemente dalle altre questioni della trattativa? Ai lavoratori l’ardua sentenza”.