“Stanno naufragando i princìpi che hanno contraddistinto la civiltà occidentale. Quei valori di solidarietà, accoglienza e integrazione che nella vicenda Aquarius sono stati letteralmente calpestati. Da parte del governo, si vuole sfruttare l’episodio come una spada di Damocle per incidere sugli equilibri europei, immaginando che la questione sia l’immigrazione, quando invece abbiamo un problema ben più grave, che riguarda il peggioramento delle condizioni generali di tutti, che a loro volta provocano rancore, paura, utilizzati per muovere il consenso”. Così Giuseppe Massafra, segretario confederale Cgil, oggi ai microfoni di Italia parla, la rubrica di RadioArticolo1.

“Di sicuro, la risposta del governo spagnolo rappresenta una buona notizia, per quanto riguarda le sorti di quelle 629 persone abbandonate in mezzo al mar Mediterraneo. Il neopremier Pedro Sanchez ha detto di voler impedire una sciagura umanitaria, mentre il nostro governo ha reagito dicendo che era una vittoria per l’Italia. Ciò testimonia in quale condizione di oblio, dal lato politico e culturale, è purtroppo finito il nostro paese. È una situazione assolutamente grave, che necessita di una risposta forte e corale, perché non può essere quella del respingimento alle frontiere e della chiusura dei porti la risposta per un esecutivo dei deflussi e delle politiche migratorie. Non ci può essere alcuna politica per l’immigrazione, se alla base non c’è il principio dell’accoglienza, fondato sul rispetto della persona”, ha detto il sindacalista.

“Oltretutto, l’emergenza dell’Aquarius non sarà l’unica: temo sia il preambolo di tante altre situazioni che potranno avere gli stessi effetti. Ragion per cui, abbiamo bisogno di costruire una grande mobilitazione nel paese, unitariamente con le altre organizzazioni sindacali e con il mondo dell’associazionismo, intervenendo presso le istituzioni per chiedere il rispetto della Costituzione e dei trattati internazionali, e nel contempo stimolando l’opinione pubblica nel formare una coscienza civile che ripristini tratti di umanità”, ha affermato Massafra.

“La nostra Costituzione sancisce che il nostro è un paese solidale e accogliente, come hanno dimostrato molti sindaci, in particolare quelli delle città portuali, che hanno voluto dare una risposta forte al governo. Noi sosteniamo tali prese di posizione, ed è per questo che stiamo lanciando una serie d’iniziative nei territori sede di porti, raccogliendo le sollecitazioni che arrivano dalle istituzioni locali, che in tal senso hanno dimostrato molta più umanità delle istituzioni centrali”, ha continuato il dirigente sindacale.

“Il ministro dell’Interno chiede la riforma del Trattato di Dublino per consentire che i migranti in arrivo sulle coste europee non siano costretti a fermarsi nel paese di primo approdo. Una riforma che aveva già chiesto l’Italia e che avevamo chiesto anche noi Cgil. Di sicuro, però, trincerarsi dietro posizioni estremamente nazionaliste e di chiusura, se non addirittura conflittuali, non ci porterà ad alcuna riforma. Al contrario, è necessario costruire le condizioni per una gestione equilibrata dei flussi migratori, garantendo migliori condizioni a chi, come i migranti, sono costretti a partire dalla disperazione, ha proseguito il segretario confederale.

“Insomma, per contare nell’Ue occorre innanzitutto sentirsi parte dell’Unione, evitando pulsioni nazionaliste, che un po’ dappertutto stanno emergendo. C’è bisogno di costruire comunità, dando forza e vigore a un continente che faccia valere i princìpi fondativi, fra cui, per l’appunto, uno dei temi fondamentali sono le politiche migratorie, da affrontare con l’accoglienza e l’integrazione, valori da contrapporre ai respingimenti e alle chiusure dei confini. Aprire centri di detenzione, come intende fare Matteo Salvini, costituisce la negazione di quel principio d’integrazione per cui ci battiamo”, ha aggiunto Massafra.

“Noi siamo per un modello di accoglienza diffuso che impegni le comunità locali nei percorsi effettivi d’integrazione. Senza dimenticare il versante delle politiche internazionali sul piano generale, per risolvere o quantomeno alleviare conflitti e povertà, che sono la causa principale dei flussi migratori. Ma per fare questo, ci vuole una comunità internazionale coesa, con una direzione precisa di una politica di sostegno fra paesi attraverso l’apertura di corridoi umanitari che eviti l’intervento dei trafficanti, che sono poi la base dello sfruttamento e della tratta di esseri umani”, ha concluso l’esponente Cgil.