“Assieme ai compagni di Abw Metaal, (la categoria dei metalmeccanici fiamminghi), chiederemo attraverso il Cae (Comitato aziendale europeo), che si riunirà in ristretta lunedì 2 luglio a Bruxelles, se la Bekaert vuole continuare ad investire e a produrre in Italia". È quanto afferma Daniele Calosi, segretario generale Fiom Firenze, che ha portato le preoccupazioni del sindacato per il futuro dello stabilimento di Figline al Parlamento europeo.

"In quell'impianto si lavora sette giorni su sette per ventiquattro ore al giorno, non siamo meno produttivi di altri stabilimenti. Perciò, non capiamo perché quando arrivano richieste di volumi, queste vadano altrove, in Slovacchia o in Romania, e a Figline invece non vengono rinconfermati i contratti a 23 lavoratori interinali. Siamo preoccupati, perchè non vorremmo fosse una volontà, da parte della multinazionale belga dei fili in acciaio, di allocare produzioni nei Paesi con manodopera a basso costo", prosegue il dirigente sindacale.

"Per questo, abbiamo condiviso le nostre perplessità con gli europarlamentari italiani Massimo Paolucci, Nicola Danti e Simona Bonafè, che si sono assunti l'impegno di chiedere all'azienda, tramite la Commissione europea, chiarimenti in merito alla possibile diminuzione degli investimenti in Italia. Nei prossimi giorni, assieme a Fim e Uilm invieremo richiesta d'incontro al Mise, luogo preposto dove abbiamo firmato l'accordo di vendita da Pirelli a Bekaert, e porremo la questione anche ai neoeletti parlamentari del territorio”, conclude il sindacalista.