Un Patto per il lavoro a sostegno di sviluppo e occupazione. Il primo incontro finalizzato al raggiungimento di questo obiettivo si è svolto il 25 maggio tra Cgil, Cisl e Uil e rappresentanti della Regione Liguria. A Federico Vesigna, segretario generale della Cgil regionale, abbiamo chiesto di cosa si tratta e come si è arrivati a questo risultato. “Oggi parliamo di Patto per il lavoro perché veniamo da un confronto aperto con la Regione che ci ha portato nei mesi scorsi a siglare due importanti accordi, uno sul dissesto idrogeologico e l’altro sull’efficientamento energetico. Siamo partiti da questi due aspetti perché crediamo che siano due prerequisiti fondamentali per le imprese che intendono investire sul territorio; lotta al dissesto idrogeologico perché non si investe dove ti frana il terreno sotto i piedi; l’efficientamento perché è una forma di innovazione raggiungibile per tutti, se pensiamo che il 97 per cento delle imprese liguri ha meno di dieci dipendenti”.

Rassegna La Liguria può contare su circa 700 milioni di euro, relativi al settennato 2014-2020, suddivisi tra Fondo europeo di sviluppo regionale (Fers) e Fondo sociale europeo (Fse). Con il Patto per il lavoro si vogliono intrecciare le risorse dei due fondi, legando le politiche di sviluppo alla promozione delle politiche attive. Un progetto ambizioso…

Vesigna Sì, ma anche necessario, in quanto la competitività di un territorio si misura anche dalla capacità di rispondere ai bisogni delle imprese, sia dal punto di vista dell’incrocio tra domanda e offerta, attraverso la riorganizzazione dei centri per l’impiego, sia relativamente alla formazione, soprattutto quella dedicata ai giovani. Quello che manca è una rete di relazioni tra il sistema di istruzione e di formazione professionale e un sistema associativo delle imprese che sia in grado di programmare per tempo i fabbisogni formativi. La creazione di tale rete consentirà di dare una risposta alle nuove generazioni, soprattutto se consideriamo il fenomeno dei Neet, che in Liguria sono aumentati del 19 per cento rispetto all’anno passato, e al problema della dispersione scolastica anche post diploma.

Rassegna Quali sono in questo caso gli strumenti individuati dai sindacati e che potrebbero entrare a far parte del Patto?

Vesigna Nell’ultima finanziaria sono state stanziate risorse importanti per aiutare la costruzione e il consolidamento degli Its come strumento di raccordo tra scuola, università e mondo del lavoro, con la Regione che può svolgere una fondamentale funzione di coordinamento. Non basta la formazione a sportello, serve una capacità di programmazione dei fabbisogni formativi a più lungo termine che non si limiti a rincorrere le emergenze. Cosa che davvero può rappresentare uno dei fattori di competitività dei sistemi territoriali.

Rassegna La Liguria è una delle regioni in cui sono state individuate delle aree di crisi industriale complessa.

Vesigna Stiamo cercando di costruire un sistema attraverso il quale utilizzare al meglio i soldi pubblici destinati alle imprese che parteciperanno ai prossimi bandi per queste aree: in Liguria ci sono 21 Comuni nel Savonese con una “dote” di 40 milioni di euro stanziati, 20 dalla Regione e 20 dal governo. Probabilmente, altre risorse arriveranno dalla Regione, sempre attraverso i fondi europei e coinvolgeranno anche le aree di crisi industriale non complessa, che sono in pratica sparse su tutto il territorio ligure. L’idea è quella di costruire bandi che privilegino le imprese che creano nuovi posti di lavoro, con particolare attenzione alla qualità dell’occupazione. Da questo punto di vista, stiamo lavorando a un protocollo sugli appalti pubblici che rafforzi lo strumento della clausola sociale nei cambi di appalto ed estenda la prassi adottata nei bandi su dissesto ed efficientamento, dove le imprese si sono impegnate ad assumere lavoratori particolarmente svantaggiati, prendendoli dal bacino del Rei. Ma dato che non c’è sviluppo senza politiche industriali, attraverso il patto, stiamo lavorando alla costruzione di un soggetto a controllo pubblico, autorizzato all’intermediazione finanziaria, con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito e di accompagnare le politiche di investimento sul territorio.

Rassegna Cgil, Cisl e Uil chiedono anche maggiori investimenti per garantire la sicurezza sul lavoro attraverso un incremento dei controlli.

Vesigna Abbiamo pensato che il Patto per il lavoro, il cui titolo completo è non a caso Patto per il lavoro e la sicurezza, potesse diventare uno strumento per andare oltre la denuncia e provare a fare qualcosa di concreto. Senz’altro ci sono delle risposte immediate da dare, che sono quelle di implementare gli organici degli ispettorati, ma soprattutto di impedire, o quanto meno abbassare i fattori di rischio di chi lavora, e questo si può fare solo con la prevenzione e la formazione. Su questo stiamo lavorando insieme alla categoria della Funzione pubblica, che sta contrattando le modalità di utilizzo dei proventi delle sanzioni, con l’obiettivo di adeguare gli organici e migliorarne la dotazione, dalla benzina per le macchine agli strumenti informatici. Nel primo incontro abbiamo registrato una grande disponibilità. Il prossimo appuntamento sarà tra una quindicina di giorni. Solo allora verificheremo la concretezza degli impegni presi.